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Lucia Baldini - antologia Critica

"Giorni di Tango" di Lucia Baldini
Ovvero fotografia e musica insieme

Del Tango, Enrique Santos Discépolo, uno dei suoi interpreti fondamentali, diede questa definizione di straordinaria sintesi: " E' un pensiero triste che si balla". Autori primari della poesia, della ricerca etnografica e musicale, del cinema, hanno raccontato la magica suggestione di questa espressione musicale.
Lucia Baldini, responsabile della struttura fotografica di un'importante etichetta discografica, ha realizzato, facendo tesoro della sua sensibile disposizione dell'uso del mezzo fotografico, diverse esposizioni personali di cui la musica è stata sovente lo stimolo fondamentale.
Ha esposto all'Università di Tver nell'ex Unione Sovietica, in molte città italiane, a Budapest ospite dell'Istituto di Cultura italiana, collezionando ovunque significativi riconoscimenti. "Giorni di tango" è un libro fotografico (Auditorium Edizioni - Milano) che Lucia Baldini ha realizzato con immagini in bianco e nero, delicate e forti insieme, di grandi suggestione. Al libro è allegato un prezioso CD contenente brani eseguiti dagli ensemble diretti dai due importanti interpreti del tango contemporaneo, Luis Rizzo * e Cesar Stroscio*.
Un'opera, questa di Lucia Baldini, che è un accattivante e raffinato omaggio alla Fotografia.

Filippo Crea
Progresso Fotografico - febbraio 1999


Giorni di Tango
Fotografie di Lucia Baldini; Ed. Auditorium

"La strada, la vita, foresta dove ogni istante può saltarmi addosso come una magnolia, dove i volti nasceranno quando li guarderò....". (Julio Cortazar, da Historia De Cronopios Y De Famas, Manual De Instrucciones).
Comincia così Giorni Di Tango, pensato da Lucia Baldini che ha ben amalgamato il lavoro di anni, mettendo anche le foto più suggestive di giorni, di mostre fotografiche in giro per Milano, Ferrara, Firenze, Torino e Tver (ex Unione Sovietica). L'autrice, anche grazie al suo lavoro per l'etichetta Materiali Sonori, ha fatto uscire dischi sul Tango dai quali sono state estrapolate alcune tracce: ne è nato un Cd allegato al libro. tra i brani "Tristesse" di Luis Rizzo e "Lo Que Vendra" di Astor Piazzolla. Inoltre ad aprire e a chiudere Giorni di Tango, due inediti dal vivo "A Luis Luchi" di E. Rovira e "Milonga Del Angel" di Astor Piazzolla. La disperazione sensuale di queste foto mettono al nudo il fascino della tanghitudine: neologismo coniato anni fà da Meri Lao per esprimere, dice l'autrice, questo eco di "finitudine, solitudine, negritudine" nel presente del tango. Molte delle foto sono state accostate alle poesie di J. B. Borges, tra le quali vogliamo citare questa: "Lo spazio e il tempo.... sono strumenti magici dell'anima". L'autrice, un giorno, in una biblioteca ha messo insieme tutti i libri del suo scrittore preferito, l'argentino Cortazar, ma dato che erano tantissimi, le sembrava impossibile trovare qualcosa per il suo libro. Sfogliandolo però, l'ha trovato segnato dalla stessa mano, s'è fidata, ed adesso nel libro ringrazia questo lettore sconosciuto. Anche noi la ringraziamo. E' davvero un buon lavoro!

Francesca Ognibene
Music Club


 

Un libro da non perdere assolutamente è "Giorni di Tango" di Lucia Baldini, un'altra fotografa che seguiamo con molto interesse. Accade spesso che alcuni lavori, pur validissimi, girino per anni nelle sale espositive prima di trovare una collocazione editoriale. Ma quando vengono pubblicati, hanno una marcia in più. E' quanto è avvenuto per le immagini che compongono "Giorni di Tango" che sono state esposte in diverse mostre in Italia e all'estero prima di essere pubblicate per le Edizioni Auditorium di Milano.
Avevo scritto due o tre anni fa a Lucia Baldini che guardando le sue immagini sembra di sentire la musica.
Quella prima sensazione ha trovato conferma in questo prodotto editoriale a cui è stato allegato un prezioso cd con un'inedita raccolta di brani di Piazzolla, Rizzo*, Stroscio*, Rovira. Il libro contiene anche dei piccoli testi tratti da opere di Jorge Luis Borges, Julio Cortàzar e altri autori selezionati dalla stessa Baldini in base agli ideali del Tango.Sul filo della memoria e delle sensazioni si dipana il racconto fotografico della Baldini che inserisce nei suoi "giorni di tango" alcune immagini scattate nel '93 nel "ghetto di Budapest", di "desde el anden" e di "una stanza dove niente accade".
L'importante per l'autrice è comunicare gli umori, le sensazioni, lo spirito del Tango. Il libro ha una bella introduzione di Antonio Attorre e contiene una specie di diario dell'autrice che ci introduce al tango e ai suoi personaggi.

