Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

Filippo Avalle

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FILIPPO AVALLE
BIOGRAFIA | BIOGRAPHY
italiano | english



Filippo Avalle nasce da madre svizzera e padre italiano a Chêne-Bougeries (Ginevra) il 13 ottobre 1947. Siamo a circa un anno dopo la pubblicazione del Manifiesto Blanco di Lucio Fontana, un maestro ideale, un punto di riferimento per quella che sentirà come un’eredità artistica da sviluppare.


Gli inizi

La famiglia inizialmente vive a Varese e poi a Milano; qui Avalle, che già da bambino si cimenta nel copiare quadri famosi, riceverà lezioni private di disegno.
A Torino, dove in seguito la famiglia si trasferisce per l'incarico del padre come professore di filologia romanza all'Università, Avalle si iscrive al Liceo artistico. Nel suo studio, in una casa disabitata, fa i primi dipinti ad olio su tela con personaggi intimisti che si staccano da sfondi metafisici. È però con i dipinti polimaterici ('quadri-forma') che tenta il superamento della bidimensionalità e della cornice, riprendendo anche motivi delle avanguardie storiche.

Viaggia alla scoperta di musei e luoghi d'arte in Italia. In Inghilterra, dove si reca per soggiorni estivi per imparare l’inglese, dipinge e comincia a vendere i suoi lavori. Decisivo è l’anno 1966 per il consolidamento della sua scelta professionale e per il suo viaggio in Olanda per incontrare Helma Maessen, conosciuta l’anno precedente in Inghilterra. Insieme visitano musei in Germania, Francia e nei Paesi Bassi dove l’artista non solo si aggiorna sulle nuove tendenze, ma approfondisce anche la conoscenza della pittura olandese e dei Primitivi fiamminghi.

Negli ultimi anni '60, mentre è iscritto all'Accademia Albertina di Torino, nello studio della casa di ringhiera di Piazza Gran Madre, Avalle sviluppa il percorso intrapreso con i “quadri-forma”, passando alle  “vetrine”, rappresentazioni polimateriche con stoffe, carta stagnola, lamiere, carta vetro, legno e materiali plastici. Fa seguito a questa fase il periodo delle “terre” che raffigurano paesaggi naturali con l’utilizzo di sabbia, terra, legno e paglia.


La scoperta del plexiglas (metacrilato)

Dopo il matrimonio, nel 1969, la coppia si trasferisce nella casa-studio di Lungo Po Cadorna 5 interno, dove Avalle organizza mostre personali e collettive.
L’anno successivo ha la possibilità di lavorare per un breve periodo al Centro Polimero Arte di Castiglione Olona: qui sperimenta l’impiego del metacrilato (plexiglas) che diventerà il materiale privilegiato per le sue opere.
Proprio a Castiglione Olona, al MAP (Museo di Arte Plastica), e al Castello di Monteruzzo verrà organizzata quasi quarant’anni dopo una retrospettiva a cura di Federica Armiraglio. Se Avalle aveva già accolto nel taglio della tela di Fontana l'indicazione di un'ulteriore dimensione dello spazio, ora può intraprendere concretamente il suo percorso artistico 'oltre Fontana'. 
Il metacrilato, materiale plastico con proprietà di trasparenza e opacità, nasconde e rivela uno spazio che va oltre la tela.


Verso Milano: un manifesto e la prima grande opera

Ancora a Torino, nasce la figlia Saskia, ma nel 1973, dopo il servizio di leva di Avalle, parzialmente trascorso a Milano, la giovane famiglia si trasferisce nel capoluogo lombardo, in Via Stendhal 65, in un appartamento dove l’artista inizialmente lavora, prima di aprire lo studio.
Viene a contatto con l'ambiente culturale milanese e conosce Guido Le Noci, proprietario della Galleria Apollinaire. In occasione di una mostra personale presso il Centro culturale Rizzoli, diretto da Vittoria Piazzoni Marinetti, e dove Helma lavora, redige con Giovanni Bottiroli il Manifesto per una ripresa rivoluzionaria dell'arte (giugno 1974). Le Noci vede le opere in mostra e si convince a "fornire il passaporto" – è sua l’espressione – a un artista in cui crede: viene così finanziata, dopo il lavoro della prima grande opera Opera Labirinto, la seconda intitolata Helma Opera - Labirinto, nello studio di Via Liutprando a Milano: oltre alla pubblicazione del libro omonimo, scritto sempre in collaborazione con Bottiroli. A lavoro ultimato (1975), l’opera viene esposta per un anno intero nella Galleria Apollinaire.


