Archivio Attivo Arte Contemporanea
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COSMOGONIE
il grande mistero dell’universo esplorato da
Paolo Barlusconi
progetto culturale interdisciplinare a cura di Michele Caldarelli

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programmi e date degli incontri interdisciplinari


UNIVERSIDAD NACIONAL AUTONOMA DE MEXICO

Instituto de Investigaciones en Matemáticas Aplicadas y de Sistemas y
Instituto de Investigaciones Estéticas
Convegno 
Palas y las Musas: diálogos entre la ciencia y el arte” 
22-24 agosto 2014
il programma in PDF del convegno
e su YouTube
un video che documenta gli atti del convegno
pubblicati in 6 volumi distinti

LA REGISTRAZIONE VIDEO DELL'INTERVENTO - SU YOU TUBE

COSMOGONIE

 un progetto interdisciplinare - intervento di
MICHELE CALDARELLI
Il progetto interdisciplinare Cosmogonie è nato a Como forse per una sorta di Genius Loci sulle sponde dell’omonimo Lago, ai confini dell’Italia con la Svizzera. Un lago e una città, difatti, dalle particolari valenze letterarie, artistiche e scientifiche che brevemente riassumo con, ad esempio, l’aver dato i natali ad Alessandro Volta (1) o di aver fatto da cornice agli scritti di Alessandro Manzoni (2) o Antonio Fogazzaro (3). Il nostro è un territorio che è stato patria dei Maestri Comacini, (4) artefici di stupendi monumenti, sintesi eterne di arte, tecnologia e storia ma non solo. E’ sulla facciata del Duomo di Como che i Maestri Comacini hanno collocato un’imponente raffigurazione scultorea di Plinio il Vecchio (5) dando un singolare senso di relazione al dialogo fra la natura mistica dell’edificio e lo spirito scientifico di questo “enciclopedista” di epoca romana. Inoltre, per concludere questo breve excursus di storia locale, vorrei in più citare alcuni elementi e figure di spicco della cultura di sintesi artistico/architettonica ricordando, della prima metà del ‘900, la progettazione visionaria di Antonio Sant’Elia (6) e l’avventura del Razionalismo rappresentata dall’architetto Giuseppe Terragni (7) e dal gruppo di artisti a lui vicino. Infine, dato che al cielo e al cosmo il nostro progetto fa riferimento, va ricordato anche che a Como nel 1978 è nata “L’Astronomia” famosa e anticipatrice rivista di divulgazione scientifica.

Ma veniamo al dunque: Cosmogonie è un progetto in via di sviluppo che non si esaurisce nemmeno ora, ormai alla quindicesima rassegna. Maturato nell’arco di un decennio da me come curatore (Michele Caldarelli) e dall’artista (Paolo Barlusconi), è esso stesso figlio di una sinergia e condivisione di pensiero che trova radici negli anni '70. Già allora, ancor prima di intraprendere i nostri percorsi professionali, ci accomunava un vivo interesse per le contaminazioni interdisciplinari. Il fascino della manipolazione dei materiali, insita nella progettazione degli oggetti pensando ad un necessario equilibrio fra estetica e funzione, emergeva in modo naturale da alcune nostre direttrici di studio in ambito universitario. Gli studi di Architettura con particolare interesse per l'archeologia industriale, per me, e di ingegneria meccanica per lui, coniugati fin da subito con una accesa passione per l'Arte e la Filosofia. Maturate le nostre esperienze, dopo aver approfondito e sperimentato quella che consideravamo una necessaria e vantaggiosa sinergia fra discipline umanistiche e scientifiche, abbiamo avviato una collaborazione sempre più a stretto contatto sfociata poi nel progetto Cosmogonie.
Con questo siamo partiti nel 2005, in occasione dell’anno mondiale della fisica e l’argomento, che oltre a noi due, nel corso del tempo ha coinvolto numerosi docenti universitari ed esperti di settore in qualità di relatori in occasione di più incontri, ha favorito quasi con naturalezza il formarsi di una interazione/integrazione transdisciplinare. Il Cosmo è stato ed è per noi centro d’attenzione, oggetto di discussione e sinergia tenendo conto delle più disparate visioni o teorie, siano esse di estrazione umanistica, che scientifica, non trascurando alcuna disciplina e favorendone ispirazione reciproca, riallacciando vecchie frequentazioni o favorendone di nuove, con fisici, astronomi, matematici, architetti, poeti, filosofi, astrofisici, botanici... I contributi teorici fino ad ora prodotti in occasione di incontri/convegni espressamente programmati per il progetto (oltre una ventina) sono tutti pubblicati in www.caldarelli.it/comogonie.htm, ma va sottolineato che spesso la nostra avventura speculativa si è collegata/integrata in altri eventi, come questo convegno di Palas y las Musas, e se ne trova specifica informazione nella pagina di programma che periodicamente viene implementata nel sito.
