Alberto Anzani
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Un canto, una danza, una donna.
Un richiamo dell'anima che anela a un incontro, a una possibilità
in più, a un salto in alto oltre una sbarra che ogni giorno minaccia
di cadere. Per fatalità, per povertà, ma soprattutto per ingiustizia.
Un avvocato bizzarro e selvatico che sa bluffare in tribunale ma che
non sa tradire la propria natura, un povero colombiano irretito dal
potere della droga, un percussionista che non si arrende a una sorte
senza libertà, una giovane figlia del perbenismo borghese venezuelano
che osa trasformarsi in una donna, una ballerina bella da far male
che non rinuncia al proprio sogno d'amore; come cavallini impazziti
e colorati sulla giostra della vita, i protagonisti del romanzo giocano
e volano con l'unico strumento che hanno a disposizione: l'ambizione
di voler esistere fino in fondo. [...] Dal Venezuela alla Colombia,
lungo il Rio delle Amazzoni fino in Brasile si dipana, sottile e intrigante,
il vivace intreccio di Joia, fatto di storie che corrono parallele
e veloci, animate dal respiro denso di uomini e donne che vogliono
vivere, perché null'altro posseggono se non la libertà di essere al
mondo, perché nessuna certezza padroneggiano se non quella del proprio
corpo, dei propri muscoli, del proprio cuore. Che non si abbandonano
al livello di sopravvivenza che tanto caratterizza la riserva glaciale
nella quale viviamo in anestesia di sentimenti e di passioni, risultato
di una nevrosi non più strisciante ma trionfante. Che lottano per
il puro gusto di esistere. [...] Alla scorrevole narrativa, che permette
l'immediatezza quasi fiabesca del romanzo, si uniscono, per chi vuole
andare oltre, un sottile significato umano e filosofico e un'occasione
per rispecchiarsi nell'amore, nella Joia e nelle durissime prove che
necessariamente l'Anima deve affrontare quando decide di incontrare
la propria essenza. |