L’inizio della “Opera unica”, altre committenze e le prime mostre in Italia e all’estero

Per la terza grande opera, Labirinto senza filo d'Arianna (1976), poi acquistata dalla B&B Italia di Novedrate, Avalle trova un prezioso collaboratore nell’artista Maurizio Aprea. In questa occasione viene fondata la “bottega” che sarà attiva per sette anni, prima in Via Liutprando e poi in Via Roncaglia 25, vicino al laboratorio di Bruno Maiocchi, che farà conoscere ad Avalle i filtri interferenziali e le colorazioni sul metacrilato.

La Galleria Philippe Daverio inaugura nel 1976 la prima personale di Filippo Avalle, e Paolo Baldacci scrive l'introduzione alla monografia dell'artista. In seguito i due galleristi, Baldacci e Daverio, decidono per un finanziamento di Avalle e inizia un periodo di sentita collaborazione da entrambe le parti.
In questi anni si amplia la rete di conoscenze e si fanno le prime mostre all'estero: nel 1977 Avalle partecipa alla X Biennale di Parigi e nel 1978/79 la quarta opera, Incendio a Beaubourg, finanziata da Sergio Consonni, mobiliere appassionato d’arte, viene esposta per un anno e mezzo presso il Wilhelm Lehmbruck Museum di Duisburg, su iniziativa dell'allora direttore Siegfried Salzmann.


Nuove tappe e La mostra di Palazzo Citterio

Avalle inizia da autodidatta i suoi studi di architettura e di scienza delle costruzioni.
Nel 1979 viene realizzata per la Galleria Daverio la quinta grande opera, La Feroce : il titolo richiama il nome che gli operai della Fiat davano all’azienda. Carlo Bertelli, allora Sovrintendente alle Belle Arti di Brera, propone di esporla al Palazzo Citterio, all’epoca in cantiere. In questa sede ha luogo una delle più particolari mostre personali dell'artista (1981). In una delle sale si erge il cartone preparatorio per Atlanta Opus Epicum, figura umana “psicosomatica”. Per questa sesta grande opera, poi realizzata in metacrilato nel 1982, Avalle studia manuali di anatomia accanto a testi di psicoanalisi: i disegni e le opere tridimensionali progettuali dedicate agli organi del corpo umano sono esposti nella mostra di Palazzo Citterio.


Oltreoceano, e poi sul Lago

Nel 1981 l'artista visita il Canada e New York su invito dei Grandi Magazzini Eaton di Montréal che affittano La Feroce per un'esposizione nell'ambito dell'iniziativa "Promozione Italia".

Di ritorno in Italia cominciano i lavori alla casa-studio di Brienno, sul Lago di Como, dove la famiglia si trasferisce nel 1983 e qualche anno dopo nasce il figlio Jacopo Zeno.
I contatti di Avalle con Milano rimangono vivi, come anche la presenza delle sue opere all'estero. Torna infatti a esporre in Germania, stavolta alla Galerie im Lenbachhaus (Monaco di Baviera,1983), e a Lione (ELAC, 1984), su invito dello storico dell'arte Vittorio Fagone. Tra i curatori della mostra "Aktuell 1983" ci sono Armin Zweite e Dieter Ronte.
La pubblicazione del libro Opere 1974-1986, segna il termine del periodo di finanziamento della Galleria Daverio, che l’anno successivo promuoverà una grande mostra personale dell'artista.