Il Cosmo di cui argomentiamo è inteso come multiverso e il senso del termine cosmogonia contiene il concetto di generazione di tutto quanto esiste. Relativamente a ciò, si vuole mettere in luce quanto siano interessanti sia le considerazioni di carattere astronomico, matematico o fisico sia le interpretazioni di carattere letterario, mitologico o d’invenzione. Gli spunti di confronto nascono pertanto dalle varie visioni del cosmo che la storia dell’uomo ha prodotto nei secoli. Quindi, buchi neri e stringhe cosmiche si pongono sullo stesso piano di stimolo creativo delle visioni del mondo delle civiltà mesopotamiche o precolombiane. Non da ultima è stata più volte presa in considerazione anche l’esplorazione spaziale, che nel cosmo ci vuole proiettare, a partire dai primi voli in mongolfiera per arrivare alle missioni Apollo e oltre. Questo è avvenuto, sia incentivando gli interventi congressuali che trasferendo fisicamente la rassegna nei tre maggiori musei italiani dell’aeronautica. In tema sono state anche alcune escursioni nella letteratura, andando a rispolverare racconti di ogni epoca: dall’invenzione di Luciano di Samosata con l’Icaromenippo o quella di Cicerone nel Somnium Scipionis per approdare alla prorompente avventura Aerofuturista e alla fantascienza di Giulio Verne. Nel sito www.caldarelli.it/comogonie.htm sono consultabili ormai alcune centinaia di pagine che testimoniano l’ampiezza dell’argomento tuttora in pieno sviluppo, supportato anche dal moltiplicarsi delle opere di Paolo Barlusconi che fanno da solido riferimento “fisico” alle argomentazioni. Le sue opere si possono leggere secondo un triplice canale interpretativo: artistico, poetico e razionale, quasi una rêverie alchemica, introducendoci ad una ulteriore riflessione macro/microcosmica. Questo accade in ragione delle modalità operative e della scelta dei materiali utilizzati per comporle.
Nel suo caso, l'invenzione e creazione artistica, con particolare attenzione per l’eleganza progettuale insita anche nel più banale e semplice elemento di produzione industriale, attua un “iter estatico” quasi un viaggio museografico Kircheriano, curiosamente ripreso dalla moderna saga di Star Trek, (8) raccogliendo con instancabile volontà una quantità indescrivibile di oggetti da classificare, quasi si trattasse di individui appartenenti a specie botaniche in estinzione, e da riusare come elementi, segni alfabetici o lemmi del proprio racconto. In ogni opera che realizza, più che plasmare la materia secondo i principi della pittura o della scultura, la conduce attraverso una sorta di "passaggio di stato", pone in comunicazione due universi paralleli attraverso una sorta di black hole concettuale. Concentra l’attenzione sulla ”intelligenza“ degli oggetti trasformando questa in qualcosa di completamente differente, lasciando i “corpi” essenzialmente inalterati. Questo, a mio avviso, oltre al fascino esercitato sull’invenzione artistica dalle teorie scientifiche più auliche ed astratte, sottolinea come anche il “panorama” di uno dei tanti ipermercati “fai-da te”, per l’occhio attento di un artista, possa essere fonte di ispirazione, non meno di una esposizione di tecnologia aviatoria a proposito della quale, permettetemi di citare un curioso quanto significativo episodio. Al Salon de l’Aviation di Parigi del 1912, Duchamp così apostrofava Brancusi: “La pittura è finita. Chi potrebbe fare meglio di questa elica? Dimmi, tu lo sapresti fare?”
Da cosa nasce cosa, secondo il principio deterministico che vuole ogni oggetto semplice prodotto da automatismi meccanici. Uno stampo, una trancia, una calandra lo hanno sagomato o modellato, pronto per entrare nel quotidiano; elemento anonimo di sistemi complessi o singolo elemento di uso comune, il più delle volte, è prodotto per essere consumato distrattamente e destinato velocemente al riciclo o all’inquinamento ambientale. Eppure è figlio di un’idea, di un principio di utilità o di bellezza, di un "a priori" intelligente che ne ha permesso l’esistenza anche se effimera e ne giustificherebbe un "passaggio di stato", una archeologizzazione dinamica nell’area affettiva del pensiero collettivo rinverdendo lo spirito di antichi studioli o Wunderkammer.
