Alberto Anzani
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Nostalgia, questo il titolo
del libro, questo in breve il sentimento che costantemente pervade
a volte silenzioso, a volte in modo dirompente ogni parte del racconto.
Nel contempo, la narrativa lucida e alcune volte graffiante dell'autore
ci introduce in un più ampio contesto spazio-temporale: la realtà
latino americana. Anche il lettore è trascinato sapientemente in questa
avventura, proprio attraverso questi appunti di viaggio veniamo a
trovarci in situazioni, in ambienti senza dubbio coinvolgenti. Spesso
ci si sente disarmati passando bruscamente da una esperienza all'altra
di fronte al violento contrasto fra lussureggianti foreste tropicali
e zone aride e desolati di altipiani e deserti, da montagne gelide
e inviolabili della Cordigliera a solitarie spiagge di palme bagnate
dall'oceano. Eppure il vero paesaggio in cui affondano le vere ragioni
di un simile attaccamento e di una altrettanto serenità, è inequivocabilmente
il paesaggio umano. La gente, la gente è davvero la rivoluzione a
un modo di pensare, a un modo di concepire la vita che è seriamente
un'altra cosa. E' la storia di queste genti, di queste terre che si
racconta via via, in queste pagine, scorrendo placidamente come la
corrente dei Grandi Fiumi. Accompagnata da episodi frequenti di ingiustizia
e gravi soprusi dei più forti, la grande sofferenza delle minoranze
indigene e dei diseredati di queste terre trova qui un canto mesto
in cui, nella cornice continua del viaggio, non mancano nuove suggestioni
scoprendo una religiosità naturale che trascende la sofferenza, le
umiliazioni continue, l'incertezza del domani a cui la gente sembra
non pensare. Una Natura protagonista, invadente ma allo stesso tempo
antica dispensatrice di saggezza, è senz'altro una chiave di lettura
per comprendere un mondo, direi un universo impensabile solamente
con le nostre risorse intellettuali. |