Architettura del volto: gli olotratti

Avalle ora cerca la via delle opere su commissione. Inizialmente si concentra su una serie di "olotratti", ritratti tridimensionali stratigrafici, con una tecnica inedita dagli effetti molto suggestivi, ora “realistici” e pittorici, ora del tutto smaterializzanti, come negli “olotratti” di poeti come Ezra Pound, un’opera commissionata dall’editore Vanni Scheiwiller, e di Eugenio Montale, che Avalle aveva avuto occasione di frequentare da piccolo.


Architettura e illuminotecnica

Gli interessi per l'architettura continuano a essere coltivati parallelamente e Avalle si trova pronto per la settima grande opera, Technopolis (1987), un ‘ritratto d'azienda’ commissionato da Fabio Castelli, proprietario della holding company CASTEK di Milano.
Grazie alla mediazione di Fernando Gianesini, ha poi inizio una collaborazione con il Credito Valtellinese di Sondrio. Incendio a Beaubourg, dopo essere stata esposta al Wilhem Lehmbruck Museum di Duisburg, viene collocata come prestito temporaneo per dieci anni al Refettorio del Palazzo delle Stelline, sede espositiva del Credito Valtellinese a Milano.

Da tempo l’artista sta approfondendo i suoi interessi per l'architettura e per l'illuminotecnica.
Per il CERN (Centro europeo per la ricerca nucleare) di Ginevra, realizza una tensostruttura per il soffitto del Centro visitatori (1989).
In occasione di una mostra personale promossa dal Credito Valtellinese a Como, nella collana “Arte moderna italiana” dell’editore Scheiwiller esce una monografia dedicata all’artista, con un saggio di Franco Monteforte: Filippo Avalle: un percorso artistico dopo Fontana (nr. 102, Milano 1990).
Nel 1991 l’artista tiene una mostra antologica alla Residenza San Damiano, nel cuore di Milano.

Tre anni dopo il CERN, una nuova sfida architettonica: Avalle compie alcuni interventi artistici e funzionali sulla nave da crociera Costa Allegra, disegnata dall’architetto Guido Canali. Per l'atrio della nave progetta e realizza la ottava grande opera, un ‘obelisco solare’ in metacrilato e vetro con filtri interferenziali e fibre ottiche.


Dalle gallerie ai musei, dai centri di ricerca alle fiere

Nel 1993 Volker W. Feierabend acquista Opera Labirinto, Helma-Opera Labirinto e Atlanta Opus Epicum per la sua Fondazione V.A.F. in vista di una collocazione museale. In seguito queste opere verranno esposte nel Kunstmuseum di Bonn, al MART di Rovereto e al ZKM (Zentrum für Kunst und Medientechnologie) di Karlsruhe.

I contatti con i galleristi riprendono attivamente nel 1994. Per lo Studio Gastaldelli di Milano Avalle prepara un ciclo di lavori che propone una rivisitazione dello stile dell’architettura gotica.
Seguono alcune mostre in Olanda grazie alla mediazione dell'artista Jurrien Strelitski, con cui Avalle stringerà rapporti di amicizia, alimentati da una ricerca artistica anche parallela.

Il gallerista Mario Valente di Finale Ligure decide di lavorare su Avalle. Dopo aver organizzato nel 1995 una mostra personale a Finale e pubblicato un ampio catalogo, lo propone alle Fiere di Milano e Bologna (1996). In questa occasione è l'Italia a far tornare Avalle in Olanda per una esposizione a Schalkwijk (Utrecht) nel Contemporary Art Centre. In seguito, Strelitski e Avalle presentano alcune loro opere all'ESTEC (European Space and Technology Centre) a Noordwijk.