Un percorso operativo e di analisi, questo, che dà seguito coerente ad una ben collaudata esperienza dell’autore nel campo della macrofotografia, quando particolari di piante o di elementi inanimati erano da lui collazionati in un unico erbario atipico. Ciò che lo interessa è la genesi della forma nella sua essenza di intelligenza primaria, pre-formante; i rapporti di proporzione armonica sono, coerentemente e di conseguenza, fondamentali in ogni sua composizione dove tutto si confronta con le misure perfette del quadrato o della sezione aurea. La spirale logaritmica, che sottende la fillotassi nel mondo vegetale, definisce le superfici dei pannelli rettangolari su cui lavora o governa la distribuzione degli elementi su di essi mentre il cerchio, duplice nella sua natura simbolica e ampiamente saggiato nelle opere più recenti, fa da limite concettuale e ideale al rapportarsi della visione di un universo perfetto, misurabile ed esperibile, con quella di un cosmo infinito ed in continuo divenire. Cerchio con due anime e due misure, delle quali potremmo argomentare come, per la prima, il centro del compasso che ne traccia la circonferenza si colloca con precisione nel qui ed ora mentre, per la seconda, il punto di appoggio si situa nel non-luogo e non-tempo, all’origine del “tutto”. Chiedendoci “Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? - Oppure: “Che cosa siamo? Dove siamo? Come mutiamo e perché?”. O ancora, facendo sfuggire il nostro punto di osservazione dalle vicende del mondo, ponendo le medesime domande nei confronti dello stesso. Lungo un percorso di ricerca Cosmologico o anche più in profondità e in senso ontologico riattualizziamo domande fondamentali, madri di tutti gli interrogativi che costellano tutte le discipline, siano esse scientifiche che umanistiche.
Tutti coloro che abbiamo coinvolto nel progetto Cosmogonie hanno formulato considerazioni, commenti o ipotesi in merito a tutto questo dando possibili risposte nel proprio specifico disciplinare o, più arditamente quanto necessariamente, hanno rilanciato gli interrogativi in un gioco di squadra che si sta facendo sempre più interessante.
E’ così che, superata l’autoreferenzialità dell’arte, consuetudine fin troppo diffusa nella cultura contemporanea, si può trovare il coraggio di ricercare in modo transdisciplinare sempre nuovi e inaspettati confronti con problematiche inerenti i processi cognitivi.
Così sono nate anche le opere di Paolo Barlusconi per Cosmogonie, a proposito delle quali eccovi una breve storia... tracciata liberamente sul filo dei ricordi, descrivendo alcune opere, ricordando gli incontri e i luoghi che hanno ospitato la rassegna mentre per le immagini non incluse in questo saggio e una completa documentazione rimando il lettore all'indirizzo Internet www.caldarelli.it/cosmogonie.htm.

Quando nel 2005, volendo celebrare l'anno internazionale della fisica, si rese necessario individuare uno spazio che potesse ospitare Cosmogonie, nella fattispecie di una mostra e contestualmente un convegno, trovammo benevola accoglienza negli spazi del Politecnico di Milano che in Como ha un Polo Regionale.

Proprio lì, dove nell'interrato si trovava il loro centro di eccelenza per la ricerca nel campo della fisica, con un buon concorso di pubblico, ci trovammo in diversi relatori per un incontro anomalo rispetto alle consuetudini del mondo dell'Arte. Ma la cosa era voluta e, il vero argomento: "origine, natura, destino ed esplorazione del cosmo", fu trattato secondo le varie competenze disciplinari (matematica, fisica, letteratura, filosofia, paleo-astronomia, astrofisica e filosofia) e solo Paolo Barlusconi, giustamente con me, argomentò d'arte prendendo ad oggetto le proprie opere lì esposte. Fu un successo e l'iniziativa, pensata come evento isolato, ebbe uno sviluppo tanto inaspettato quanto quasi auspicato dalla grande opera "Galassie" appesa alle spalle dei relatori, con la didascalia: Dopo il Big Bang la materia si addensa secondo leggi ineluttabili nello stupefacente sistema delle galassie e delle nebulose: un universo all’apparenza caotico dove però tutto si muove in un perfetto sincronismo di moti e di rivoluzioni. E’ una delle più esaltanti manifestazioni di ciò che chiamiamo “essere”. Una rappresentazione, questa, tanto potente e ricca di implicazioni quanto essenzialmente povera nell'uso dei materiali: tela e intelaiatura di alcuni ombrelli.
Lo scopo di questo primo incontro, mantenuto e sviluppato successivamente ad ogni tappa di Cosmogonie, è stato non tanto quello di avvalorare le qualità estetiche delle opere esposte mediante elucubrazioni extradisciplinari, quanto piuttosto di instaurare dialoghi paritetici su argomenti comuni se non addirittura, rovesciando la situazione. Volevamo in pratica far sì che la curiosità per l'opera d'arte fungesse da volano per concatenare stimoli che spingessero l'osservatore ad ulteriori approfondimenti... anche semplicemente veicolando l'interesse mediante didascalie/commenti che descrivessero le concezioni insite nelle opere stesse.