Vincenzo Mirasola
Gente di Fotografia - autunno 1997


Lucia Baldini
Giorni di tango - Auditorium Edizioni

Il tango è un pensiero triste che si balla attraverso gli occhi e l'obbiettivo di Lucia Baldini, fotografa attenta e appassionata all'oggetto e della sua indagine. Un libro da sfogliare ascoltando i tanghi che accompagnano immagini e meditando i versi di Borges e Cortazar usati come didascalie profonde. Passi trascinati lentamente come il respiro del bandoneon, tacchi battuti che segnano il tempo, veloce e convulso, girevole e "ganci" ricamati sull'ordito dell'armonia. Sguardi fissi, corrucciati, drammatici, occhi negli occhi, come richiede la coreografia di certe figure o abbassati e persi nel vuoto, lontano, in un pensiero. Danza vorticosa, potente e suadente, non solo erotismo ma anche sfida. Si dice che fosse la lotta mimata di due marinai nell'angiporto di Buenos Aires.
Più aggrappati che allacciati quando si balla un tango, non c'è abbandono, c'è un intersecarsi di domande e risposte: un passo chiama, un altro insegue, uno blocca, uno scavalca, uno provoca, uno sfugge. Così è la sequenza di un tango. Perchè il pensiero triste che si balla può suscitare tanta passione ancora a cento anni di distanza dal suo apparire? Cosa lo lega e cosa lo riporta ai nostri tempi? La risposta è in una musica tutta da esplorare e da contaminare. Il nuovo tango di Astor Piazzolla ha riaperto la strada a chi viene dopo, e la strada è ancora lunga.
"El espacio y el tiempo... son instrumentos màgicos del alma..." (Lo spazio e il tempo sono strumenti magici dell'anima...) J.L. Borges.
Giorni di Tango è accompagnato da un CD con Brani di Piazzolla, Rizzo* Stroscio*e dulcis in fundo Rovira.
Da guardare e da sentire.

Alessandro de Luca
World Music - Gennaio 1998



Il Tango fotografato da Lucia Baldini

"Quante cose ci servono tacite come schiavi, cieche e stranamente segrete! Dureranno più in là del nostro oblio, non sapranno mai che ce ne siamo andati".
Questo passo da "Las cosas" di J:L: Borges è uno dei tanti riportati a commento delle belle fotografie in bianco e nero di Lucia Baldini, raccolte nel libro "Giorni di Tango".
Un viaggio nel mondo che ruota intorno a questa danza, attraverso i suoi protagonisti e ai suoi luoghi, a inseguire questo "pensiero triste che si balla".

La Biblioteca di Photo - dicembre 1997



Giorni di Tango

Magniphique livre de photographies de Lucia Baldini, dédié au nouveau tango et d'une approche introspective et psychologique non comune. Un livre comportant 56 photos noir & blanc et des poèmes de Borges, Cortazar Guelman et Soriano + un CD de Luis Rizzo* (guitare) et Cesar Stroscio* (bandonéon) où l'on retrouve l'essence meme de l'Argentine.

Orkestra - Francia - gennaio 1998



Appassionatamente Tango

La fotografa Lucia Baldini presenta un lavoro sul tango, realizzato tutto in biancoenero ed ora stampato su un bel libro corredato da un interessante CD.
Già sul risvolto di copertina di questo bel libro ci si chiariscono le idee. "Giorni di tango"un viaggio sulle tracce del pensiero triste che si balla, l'incontro con luoghi e volti di un sentimento travolgente. L'autrice è Lucia Baldini, toscana purosangue, che ha realizzato questo lavoro seguendo in giro per il mondo diverse compagnie di ballerini che ovviamente, si cimentavano nella tanghitudine. Il lavoro della Baldini è interessante perché evita di presentare le solite immagini di ballo, ma concentra la sua attenzione fotografica sulle persone, sui gesti, sui corpi. Un percorso molteplice, poetico e musicale che ha nella serie fotografica la sua originale ed emozionante realizzazione visiva.
Si perché il cd è in vendita assieme ad un bel CD con crani di Piazzolla, Rizzo*, Stroscio* e Rovira eseguiti dagli ensamble dei due più importanti interpreti del tango contemporaneo: Luis Rizzo e Cesar Stroscio.