Dal 1994 Avalle progetta e realizza una serie di sculture luminose in metacrilato e fibre ottiche, a cui si aggiungono poi i led e più tardi le celle fotovoltaiche. Le sperimentazioni e le applicazioni si manifestano anche in interventi architettonici e di design con il metacrilato, oltre ai materiali più tradizionali come il ferro e il legno: porte, mobili, scale e lampade per arredo interno.
Sarà lo stesso Valente a riproporre Avalle all'attenzione del pubblico tedesco nelle Fiere di Colonia (1996) e di Francoforte (1997).

Nella sua continua ricerca di una rinnovata integrazione di tutte le risorse della pittura, della scultura, dell’architettura e delle nuove tecnologie nella graduale costituzione dell'Opera Unica, trovano anche spazio i due pannelli disegnati per Gaia - Habitat interplanetario e il ciclo dedicato tra il '96 e il '97 a una trasfigurazione fantastica dell'opera di Palladio, esposto allo Studio Amedeo Porro di Vicenza. Successivamente una nuova serie di opere sul tema della casa verrà presentata allo Studio Gastaldelli di Milano. Nel 1998 una realizzazione di Avalle si trova nello stand italiano all'Expo di Lisbona sul tema Il futuro degli oceani.


L’insegnamento

Alla sua attività artistica Avalle affianca dal 1999 quella di docente alla NABA (Nuova Accademia di belle Arti) di Milano, dove nel laboratorio della Scuola di Design insegna Tecniche, Materiali e Strumenti. Un’esperienza che tra insegnamento, sperimentazione e progettazione ricrea l’atmosfera della “bottega” con i suoi allievi, che hanno modo di presentare i loro lavori compiuti in varie sedi espositive, tra cui il Salone del Mobile di Milano.


Il primo decennio degli Anni Zero e le riflessioni sul mondo contemporaneo

Nel 2000 partecipa, insieme all'ingegnere Mario Dotti, col plastico scultoreo Oasi al Concorso internazionale Milano 2001-III° Millennium, che prevede la collocazione di un’installazione luminosa nella piazza della Stazione Centrale di Milano. Nello stesso anno, sino alla primavera del 2001, l'artista lavora su commissione a Rugiada, una grande scultura luminosa per il negozio Italmoda di Mosca, disegnato dall’architetto Claudio Pironi. Successivamente realizza per il Museo di Arte Moderna di Pescara La colonna delle stelle marine (2001). Opere, queste, che richiamano l’esperienza dell’Obelisco solare realizzato per la compagnia Costa di Genova.

Tra il 2001 e il 2002 concepisce un ciclo di lavori dedicati alla tragedia dell’11 settembre, esposti in una mostra a Villa Erba (Cernobbio) e presso Valenteartecontemporanea di Finale Ligure nel 2002. L’anno successivo realizza una nuova scultura, Fiat lux, esposta alla fiera Intel di Milano e poi inserita in una mostra personale, con un allestimento teatrale, presso lo Studio Gastaldelli. In seguito verrà installata in comodato presso il MAP di Castiglione Olona (Varese), dove già si trovano alcune prime opere in metacrilato di Avalle.

Le riflessioni dell’artista sugli sviluppi nel mondo contemporaneo lo portano a realizzare disegni e opere che confluiranno nella nona grande opera, la Via Crucis, realizzata tra il 2004 e il 2005 per la Nuova Chiesa di Montegrosso d’Asti, dedicata alla Madonna di Lourdes e firmata dagli architetti Roberta Ceccarelli e Paolo Ferrante.
Un incarico, questo, ricevuto su indicazione del gallerista Mario Valente e del costruttore Franco Cavagnino, e portato a termine con l’assistenza di Nise Gerbino, allieva di Avalle che contemporaneamente sta sviluppando un suo percorso artistico e professionale autonomo.
In questa opera i motivi sacri e religiosi delle quattordici stazioni sono stati correlati a raffigurazioni che richiamano eventi e temi drammatici del nostro tempo.
Avalle pubblica in questa occasione un corposo volume dedicato alla sua Via Crucis e alla chiesa, che vengono inaugurate in una cerimonia pubblica dal vescovo di Asti, monsignor Francesco Ravinale, e dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino.

