Archivio Attivo Arte Contemporanea
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COSMOGONIE
il grande mistero dell’universo esplorato da
PAOLO BARLUSCONI
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programmi e date degli incontri interdisciplinari
Museo di Scienze Planetarie - Prato 12 marzo 2011
ORE 15.30
convegno
Arte, Storia e Scienza raccontano il Cosmo
Michele Caldarelli Emanuele Pace L'uomo da sempre è proiettato verso la comprensione
del cielo e delle sue profondità. La ricerca dei meccanismi celesti, dapprima
motivata da un tentativo di dominare il futuro, si è sviluppata verso
una cosmologia che dalle origini del tutto ha portato l'essere umano a
tentare di risolvere il problema delle proprie origini. Attraverso i secoli
quindi si è andata sempre più affinando la comprensione delle stelle e
dei pianeti, definendo anche meglio il vero ruolo dell'uomo nel cosmo,
fino ad arrivare ai tempi più recenti durante i quali si è compiuto un
enorme salto in avanti nella comprensione della cosmologia e dell'origine
della vita. Molti dubbi sono stati risolti, altri aspettano soluzione
che appare dietro l'angolo, molto resta da fare. In questo slancio di
conoscenza si aprono nuovi orizzonti e il confronto con altre discipline
come la filosofia o con la religione diviene serrato. Il seminario vuole
ripercorrere lo sviluppo del pensiero e della ricerca che ha portato dall'interpretazione
astrologica e fantastica del cosmo fino alle più recenti scoperte non
sottraendosi all'analisi delle implicazioni che queste scoperte hanno
per l'uomo. >>>testo completo>>>(in
preparazione) Riccardo Farinelli L'intervento intende focalizzarsi sull'attenzione e
il vivo interesse che arte e scienza hanno da sempre l'uno verso l'altro,
considerando che ambedue, sia pur nella diversità di modi, possiedono
almeno un elemento in comune: l'inesausta curiosità verso le cose del
mondo, i grandi interrogativi che ne sono generati. Curiosità, volontà
di indagine producono l'altra grande tangenza fra i due specifici: la
necessità di un metodo di indagine e, al contempo, il rigore con il quale
è necessario perseguirlo. Il che dice qualcosa sul luogo comune che vede
l'artista tutto "genio e sregolatezza". Fra gli esempi possibili, Leonardo
da Vinci e Lucio Fontana danno la possibilità di accennare alla persistenza
del rapporto fra ricerca e pensiero speculativo, mentre il lavoro di Yves
Klein consente di sottolineare il rigore e la visionarietà dell'attività
creativa. >>>testo completo>>>(in
preparazione) Silvana Barbacci Venezia, 13 Marzo 1610. Viene pubblicato il Sidereus
Nuncius di Galileo Galilei, un libretto stampato in poco più di 500 copie,
che ha un'immediata risonanza in tutta Europa. Lo scienziato vi annuncia
le sue prime osservazioni celesti col cannocchiale: la Luna, di cui ha
visto valli e montagne contrariamente a quanto insegnava l'astronomia
ufficiale per cui avrebbe dovuto essere una sfera liscia e perfetta, levigata
come un cristallo; le stelle, che ha visto in numero dieci volte superiore
a quelle osservabili a occhio nudo, scoprendo che la debole luce della
Via Lattea è prodotta da migliaia e migliaia di stelle raggruppate tra
loro; i satelliti di Giove, quattro corpi celesti orbitanti intorno al
pianeta. Come trasferire tutto questo in uno spettacolo teatrale che mantenga
la natura di espressione artistica, salvaguardando allo stesso tempo la
"correttezza" dei contenuti di carattere storico-scientifico? Da questa
domanda è nato "Il Cielo Nuovo", una narrazione poetica portata avanti
da un attore che interpreta un bravo artigiano del vetro, "artefice" delle
lenti di Galileo, che comunica - in una prospettiva dal "basso" - il sostanziale
contributo dello scienziato alla rottura del modello "aristotelico-tolemaico"
dell'universo e alla sua sostituzione con un modello costruito sulla base
di nuovi dati e criteri. In modo coinvolgente, lo spettacolo rievoca i
sentimenti di stupore, curiosità, ammirazione e incredulità suscitati
in tutta Europa dalla pubblicazione dei risultati osservativi di Galileo.