E' in questo modo che, prendendo ad esempio "Cosmochrome", l'opera poi assunta stabilmente come logo di Cosmogonie, possiamo osservare come il blu elettrico della superficie attragga l'osservatore inducendolo poi a leggere il commento: - Concezione energetica - Forma spesso presente in natura, la spirale suggerisce l’idea del movimento attorno al proprio centro e quindi rimanda all’universo come struttura vitale permeata di energia. Si tratta di una spirale archimedea, il cui centro è posizionato con precisione, tracciando prima un sezionamento aureo del quadrato di supporto. Veniamo così introdotti via via a concetti topologici e di calcolo anche complessi mediante l'arrotolamento, sulla superficie, di un semplice tubo corrugato chiamato passafili dagli elettricisti. L'intento è quello di suscitare, con poco e per mezzo di una sintassi semplice, interrogativi e ipotesi di sviluppo. Una prassi e un metodo che in buona sostanza attua un'idea d'uso dei materiali che Paolo Barlusconi già nel 1979 esponeva in forma di Manifesto:
Fui folgorato da Duchamp sulla via della ricerca: l'oggetto con il suo porsi innocente, offriva un pretesto sublime. Ma come sottrarsi all'incanto dell'arte rappresentativa dei millenni addietro?
Il segreto era nella contaminazione, di casualità e premeditazione, di verità e finzione: aiutare la "cosa", così schiva a proporsi in chiave estetica, a diventare protagonista dello spazio e a scandire, con il ritmo dei rapporti di volume, la sinfonia della forma.
Dalle ceneri della rappresentazione, apparentemente azzerata dalla presentazione, può così nascere la nuova mimesi, dal concreto può prendere vita una nuova dimensione dell'astratto.
Il traguardo è arrivare al senso della forma, anzi arrivare al Senso con la Forma: la chiamo anche metafisica della materia.
Quasi segno calligrafico, il tubo corrugato si ripresenta dipinto di color rame in diverse opere come, con un esempio riferito all'astrofisica, in "Campo di stringhe". Qui, nella fattispecie di una serie di onde, pur permeate di semplice eleganza, maggiormente balzano all'attenzione per via del forte effetto ottico percettivo generato. Questo ne è il commento: Le stringhe sono la testimonianza del passaggio dalla fase simmetrica dell'universo (la primordiale) a quella asimmetrica. Rappresenterebbero quindi l'interfaccia tra regioni in cui la materia cosmica si è assestata secondo stati fondamentali differenti. Stringhe come confini! Sarebbero così lunghe da attraversare l'intero universo osservabile.
Tornando alle considerazioni più squisitamente topologiche, in "Spirale 2007" lo stesso tubo gioca il proprio ruolo in una sorta di leonardesca quadratura del cerchio, sintetizzando finito e infinito in una immagine fortemente simbolica. In "Caosdisk" l'elemento costitutivo è invece un singolo cd-rom riposizionato all'infinito a formare virtualmente un altro se stesso così descritto: "Teoria del Caos" - L’opera si ispira ad uno dei concetti di tale teoria, quello detto della "autosomiglianza", in base al quale un ente o un fenomeno si presenta formalmente identico qualunque sia il fattore di scala sotto il quale lo si esamini: si pensi ad esempio alla foglia della felce o alla costa marina, che si "autosomigliano" se visti nella loro interezza o nel dettaglio.
L'infinita oscillazione dello sguardo nell'osservare, nel rispecchiarsi reciproco della struttura del macrocosmo nel microcosmo, fa della prassi operativa di Paolo Barlusconi, peraltro assolutamente moderna, anche una figlia del pensiero magico rinascimentale. Non è stato difatti casuale il convegno "Cosmo e Cielo" che abbiamo organizzato nel Castello dei Pico a Mirandola, in occasione dell'Anno Internazionale dell'Astronomia (IYA2009). Del felice incontro è anche testimonianza "Il Cosmo di Pico", un'opera creata appositamente per essere donata al Centro di Studi Pichiani. Pensata in riferimento al De Hominis Dignitate la struttura perfettamente radiale della stessa rimanda alla concezione rinascimentale, che pone l'uomo, con le sue capacità di pensiero e di azione, al centro della dimensione del reale.
Una centralità speculativa, filosofica, linguistica e astrologica, come sottolineato dagli argomenti degli interventi del convegno, che trova sviluppo, spostandoci verso la modernità, anche nella attività esplorativa del cielo e del cosmo. Questa è la ragione delle mostre presentate anche nei tre principali musei italiani dell'aeronautica e del convegno organizzato a Como "Voglia di Cielo". In questa occasione nove relatori hanno argomentato nel loro specifico campo di esperienza, coprendo la storia e l'immaginario dell'esplorazione spaziale dalle origini ad oggi, dal volo immaginato in letteratura alle prime esperienze aerostatiche, dagli impeti Aerofuturisti alle missioni astronautiche.