Il MART di Rovereto espone nel 2005 Helma Opera Labirinto all’interno della mostra Un secolo di arte italiana.
Nel frattempo viene ultimata Sintesi, la decima grande opera, risultato di quattro anni di lavoro ed esposta alle Fiere di Bologna e di Milano (2006), poi allo Studio Lattuada di Milano, in occasione di una mostra personale presentata da Philippe Daverio.

Seguono nel 2006 una personale alla Moscow Fashion Expo, promossa dal Gruppo Crocus Expo di Mosca, e la partecipazione a una mostra collettiva, all’interno della quale vengono presentate più opere della collezione VAF, presso lo ZKM di Karlsruhe.

Su commissione del Credito Valtellinese, Avalle realizza nel 2007 la undicesima grande opera l’Ultima cena, che testimonia la convivenza di etnie e fedi diverse. Esposta prima al Palazzo delle Stelline di Milano in occasione della mostra Ultime ultime cene, viene poi collocata nello storico Hotel della Posta di Sondrio, città dove l’artista torna per una personale, nel 2010, nella nuova Galleria d’Arte Sondrio.

Tra ottobre e novembre 2010 viene organizzata una personale a Milano presso lo showroom Metea.

Nel maggio 2011 Avalle sarà presente con alcune sue opere a MIA - Milan Image Art Fair.

(a cura di Helma Maessen e Saskia Avalle)


FILIPPO AVALLE
BIOGRAFIA | BIOGRAPHY
italiano | english

Filippo Avalle was born of a Swiss mother and an Italian father in Chêne-Bougeries (Geneva) on 13th October 1947. This was about one year after the publication of Manifiesto Blanco by Lucio Fontana - an ideal master, a reference point for what Avalle was to sense as an artistic legacy to be developed.


Beginning

The Avalle family lived initially in Varese, then in Milan; this was where, as early as his childhood, Avalle measured himself by copying famous pictures and where he was given private tuition in drawing.
After his father had been appointed professor of Romance Philology at the university and the family had moved to Turin, Avalle enrolled at Liceo Artistico. In his study, an empty house, he produced his first canvas oil paintings portraying intimist characters standing out from metaphysical backgrounds. It was, however, with the use of diverse “quadri forma” (differently “shaped-paintings” i.e. paintings with irregular frames) that he endeavoured to breach beyond bidimensionality and the frame – an exercise comprising the borrowing of motifs from historical avant-gardes.

The artist travelled around Italy discovering museums. In England for summer language courses, he painted and  started to sell some of his works. Decisive was the year 1966 - the consolidation of his professional choice and his trip to Holland to see Helma Maessen, whom he had got to know in England the year before. Together the couple visited museums in Germany, France and the Netherlands, where not only did the artist familiarize himself more with new trends but he also enhanced his knowledge of Dutch painting and Flemish Primitives.

As a student in the late1960s at Accademia Albertina, Turin, in studio complete with balcony looking out onto the inner courtyard in Piazza Gran Madre, Avalle diverged from the course undertaken with “quadri forma”. He was now branching out into “vetrine” (show windows), a number of works created with diverse materials such as fabrics, tinfoil, metal sheets, sandpaper, wood and plastic materials. This phase was followed by  the “terre” (works made with earth) which represented natural landscapes with the use of sand, soil, wood and straw.


The discovery of plexiglas (methacrylate)

In 1969 after their marriage the couple moved to a studio-home in Lungo Po Cadorna 5, where Avalle organized individual and collective exhibitions.
The following year the artist had the opportunity to work for a brief period at Centro Polimero Arte di Castiglione Olona, where he experimented with the use of methacrylate (plexiglas) - destined to become the favourite material in his artistic works.
Almost forty years later it was precisely in Castiglione Olona (near Varese, in Lombardy), in MAP (Museo di Arte Plastica), and in the Castle of Monteruzzo where a retrospective was to be organized; the exhibition curator was Federica Armiraglio. If Avalle had already embraced the direction of a further dimension of space in Fontana’s canvas cuttings, now he was equipped to concretely follow the bearings of a personal artistic course “beyond Fontana”. 
Methacrylate, a plastic material boasting properties both transparent and opaque, conceals and reveals a space reaching beyond the canvas.