>>>testo completo>>>
Paolo Barlusconi MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE L'idea di realizzare un Museo di Scienze Planetarie ha cominciato a prendere forma a partire dalla fine degli anni '90, quando la Provincia di Prato decise di affidare all'Istituto Geofisico Toscano, un'istituzione di lunga e consolidata tradizione scientifica, l'incarico di studiare la fattibilità scientifica ed architettonica di un museo che fosse, al contempo, legato al territorio e proiettato su uno scenario internazionale. Nel marzo 2005 il Museo è stato inaugurato: è di proprietà della Provincia di Prato ed è stato fin da subito dato in gestione alla Fondazione Prato Ricerche. Tra gli obiettivi culturali preminenti del Museo vi sono la didattica e la divulgazione sulle discipline afferenti all'astronomia e alle scienze della Terra, la ricerca scientifica e la conservazione del materiale presente nelle collezioni. La didattica è rivolta alle scuole di ogni ordine e grado: oltre alla visita agli ambienti museali, vengono proposte attività di laboratorio e percorsi didattici sulle discipline sopra descritte. Il Museo svolge inoltre attività divulgativa per adulti consistenti ad esempio nell'organizzazione di mostre temporanee, convegni ed iniziative culturali anche in collaborazione con altre strutture culturali. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, il Museo si dedica in particolare allo studio ed alla caratterizzazione di meteoriti, tectiti, impattiti e minerali. Il Museo possiede due collezioni principali: una di meteoriti e rocce da impatto (costituita attualmente da 650 campioni di cui 130 esposti), l'altra di minerali (attualmente di 4500 campioni, di cui 125 esposti). La collezione di minerali ha acquisito una notevole consistenza numerica grazie anche a due grandi donazioni da parte di collezionisti privati, Ciatti e Farina. Fra i campioni esposti nel Museo spiccano la meteorite metallica di Nantan che rappresenta, col suo peso di 272 kg, la più pesante meteorite presente in Italia e le rare e preziose meteoriti marziane e lunari. La collezione di minerali presenta eccezionali campioni tra cui un topazio di considerevoli dimensioni, un grande esemplare formato da un'associazione di fluorite verde e calcite lamellare, una straordinaria pirite elbana dai cristalli lucenti e, soprattutto, un campione di brasilianite considerato da molti esperti il più bello a livello mondiale. FONDAZIONE PRATO RICERCHE La Prato Ricerche - Istituto per la ricerca ambientale e la mitigazione dei rischi - è una Fondazione senza fini di lucro, costituita in Prato il 20.01.2004 dalla Provincia di Prato, dall'Università degli Studi di Firenze e dalla Fondazione Pro Verbo. Il nucleo iniziale della Fondazione fu costituito dall'Istituto Geofisico Toscano, ramo d'azienda conferito dalla Pro Verbo alla Prato Ricerche. L'Istituto Geofisico Toscano è nato nel 1986, raccogliendo l'eredità storico-scientifica dell'Osservatorio Sismologico San Domenico fondato a Prato nel 1930, con compiti di studio e ricerca nel campo delle Scienze ed in particolare delle Scienze della Terra. Negli ultimi anni di attività particolare rilievo avevano assunto le discipline afferenti alle problematiche di Protezione Civile, quali il monitoraggio sismometrico dell'area del Mugello. Una volta costituita la Fondazione ha acquisito il patrimonio dell'Istituto Geofisico Toscano (IGT) ed ha sottoscritto una convenzione con la Provincia di Prato per la gestione del Museo di Scienze Planetarie e della Biblioteca di Scienze geo-ambientali e planetarie, che ha acquisito lo status di biblioteca provinciale, facente parte del sistema interbibliotecario. Inoltre gestisce l'Istituto Geofisico Toscano con la Rete Sismometrica della Toscana Nord-Orientale e la stazione meteorologica di Prato Centro. Gli scopi statutari prevedono lo sviluppo della ricerca scientifica di base e applicata, della formazione e della cultura negli ambiti afferenti alla Fondazione, favorendo la costituzione di istituzioni educative, sociali, culturali ed artistiche, e la collaborazione con istituzioni universitarie. I settori di attività della Fondazione sono le scienze ambientali, le scienze mineralogiche e petrografiche, le scienze geofisiche e geologiche, le scienze planetarie, la museologia e museografia, la conservazione e tutela dei beni culturali, la pianificazione e gestione del territorio e delle sue risorse, le applicazioni informatiche avanzate, la protezione civile ed ambientale, lo studio delle condizioni di rischio. |
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