Legate al volo, due opere possono essere qui ricordate: "Porta del cielo" che ci sottolinea una concezione liminale - L'opera si propone come soglia (limen) tra il mondo da noi conosciuto e la profondità degli spazi siderali - e "Tecnocosmo" che esprime simbolicamente una concezione tecnologica - L’opera si estende in dimensioni tanto fantascientifiche quanto futuribili, che configurano strutture dell’universo basate su modelli matematici e costruite con tecnologie altamente sofisticate: l’uomo è in grado di “produrre” universi alternativi a quello preesistente alla sua comparsa sul pianeta!
L'Anno Internazionale dell'Astronomia ci ha fornito anche l'occasione di essere presenti nel museo G.D. Cassini a Perinaldo, paese natale dell'illustre astronomo italiano contesoci dalla corte di Francia. Stimolante è stato partecipare all'incontro, organizzato da questo piccolissimo centro dell'entroterra ligure, incentrato sulle sfide dell'astronautica e dell'esplorazione strumentale dello spazio... dalle prime esperienze al progetto della colonizzazione di Marte.
"Porta del cosmo" - donata al museo stesso perchè ispirata alla stuttura di Saturno, pianeta chiave della ricerca astronomica di Cassini, ci introduce ad una serie di altre opere di soggetto prettamente astrofisico, orientate verso le profondità e l'origine dell'universo: "Germinazione radiale" - Una ellisse ripartita radialmente da corde in tensione dinamica così espressa - Le linee di forza che si dipartono dal fuoco dell'ellisse rimandano alla teoria di un universo in espansione (inflation) oppure "Espansione" - che, insistendo sulla medesima teoria cosmologica, con una semplice serie di tubi spezzati evidenzia una concezione: in base alla teoria scientifica del “Big Bang” l’universo è attualmente in una fase di espansione e l’opera rappresenta schematicamente una struttura in cui la forza centrifuga, dopo la deflagrazione primigenia, agisce sugli elementi costitutivi, allontanandoli dal centro. Ci saranno poi un Big Bounce o un Big Crunch? Non lo sappiamo, così come ci è ignota la natura dei Buchi neri, pur osservati e teorizzati, ai quali si riferisce "Black Hole", un assemblaggio estremo di tappi corona, quelli che sigillano le bibite: Nello spazio interstellare sono disseminati secondo gli scienziati dei “buchi neri”, nei quali la materia ha una densità così alta da fagocitare qualsiasi corpo celeste si avvicini e perfino la luce. E' l’affascinante prospettiva di universi paralleli. A questa visione si riferisce anche: "Singolarità" - Un punto dello spazio-tempo in cui l’attrazione gravitazionale assume valori infiniti; tipicamente si trova all’interno dei buchi neri, oltre l’orizzonte degli eventi. Tentando ancora di penetrare la natura di un Black Hole, ecco scaturire dall'uso trasfigurante di un brandello di pneumatico esploso e rinvenuto sul ciglio della strada: ."Orizzonte degli eventi" - con una concezione astrofisica: L’espressione scientifica (dalla valenza poetica) definisce il confine oltre il quale si entra in una dimensione di stati-limite della materia, in cui si configurano le condizioni dell’universo prima del big-bang.
E' con un buon numero di opere come queste, proposte come un autentico Speculum Caeli, che ad Asiago, con un collegamento in diretta all'attività osservativa di un gruppo di astronomi (operativi a Cima Ekar col più potente telescopio ottico italiano) abbiamo fisicamente dato una sbirciatina alle profondità siderali in compagnia di alcune centinaia di appassionati delle stelle. Soffermandoci sul fascino delle galassie, le abbiamo ritrovate in opere/sintesi immaginative come: "Galassia" - Concezione astronomica - Quale stupefacente entità cosmica è una galassia, con miliardi di stelle e di sistemi: ne esistono di varie forme e presentano al proprio interno buchi neri di dimensioni anche enormi. E ancora in: "Galassia binaria" - ...ne esistono anche di abbinate, con la presenza di due centri di rotazione!
L'occasione per immergerci fisicamente fra i corpi celesti, si è presentata al Museo di Scienze Planetarie di Prato dove le opere sono state collocate fra i reperti del museo stesso, la più importante e ampia raccolta italiana di meteoriti. Lì, col convegno "Arte, Storia e Scienza raccontano il Cosmo" abbiamo assolto una volta in più, e grazie alle competenze provenienti dall'osservatorio di Arcetri e dal Museo Pecci, all'intento divulgativo di Cosmogonie, rivolgendo in egual misura l'attenzione all'osservazione del cielo e al racconto/rappresentazione dello stesso.
Facendo storicamente un passo indietro, va sottolineato a questo proposito come l'immaginazione mitologica e letteraria siano state anticipatrici, assieme all'astrologia, dell'investigazione e della razionalizzazione del cosmo secondo parametri, sempre più oggettivi e coerenti, che ne vogliono scoprire in forma di verità: natura, origine e destino.