Towards Milan: a manifesto and the first great work

Daughter Saskia was born when the family was still living in Turin, but in 1973, after Avalle’s military service partially served in Milan, the young family gathered in the Lombard metropolis, where the artist first worked in his home at Via Stendhal 65, before opening a studio. He made the acquaintance of the Milanese cultural ambience and, in particular, of Guido Le Noci, the Galleria Apollinaire owner. On the occasion of an individual exhibition at Centro Rizzoli, directed by Vittoria Piazzoni Marinetti - Helma  too was working in this cultural centre - Avalle and Giovanni Bottiroli edited Manifesto per una ripresa rivoluzionaria dell'arte (June 1974). Le Noci examined his works and determined to "supply a passport" - his the expression - to an artist he believed in: thus, after Opera Labirinto, the first great work, the second, Helma Opera – Labirinto was funded and created in the studio in Via Liutprando, Milan. A book bearing the same title was published, written again along with Bottiroli. Once complete in 1975, Helma Opera – Labirinto  was exhibited for a whole year at Galleria Apollinaire.


The beginning of “Opera unica”, other assignments and the first exhibitions in Italy and abroad

For the
third great work, Labirinto senza filo d'Arianna (1976), later to be purchased by B&B Italia, Novedrate, Avalle came upon invaluable collaboration in the artist Maurizio Aprea. This was the period in which the “artist’s workshop” was founded. It was destined to last for seven years, first in Via Liutprando and then in Via Roncaglia 25, near the laboratory of Bruno Maiocchi, who would introduce Avalle to interferential filters and colorations on methacrylate.

In 1976 Galleria Philippe Daverio inaugurated Filippo Avalle’s first individual exhibition and Paolo Baldacci wrote the introduction to the artist’s monograph. The two art gallery owners Baldacci e Daverio offered their patronage  and thus began a period of reciprocally heartfelt collaboration.
Over these years the network of acquaintances extended and the first exhibitions abroad took place. In 1977 Avalle appeared in the X Paris Biennial and in 1978/79 the
fourth great work, Incendio a Beaubourg, funded  by  furniture maker and art enthusiast Sergio Consonni, was exhibited for a year and a half at Wilhelm Lehmbruck Museum, Duisburg. Initiative was thanks to Siegfried Salzmann, the museum director at that time.


New stages and the Exhibition at Palazzo Citterio

Self-taught, Avalle embarked upon study of architecture and construction science. In 1979 the fifth great work La Feroce was completed for Galleria Daverio: the title recalls the name the Fiat workers reserved for the company. Carlo Bertelli, the incumbent Superintendent of Fine Arts in Brera, recommended La Feroce
should be exhibited at Palazzo Citterio - even though at the time the building was still under construction. Thus the advent of one of the artist’s most peculiar exhibitions (1981). The preparatory cartoon for Atlanta Opus Epicum,  “psychosomatic” human figure, was erected in one of the showrooms. For this sixth great work, later realised in methacrylate in 1982, Avalle studied anatomy manuals alongside texts of psychoanalysis: the drawings and the project tridimensional works dedicated to the organs of the human body were put on show at the Palazzo Citterio exhibition.


Across the Atlantic and then the Lake

In 1981 the artist visited Canada and New York on the invitation of Eaton Department Stores, Montréal, which borrowed La Feroce for an exhibition as part of the initiative "Promozione Italia".

Once back in Italy work began on the home-studio in Brienno, on Lake Como, where the family went to live in 1983. A few years later Jacopo Zeno was born.
Avalle’s links with Milan remained solid, as did the presence of his works abroad. Indeed his creations were once again exhibited in Germany, this time in Galerie im Lenbachhaus (Munich 1983), as well as in Lyon (ELAC, 1984), invited by the art historian Vittorio Fagone. Amongst the "Aktuell 1983" curators were Armin Zweite and Dieter Ronte.
The publication of the book Opere 1974-1986 marked the end of the period of patronage from Galleria Daverio, which was to promote an extensive individual exhibition the following year.