Marco Bastianelli
Reflex - novembre 1997


Lucia Baldini "Giorni di tango"
Mostra fotografica

Esiste qualcosa di più passionale e travolgente che ballare un tango? La fotografa Lucia Baldini con le foto di questa mostra ci risponde in maniera esauriente, immortalando i corpi dei ballerini, stretti assieme a formarne uno solo, i loro guizzi nervosi, che rivelano tutta la passione, ma soprattutto la corporeità celata in questo ballo. La Baldini è stata in grado di catturare nei suoi scatti non solo l'immagine ma anche la musica in Feljcia (1995), Milotango (1996), Pepito Avallaneda e Suzuky (1996) e Senza titolo (1995) ci sembra quasi di sentire le note di un tango che trasporta i due ballerini e ci invita alla danza. Il suo lavoro come fotografa di scena per Carla Fracci e l'aver seguito gli spettacoli della "Nuova Compagnia Tangueros", che gli hanno poi ispirato il libro fotografico "Giorni di tango", catalogo della mostra omonima, l'hanno resa consapevole di quanto sia importante, ma soprattutto quanto lavoro costi, l'esecuzione di un passo, che si tratti di un balletto classico o che si tratti di un tango. Per questa ragione ha fissato con tanta insistenza il suo obiettivo sui piedi dei ballerini, per farci notare quella perfezione raggiunta dopo tanto sacrificio. Sono nate così fotografie come Parigi (1995) oppure Passi di tango (1995). Fotografie intense per chi sa lasciarsi andare alla passione che ispira questo ballo, ma soprattutto per chi sa apprezzare la bravura dei ballerini di tango, dagli sguardi intensi e dai passi perfetti. Al teatro comunale di Belluno dall'8 al 15 febbraio.

Roberta Piattelli



Le foto visionano e percepiscono come sospensioni nei tempi; immagini che scompaiono e riappaiono scrivendo, mentre le poesie rappresentano segni con parole...