Pur nella miriade di errori e ipotesi zoppicanti, le visioni olistiche protoscientifiche sono anche la forma più immediatamente vicina a ciò che l'uomo autenticamente comprende e interpreta come vicino a sé, al proprio "sentimento" dell'esistenza.
Con queste, l'arte ha la maggior affinità in virtù della potenza espressiva a cui si può apparentemente attingere di prima mano. Il Cosmo è là fuori ma anche prepotentemente in noi stessi e ricordando questo assunto, anche Cosmogonie ne tiene conto con un occhio d'attenzione all'aspetto esplorativo in area umanistica...
Ricorderei in proposito e ad esempio paradigmatico le opere:
"Iron & Gold" - Concezione epicentrica - L’universo visto come struttura avente un centro: rappresentazione cosmogonica da riferirsi a teorie del passato, secondo le quali spesso la visione epicentrica assume anche i caratteri della concezione antropocentrica, che pone l’uomo al centro del mondo.
"I quattro angoli del mondo" una concezione favolistica espressa utilizzando gusci vuoti di macchine fotografiche "usa e getta" e che nella didascalia racconta: C’era una volta il mondo e il mondo era diviso in quattro parti.
"Passaggio di dimensione" - Concezione fantascientifica - La scienza sta formulando ipotesi su universi a più dimensioni e universi paralleli; quello che appare oggi fantascientifico, ossia conoscere e attraversare altre dimensioni, domani potrebbe diventare realtà.
"Moneidon" - Concezione organica - Il Tutto concepito come l’insieme organico di entità primigenie autosussistenti (monadi) che costituiscono la "materia prima" della realtà. "Rosa dei venti" - Concezione topologica -Il cosmo visto come dimensione da esperire in senso fisico-direzionale: la diversità si connota secondo la posizione (topos) occupata. Io “sono” in quanto “sto” da qualche parte!
Non da ultimo: "Eldorado" - Concezione edenica - Il mito della terra felice quale proposizione della dimensione incorrotta, estranea alle contraddizioni e alle miserie della realtà... una urbanizzazione ideale, forse riferita alle aspirazioni della virtualità digitale, fatta di circuiti elettronici "d'oro".
La più recente chiave di lettura della "natura" di Cosmogonie, è emersa dalla presenza della rassegna a Villa Carlotta (a Tremezzo sul Lago di Como) museo e orto botanico italiano fra i più noti nel mondo.
Il senso, lì, è stato giocato sul parallelo simbolico fra le opere esposte e il mondo vegetale del giardino inteso come specchio dell’universo: un’idea di rapporto armonico fra uomo e cosmo come descritta negli erbari astrologici che molta parte hanno avuto nello sviluppo della scienza medica alle sue origini o nei lunari agricoli che tanta attenzione ponevano alle fasi lunari. Ma, soprattutto, si è voluto ricordare che la terra, corpo vivente, è anche uno splendido giardino, l’unico che per ora può ospitare la vita del genere umano in attesa dell'esito delle futuribili quanto incognite avventure spaziali.
Contornate da un insieme di libri antichi di argomento astronomico e matematico, le opere esposte, come le teorie contenute nei testi, si sono offerte all'osservatore come autentiche capsule del tempo. "Semi" o "calici" ricchi di polline, data l'analogia con il mondo vegetale, contenenti una serie di istruzioni genetiche utili a ricreare in un ipotetico futuro materiali, oggetti, idee e concetti. Per ogni opera difatti sono stati usati perlopiù materiali plastici di sintesi, in forma di oggetti d'uso, con l'intento, come già illustrato nella parte iniziale di questo testo, di preservare l'intelligenza progettuale, unico e sostanziale "frutto" dell'universo antropico. Ogni opera può essere traslata simbolicamente nell'immagine radiale del fiore, di quel fiore che, quasi invisibile per l'altezza a cui è stato collocato, compare sulla fronte dell'effigie di Adamo sulla facciata della cattedrale di Como, dove al livello più basso troneggia Plinio.(5)
Ma se le opere tridimensionali, di cui abbiamo argomentato fino ad ora, costituiscono dei quasi-mandala nel condensare visioni complesse in modo estremamente sintetico e fisico, vorrei, per concludere questo escursus, parlare dei "Lasergrammi". Queste opere, che costituiscono una produzione parallela di Paolo Barlusconi, nell'ambito di Cosmogonie, sono fatte di luce, luce laser catturata dall'autore su carta fotografica autopositiva. Rimandano in modo mimetico e virtuale ad un cosmo puramente energetico fatto di nebulose ancora in formazione, energia pura che dal primigenio Caos fluisce in infinite aggregazioni, offrendoci "in vitro" un parallelo di invenzione con l'ineffabile eleganza dell'universo che ci sovrasta e ci contiene.

NOTE


(1) Alessandro Volta (1745 - 1827) fisico italiano, conosciuto universalmente per l'invenzione del primo generatore elettrico mai realizzato, la “Pila”.