Architecture of the face: holographic portraits

Avalle now pursued the course of production on order. Initially he concentrated on a series of "holographic portraits", stratigraphic tridimensional portraits, a brand new technique with most striking effects  - at times “realistic” and pictorial, at times completely dematerialized. Examples include portraits of poets such as Ezra Pound, a work ordered by the publisher Vanni Scheiwiller, and Eugenio Montale, whom Avalle in his childhood had had the occasion to frequent.


Architecture and illuminating engineering

Avalle proceeded with the cultivation of a parallel interest in architecture and soon he was ready for the
seventh great work, Technopolis (1987), a ‘company portrait’ ordered by Fabio Castelli, owner of the holding CASTEK of Milan.
Subsequent to Fernando Gianesini’s mediation, he then embarked on collaboration with Credito Valtellinese of Sondrio. After exhibition at the Wilhem Lehmbruck Museum of  Duisburg, Incendio a Beaubourg was entrusted for ten years to Refettorio del Palazzo delle Stelline, the exhibition hall of Credito Valtellinese, Milan.

For some time the artist had been extending his interest in architecture and illuminating engineering.
He created a tensile structure for the ceiling of the Visitors Centre (1989) for CERN (European Centre for Nuclear Research), Geneva.
On the occasion of an individual exhibition promoted by Credito Valtellinese, Como, the series “Arte moderna italiana”, publisher Scheiwiller, released a monograph dedicated to the artist with an essay by Franco Monteforte: Filippo Avalle: an artistic course after Fontana (n. 102, Milan 1990).
In 1991 the artist held an anthological exhibition at Residenza San Damiano, in the heart of Milan.

Three years after CERN, a new architectural challenge: Avalle completed  a series of artistic and functional operations for the cruiser Costa Allegra, designed by Guido Canali. He planned and created the eighth great work, a ‘solar obelisk’ in methacrylate and glass with interferential filters and optical fibres for the ship lobby.


From galleries to museums, from research centres to art fairs.

With a view to placing them into a museum, in 1993 Volker W. Feierabend purchased Opera Labirinto, Helma-Opera Labirinto and Atlanta Opus Epicum for his V.A.F. Foundation. Later these works appeared in Kunstmuseum, Bonn, MART, Rovereto and ZKM (Zentrum für Kunst und Medientechnologie), Karlsruhe.

Contact with gallery owners was actively resumed in 1994. Avalle prepared a work cycle harking back to the style of Gothic architecture for Studio Gastaldelli, Milan.
Exhibitions followed in Holland thanks to the mediation of the artist Jurrien Strelitski, with whom Avalle was destined to form a bond of friendship - a bond nurtured also by a parallel artistic search.

Gallery owner Mario Valente, Finale Ligure, decided to concentrate on Avalle. After organizing an individual exhibition  in Finale in 1995 and publishing an extensive catalogue, Valente showed Avalle’s works at the Milan and Bologna Art Fairs. (1996). This time it was Italy that made Avalle return to Holland. - for an exhibition in Schalkwijk (Utrecht) at the Contemporary Art Centre. Strelitski and Avalle then presented a selection of their works at ESTEC (European Space and Technology Centre), Noordwijk.

Since 1994 Avalle has been designing and creating a series of luminous sculptures in methacrylate and optical fibres, to be later complemented by leds and photovoltaic cells. Experiment and application are evident in architectural and design operations with methacrylate, as well as more traditional materials such as iron and wood: doors, furniture, stairs and lamps for interior furnishing.
It was the same Valente who had Avalle return to the attention of the German public at the Cologne (1996) and Frankfurt (1997) art fairs.