...Ghetto di Budapest (I), Pasqua 1993 - Ghetto di Budapest (III) Pasqua 1993: "E' più facile uscire a cercare quel ponte a Budapest, uscire a cercare me stessa e trovarmi come adesso, perché ho già percorso metà del ponte fra grida e applausi…" J. Cortázar (Lontana - Diario di Alina Reyes).
Le immagini citate sono scatti ad una persona amica in un ghetto di Budapest. Camminando per la città l'artista avverte l'entusiasmo di un Paese da poco aperto all'ovest, sono i colori dell'euforia. Gli occhi della fotografa vedono anche altre realtà, di miserie e vuoti. L'artista parla di sensazioni di interruzioni dei riverberi dei colori; è come quando si sentono pause musicali di suoni e silenzi, oppure si è nell'acqua dopo un tuffo; in questi luoghi di isolamento avverte sensi di sospensioni; nell'aria percepisce un forte odore di minestrone e vede una donna ad una finestra. Quando le immagini scattano l'esaltazione dei colori è bianchi e neri e le visioni degli ambienti sviluppano situazioni in mutamento simili a sospensioni musicali, tempi interrotti, pianissimi ai limiti del visibile.
La fotografia, per Lucia Baldini, attraversa le contrapposizioni e gli opposti mobile / immobile; oltre la sintesi di ciò che all'apparenza può sembrare solo fermo e/o fermato. Le foto G. di B. I e G. di B. III sono scintillii di luci e passaggi della persona fotografata mentre i gesti del busto decentrano il buio spaziale dei lunghi corridoi-ghetto. Forse anche durante l'esecuzione di un tango è possibile interrompere sospendendo; a volte è un attimo che riprende, una fine, un inizio, niente e le cose entrambe. E' quindi possibile danzare arrestando i movimenti dei corpi; così nel film di Sally Potter, The Tango Lesson - Nona Lezione:"……pss, c'è un momento, come se si fermasse, puoi stare lì, quella è un'idea…….. …..je reste là…….." (dialogo Pablo Veron e Sally Potter).
Anche le riprese al bambino mentre guarda i passaggi di un treno - Desde el andén (I), settembre 1993 e durante la corsa verso un trenino di legno posizionato su una rotaia - Desde el andén (II), settembre 1993, sono espressioni di questo doppio fotografico - mobile-immobile - e metafore di condizioni personali: la gente sbarcata in Argentina, vissuta lì, e poi scappata. Le parole dei titoli - Desde el andén - traducono partenze; come le utopie musicali nei viaggi di Train de vie, I e II specchiano due situazioni all'apparenza contrarie: l'andare verso un fermo e il guardare verso un movimento. Ancora ri-scrivono poetiche di assenze e ritorni le foto In una stanza dove niente accade (I), giugno 1993 e In una stanza dove niente accade (II), giugno 1993 e Deserte vite, 1993. L'impronta-obiettivo di quest'ultima è una descrizione dall'alto di un cortile interno; l'immagine evoca il vuoto e l'assenza ripetendo una serie di finestre quasi uguali; una donna in posa seduta sembra ricreare la persona femminile del Budda e, unica presenza, differire gli spazi vuoti intorno. Ancora un'altra immagine - Sedia, 1996 - lavora solo con gli oggetti, le cose, scene vuote, oggetti e spazio intorno.
Le immagini-musicali a Horacio Romo e José Votti, marzo 1995, Luis Rizzo, luglio 1994, Cèsar Stroscio, Parigi 1995, sono invece ritratti durante le interpretazioni dei suoni di un bandoneon o di una chitarra; scrive Antonio Attorre in L'anima fuorigioco, introduzione al testo di Lucia Baldini Giorni di Tango: Attorno alla metà del secolo scorso Heinrich Band di Krefeld modificò la Konzertina, a sua volta variante della fisarmonica, battezzandola con il nome che fondeva il proprio, Band appunto, con quello di Akkordeon. Inizialmente il bandoneon aveva sessantaquattro suoni e due bottoniere; i suoni sarebbero presto diventati ottentotto, per poi arrivare a centoquarantadue. Arrivato a Buenos Aires con lo stesso stato d'animo e la stessa identità sociale degli emigrati, il bandoneon divenne nella seconda decade del secolo la voce del tango per anotonomasia. Nel 1921 nasceva Astor Piazzolla, che ne sarebbe diventato l'interprete più geniale, ispirato e rivoluzionario.
Le foto-tango a chi danza si soffermano sulle gestualità dei corpi. Intimità di volti concentrati, in ascolto sulle sonorità del tango, si sfiorano. Le atmosfere di tensione emotiva e tecnica di chi danza restituiscono le realtà tango secondo prospettive classiche e visioni nuove. I volti intimi e concentrati, in ascolto, appena muovendosi, si sfiorano: 1995 - 1995 - 1995. Gli effetti - ottenuti con tempi fotografici lunghi (1/8 - 1/15) - sono poco definiti, quasi sfuocati; questo quando le persone danzanti accentuano apparizioni e sparizioni dei contorni delle gambe, delle teste e dei volti, Milonga italiana, Torino 1995, 1995 e 1995. Bui e luci di bianchi e neri creano sfondi di non opposizione, diversi perciò dai contrasti forti e dai tagli di Tanghera, marzo 1995, e Parigi 1995. In particolare 1995 e 1995 dove le figure di-segnano coreografie dove si notano le posizioni delle mani che tengono, le tensioni delle prese e gli esercizi di forza delle quattro braccia; esse costruiscono angoli di potenza che sembrerebbero consentire figure nuove basate sull'impianto guida - guida; i corpi si potrebbero movimentare secondo ogni leva e processo di forze creative possibili. Non solo quindi immagini fermate, immobili, ma foto - movimenti; l'immagine fotografica di Lucia Baldini può sembrare al limite delle visibilità; in realtà è ciò che l'artista vede attraverso un particolare fotografico in primo piano; con lievi scivolamenti temporali la foto specchia quello che fuori della macchina è evidente ad occhi attenti - un battere di piedi, oppure un levare degli stessi dal suolo durante una figura: Suonatore di bandoneon, 1995 e Passi di tango, 1995.
La visione e l'ascolto del recital "Tango - I giorni si muovono" di Hugo Aisemberg e Alessandro Haber, con musiche per piano di A. Piazzolla e poesie di Jorge Luis Borges e Tito Balestra, ha riportato l'attenzione sul palcoscenico del concerto; alle spalle degli strumenti e delle persone suonanti immagini / scatti su macro teli a vela posizionati ad anfiteatro……………Mostrando così possibilità altre di utilizzo delle stesse foto, all'aperto, in un contesto scenico di opposizioni suoni e immagini e di rispettive contaminazioni. Cominciano le percezioni udibili, la musica del piano, le immagini continuano a percepire visioni e a rappresentare poetiche: Parigi, 1995 e Medianoche aqui - "Basta dell'ieri, sciogli le briglia all'oggi, fa pista al cuore. Su, svegliati da questo buio: il sole è nelle tue mani…". (J. Cortázar). Elementi nell'universo, le musiche come immagini, i tanghi come movimenti, le note come segni, le poesie come parole: "La paura di vivere è il coraggio che si vuole assumere ogni nuovo giorno. ... ed è paura il coraggio di mettersi a pensare all'ultimo viaggio senza gemere né tremare" (Eladia Blazquez, El miedo de vivir).

Tullio Pacifici
Exibart - agosto 2001


 

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