A Como, sulle rive del lago si trova il “Mausoleo Voltiano”, inaugurato nel 1928 in concomitanza con l'esposizione celebrativa del primo centenario della sua morte. L'edificio, in stile palladiano, è opera dell'architetto Federico Frigerio (1873-1959).
Vi si conservano numerosi cimeli, documenti e macchine sperimentali, una parte dei quali sono stati fortunosamente strappati all'incendio che distrusse l'Esposizione Voltiana del 1899.
(2) Alessandro Manzoni (1785 - 1873), è considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi. Il suo più celebre romanzo è I promessi sposi, caposaldo della letteratura italiana. La vicenda è ambientata in Lombardia tra il 1628 e il 1630. I protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani operai tessili che vivono in una località del lecchese, nei pressi del lago di Como.
(3) Antonio Fogazzaro (1842 – 1911) scrittore e poeta. La vicenda del suo romanzo Malombra è ambientata in parte nell'antica villa Pliniana sul Lago di Como, che costituì per Fogazzaro una delle principali fonti di ispirazione del racconto.
La versione cinematografica di Mario Soldati (1942), uno dei capolavori del cinema italiano, venne girata nella stessa Villa Pliniana. La Villa Pliniana, edificata nel 1573, deve il suo nome alla presenza, nel cortile interno dell'edificio, di una fonte intermittente di natura carsica, così descritta da Plinio il Giovane “(...) Nasce dalla montagna una sorgente, discende attraverso le rocce, si raccoglie in un piccolo vano atto a pranzarvi, tagliato a mano dall'uomo. Dopo essersi un po' trattenuta cade nel lago Lario. Ha una strana natura: tre volte al giorno si innalza e si abbassa per determinati crescimenti e diminuzioni. Forse che una corrente d'aria più nascosta ora apre l'apertura e i canali della sorgente e ora li chiude (...)”. Questa caratteristica della fonte, visitata anche da Leonardo da Vinci pochi anni prima che venisse eretta la villa, è descritta nel Codice Leicester.
(4) I Maestri Comacini furono costruttori, muratori, stuccatori ed artisti, raggruppati in una corporazione di imprese edili itineranti, composte da professionisti specializzati. Furono attivi fin dal VII secolo nella zona tra i laghi di Como, Lugano e in tutta la Lombardia ma non solo. Monumentale è la documentazione su di loro raccolta da Giuseppe Merzario in I maestri Comacini. Storia artistica di mille duecento anni (600-1800), Milano 1893.
(5) Gaio Plinio Secondo, detto Plinio il Vecchio e zio di Plinio il Giovane (23 - 79 d.C.), fu un vero “cronista scientifico” dell’antica Roma. Morì tra le esalazioni sulfuree dell'eruzione del Vesuvio che distrusse Stabia, Ercolano e Pompei, mentre osservava il fenomeno vulcanico da vicino. La sua opera maggiore, a noi pervenuta, è la Naturalis historia, redatta in 37 volumi. Un’opera che è rimasta testo di riferimento scientifico e tecnico per tutto il Rinascimento e oltre. Vi si trova raccolto tutto il sapere della sua epoca pertinente a cosmologia, geografia, antropologia, zoologia, medicina, metallurgia e mineralogia.
(6) Antonio Sant'Elia (1888 - 1916) architetto italiano fu esponente del Futurismo.
La maggior parte dei suoi progetti non sono mai stati realizzati ma la sua concezione dinamica e visionaria dell’architettura ha influenzato e influenza ancora oggi numerosi progettisti. Basti pensare alla sua antesignana idea della collocazione a vista degli ascensori sulle facciate degli edifici. I suoi disegni della Città nuova hanno ispirato il regista Fritz Lang per la scenografia del suo capolavoro cinematografico Metropolis (1927). Un film, questo, simbolo del cinema espressionista e universalmente considerato modello di molto cinema di fantascienza ispirando fra l’altro in tempi recenti pellicole come Blade Runner e Guerre stellari.
(7) Giuseppe Terragni (1904 - 1943) non rappresenta solo un convinto adepto del Movimento Moderno ma costituisce, insieme a Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Castagnoli - poi sostituito da Adalberto Libera,- Gino Pollini e Carlo Enrico Rava, il Gruppo 7, che attraverso i suoi interventi sulla rivista “Rassegna italiana” ha promosso il rinnovamento totale dell’architettura sull’esempio di quanto stava accadendo in Europa con Gropius e Le Corbusier. Il forte messaggio trasmesso da Terragni all’ambiente intellettuale comasco viene subito recepito da colleghi, architetti, ingegneri, pittori e scultori sensibili alle novità d’oltralpe. I quali, a loro volta, si sentono investiti dell’impegno di introdurre un dialogo nuovo nell’intera espressione artistica italiana.
