BARISANI L'astrazione organica pitture e sculture 1985-1999 a cura di Massimo Bignardi Edizioni Centro di Cultura Contemporanea NAPOLIC'È San Giorgio a Cremano (NA) 1999 63 pp. 24x30 cm. 88 ill. b/n e col. |
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In più di sessant'anni di ricerca Renato Barisani (Napoli 1918)
ha sempre incentrato la sua attenzione sul rapporto tra "forma",
cioè l'atto di formare, e il "contenuto", cioè
la sostanza del progetto .Dagli anni Quaranta ad oggi l'artista ha lavorato
incessantemente al rapporto tra forma, materia, colore. Dopo l'astrazione
geometrica e la pittura informale, nei primi anni Ottanta, Barisani
sente l'esigenza di attuare una sintesi di queste ricerche e approda
ad un modo nuovo di operare ove gli elementi che caratterizzavano i
precedenti periodi vengono superati e fusi. L'astrazione assume valenza
di "organico", inteso nel significato di vivente, nella ricerca
di equilibrio tra uomo e natura poiché, come puntualizza Barisani,
"in questi nostri tempi moderni siamo alla presenza di una mutazione
in ogni campo e non possiamo restare a guardare, estranei e scettici,
a ciò che succede, ma occorre la nostra partecipazione costruttiva
e la nostra integrazione in questo processo". Assume così
concretezza formale una fase di
nuova evoluzione, che dal 1984 continua ancor oggi, una fase di grande
sintesi di esperienze plastiche vissute, una sintesi dell'immaginario
sollecitato da ogni sorta di materiale, come elenca lo stesso Barisani:
"Colori ad olio, a tempera, ad acquerello, spray, gessetti,
pastelli, vinavil, carta vetrata, cartone, fotocopie, legno, formica,
sagome di legno, telai, spatole, pennelli, fare artigianale, manualità,
omogeneità, contrasti, accidentalità, progettazione, caso,
razionalità, fantasia, leggerezza, forza, drammaticità,
dinamismo, solennità, esperienze lontane e recenti. Un nuovo
rapporto col reale. Sono alcuni elementi per una visione non imitativa
ma per dar corpo ad immagini di un percorso nuovo ed aperto ad altri
esiti, da proseguire senza esitazione". Nella sua più recente produzione scultorea, Barisani affronta principalmente il tema del rapporto tra forma-sagoma e fondo, dove l'irruenza dell'immaginario si accosta alla razionalità progettuale. Nascono così forme dalla geometria essenziale, sintesi di una lunga progettazione e sperimentazione, di un artista come lui che fu tra i primi in Italia ad affrontare il tema della scultura oggetto, non realizzata con scalpello e creta, ma solo con la giustapposizione di elementi autonomi, trovati o inventati. Sono sculture progettate facendo ricorso a materiali come il legno dipinto, ma soprattutto la carta, da sempre la preferita da Barisani, usata come campitura immaginaria dei collages o matrice, mascheramento per la sua sperimentazione con i fotogrammi. (Vedere anche il volume "Barisani I fotogrammi" di Massimo Bignardi, Edizioni Centro di Cultura Contemporanea Napolic'è, 1998). Modulando le sagome con le mani, lavorando al rapporto tra pieno e vuoto, Barisani imprime loro un movimento che le spinge ad allungarsi nello spazio, ad invadere lo spazio. Sono forme concrete, essenziali, di grande effetto, dai forti contrasti cromatici, con le quali l'artista si interroga sulle relazioni delle forme della geometria costruttiva e quelle della natura, sullo sviluppo della realtà biologica, meccanica e scientifica dei giorni nostri. Il volume è stato edito in occasione della mostra "Renato Barisani: l'astrazione organica - pitture e sculture 1985-1999" tenutasi nell'ottobre 1999 a Villa Bruno di San Giorgio a Cremano (Napoli).(R.M.)
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