In a continuous search for renewed integration of  all the resources in painting, sculpture, architecture and new technologies, the gradual creation of Opera Unica witnesses how space is also reserved for panels drawn for Gaia - Habitat interplanetario and for the 1996-‘97 cycle dedicated to a fantastic transfiguration of the work of Palladio, exhibited at Studio Amedeo Porro, Vicenza. Next came a new series on the theme of the home - to be put on show at Studio Gastaldelli, Milan. In 1998 one of Avalle’s creations was exhibited at the Italian stand at the Lisbon Expo on the theme The Future of the Oceans.


Teaching

Since 1999 Avalle’s creative work has been accompanied by his role as a teacher at NABA (Nuova Accademia di belle Arti) Milan, where in the laboratory of Scuola di Design he teaches Techniques, Materials and Instruments.The experience in teaching, experimenting and planning recreates the atmosphere of the artist’s workshop with his students, who have the opportunity to present their finalized work in various exhibitions, amongst which the Milan Furniture Fair.


The first decade of the twenty-first century and reflections on the contemporary world

In 2000 Avalle and the engineer Mario Dotti presented their sculpture model Oasi at the Milan International 2001-III Millennium competition- in which a luminous installation was to be set into the square at Central Station.
At the same time, going on up until spring 2001, the artist was busy on the order Rugiada, a great luminous sculpture for the Italmoda shop in Moscow - designer Claudio Pironi.
He then completed La colonna delle stelle marine (2001) for Museo di Arte Moderna, Pescara. These works are reminiscent of the Obelisco solare created for the company Costa in Genova.

In 2001/ 2002 he conceived a work cycle dedicated to Tragic September 11th, exhibited in Villa Erba (Cernobbio) and at Valenteartecontemporanea, Finale Ligure in 2002. Another year and another sculpture - Fiat lux appearing at the Milan Intel Show and subsequently returning to an individual exhibition - most theatrically staged at Studio Gastaldelli. It was later to be loaned in commodatum to MAP, Castiglione Olona (Varese), placed alongside some of Avalle’s early works in methacrylate.

The artist’s reflections on the development of the contemporary world resulted in drawings and works to converge in the ninth great work Via Crucis, 2004/2005 for the new Church of Montegrosso, Asti, dedicated to Our Lady of Lourdes - contributing architects Roberta Ceccarelli and Paolo Ferrante.
Avalle had been commissioned on the recommendation of gallery owner Mario Valente and constructor Franco Cavagnino, and assisted by Nise Gerbino, one of Filippo’s pupils already pursuing her own artistic course and professional autonomy.
Via Crucis features the sacred and religious motifs of the fourteen stations correlated to representations recalling events and dramatic themes of our time.
For the occasion Avalle published a comprehensive volume dedicated to his own Via Crucis and the church, with inaugural ceremony celebrated in public by the bishop of Asti, Monsignor Francesco Ravinale, and Cardinal Severino Poletto, Archbishop of Turin.

In 2005 MART, Rovereto exhibited Helma Opera Labirinto as part of Un secolo di arte italiana.
In the meantime the tenth great work Sintesi  was completed - the result of a four year commitment. It appeared at the Bologna and Milan fairs (2006) and then at Studio Lattuada, Milan, in an individual exhibition presented by Philippe Daverio.

2006 saw another individual at the Moscow Fashion Expo, promoted by the Crocus Expo Group, Moscow, and a collective featuring pieces from the VAF collection, ZKM, Karlsruhe.

In 2007 Avalle produced his eleventh great work Ultima cena, commissioned by Credito Valtellinese; it bears witness to the living together of diverse ethnic groups and faiths. Presented firstly at Palazzo delle Stelline, Milan for the exhibition Ultime ultime cene, it was then placed into historical Hotel della Posta, Sondrio. In 2010 the artist returned to the same town for an individual in the new Galleria d’Arte.

An individual exhibition took place at the Metea Showroom, Milan, in October-November 2010.

In May 2011 Avalle will be present with some of his works at MIA - Milan Image Art Fair


 

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