(da: http://www.caldarelli.it/architettura.htm)
A Terragni furono vicini nell’avventura artistica i pittori comaschi Mario Radice, Manlio Rho, Aldo Galli, Carla Badiali e Carla Prina e fra loro va segnalato Manlio Rho: ...Stimolo e, nel tempo, risultante della sua visione dell'arte che andava maturando, furono anche le amicizie che strinse e mantenne con personaggi delI'industria tessile o del mondo universitario come l'ing. A. Dell'Acqua della sezione fisico-matematica del Politecnico di Milano... mentre fu l'attività di insegnamento presso la scuola tecnica professionale comasca "Setificio", che lo avvicinò ad un sempre maggior approfondimento delle problematiche e delle possibilità "dell'arte industriale"... (da:http://www.caldarelli.it/rho.htm)
(8) Athanasius Kircher (1602 - 1680) Iter exstaticum coeleste ... siderumque tam errantium ... Roma, Mascardi, 1657
Athanasius Kircher è stato un grande affabulatore, un accattivante divulgatore, un umanista che è riuscito ad innestare il sogno su scienza e su tecnica. Questa sua opera, al confine tra scienza, astronomia, magia e occultismo, è stata una delle prime a trattare della pluralità dei mondi, seguendo le teorie cosmologiche di Tycho Brahe in opposizione a quelle aristoteliche e tolemaiche. Nel primo dialogo Kircher, con lo pseudonimo di Theodidactus e guidato da Hydriel, compie un viaggio quasi dantesco, scendendo fino al centro della Terra (anticipando di due secoli la fantasia di Jules Verne e George Sand) esaminando le caratteristiche geologiche, le forme di vita animali e vegetali, le acque e ogni possibile altro mistero sotterraneo, formulando con ciò una straordinaria prefigurazione del suo successivo "Mundus Subterraneus". Nel secondo dialogo descrive quindi, sotto la guida di Cosmiele, le caratteristiche e le meraviglie dei pianeti, delle stelle e della superficie terrestre.

Michele Caldarelli, nato a Milano nel 1950, si è laureato in architettura presso il Politecnico di Milano. Dal 1977 è direttore artistico della galleria d’arte “Il Salotto” di Como. Oltre alla presentazione critica di numerose rassegne personali di artisti contemporanei, ha al proprio attivo l’organizzazione di un centinaio di mostre di argomento tematico, molte delle quali di carattere interdisciplinare, presentate in Italia, Europa, Stati Uniti e Sud America. Come giornalista e critico d’arte dal 1984, ha collaborato con importanti quotidiani e riviste di settore. Dal 1996 è responsabile dello sviluppo del sito Internet Archivio Attivo Arte Contemporanea http://www.caldarelli.it da lui creato. Come editor e graphic designer, ha ideato e curato la pubblicazione di numerosi volumi e cataloghi d’arte. Ha inoltre realizzato svariati libri d’artista, fra i quali sono da ricordare i 60 titoli della collezione Minima Poetica. Con l’intenzione programmatica di sviluppare un clima di sinergia possibile fra le arti e le scienze che non trascuri alcuna disciplina e ne favorisca ispirazione reciproca proponendo interventi di fisici, astronomi, matematici, architetti, poeti, filosofi, astrofisici... ha organizzato mostre tematiche, interdisciplinari, convegni e incontri collaborando con numerose istituzioni culturali, musei e università.

Paolo Barlusconi, nato a Guanzate (Como) nel 1951, artista interdisciplinare, non ancora ventenne inizia la propria avventura artistica, caratterizzata da una continua ricerca di nuovi linguaggi e materiali. Gli esordi, per un breve periodo, possono essere riferiti all’area metafisico-surrealista ma successivamente sviluppa una propria poetica, incentrata sull’uso dei materiali e degli oggetti come elementi costitutivi dell’opera. Intraprende in parallelo gli studi tecnici, conseguendo la laurea in ingegneria e caratterizza sempre più la propria ricerca secondo un’ottica multimediale che costituisce elemento fondamentale del suo operare: pittura, opere tridimensionali, installazioni, fotografia. Negli anni ‘80 inizia la sperimentazione con nuove tecnologie, prima fra tutte quella laser; fonda con altri due artisti il Gruppo di Ricerche Visive “Metalaser”, col quale tiene diverse mostre ed installazioni e intraprende una ricerca sulla luce che tuttora rappresenta elemento importante della sua attività artistica. Si interessa anche della teoria scientifica del Caos, esplorandone le valenze poetiche. La ricerca più recente è incentrata sulla sintesi di materia e luce, in opere e strutture di grandi dimensioni; la serie intitolata Cosmogonie, attualmente in fase di realizzazione, rappresenta l’interesse dell’artista per il grande mistero dell’uomo nell’universo. Nel 1997 è tra i fondatori del Gruppo “Anomala”. Espone dal 1975 in Italia e all’estero. Nel 2007 ha partecipato alla LII edizione della Biennale di Venezia.


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