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La tessitura del mondo

Fin dove la consequenzialità gioca ruolo fondante nel destino dell'uomo, là ci soccorrono l'intelletto, la razionalità, la misura; ci accompagnano nell'indagare e nel comprendere.
Ma sempre e comunque andremo ad individuare luoghi e istanti isolati nel fluire dell'esistenza, ora vivendoli nell'attualità ora rinverdendoli nella sfera dei ricordi, ora tentandone la prefigurazione proiettandoci nel futuro.
La vera natura di ogni evento, di ogni accidente, sfugge in ogni caso ad una conoscenza globale della "tessitura del mondo" né possiamo detenerne il controllo benché si possa, e si debba, agire all'interno di questa nell'affermare il primato della "dignità" dell'uomo.
Dobbiamo agire, intellettualizzare, concretizzare la vita che per sua natura sfugge all'azione, la precorre traendola a sé, la possiede, infine.
Con il cuore, accordandoci al ritmo come in una danza, possiamo allora esserne catturati, penetrarne la natura presi da lucido incantamento, correlare la conoscenza alla coscienza.
Il vero privilegio dell'arte sta nel concederci questo "ergreifen" esser presi dall'ispirazione come per mano, rovesciare lo sguardo nell'indagare noi stessi per poi riemergere mutati e finalmente "vedere", non più solo osservare ciò che ci circonda, coglierne l'essenza con lo sguardo dell'anima.
Privilegio che Isa Di Battista Gorini esercita a piene mani, governando il proprio destino nel sublimarlo per immagini, nel praticare l'arte con l'entusiasmo di un cuore sempre giovane e desideroso di vivere appieno il ritmo della natura.
Il compimento formale, nel suo agire permane, sempre, subordinato all'azione stessa che costituisce il vero scopo creativo, il procedere in libertà, scevra da pregiudizi culturali quanto piuttosto indirizzata allo sviluppo indefinito dell'invenzione.
Per Isa Di Battista Gorini l' "invenzione" rispetta l'etimo nell'accezione di scoperta, registrazione di un accadimento, come in un diario indagando, annotando, e restituendo a posteriori più che gli eventi concreti, gli stati d'animo che li hanno caratterizzati oppure ancora più significativamente la transitorietà del loro accadere coniugata secodo le vettorialità spazio-temporali.
Alla prima traccia abbozzata Isa Di Battista Gorini sovrappone ulteriori livelli di aggiustamento formale in ogni dipinto... ad libitum quasi, per poi aggiungere un ulteriore livello per trasparenza.
Utilizzando del tessuto dalla tramatura assai rada (una garza di cotone che abitualmente gli incisori usano per pulire le lastre inchiostrate) si espande tridimensionalmente verso l'osservatore con effetti di contaminazione cromatica fra i piani e di cinetica chiaroscurale.
Trama e ordito della tela giocano ombre e luci sullo sfondo che contemporaneamente si tinge di virtualità tonali in funzione della incidenza dell'illuminazione e della direzione dello sguardo dell'osservatore.
Ogni opera di Isa Di Battista Gorini costituisce un sistema complesso di riferimenti spaziali armonizzati da una successione indefinita di osservazioni, ora da destra, ora da sinistra, ora perpendicolare, ora radente... e via dicendo, anzi "facendo", perché ogni opera di Isa Di Battista Gorini si riattualizza appieno solo per tramite della partecipazione attiva dell'osservatore, come accade per un racconto che permane muto se non viene letto e virtualmente rivissuto, o una partitura musicale relegata al foglio dello spartito finché non viene suonata, orchestrata, interpretata.
Isa Di Battista Gorini cerca sempre e comunque non unicamente l'espressione delle proprie urgenze interiori, quanto piuttosto il comunicare con l'interlocutore, raccontare il proprio vissuto non solo perché venga udito, ma anche riattualizzato in prima persona.
Anche se per tramite di un mezzo "altro" ci troviamo di fronte a una espressione letteraria e, non a caso, sunto e nodo esplicativo della pittura di Isa Di Battista Gorini sono i suoi libri d'artista.
Questi, sono a tutti gli effetti dei diari, il più delle volte, ma pure racconti dai mille risvolti, infinite rêveries che avvincono l'osservatore-lettore in avventure estranianti e coinvolgenti nel contempo.
Ogni suo libro va aperto, esplorato col tatto e con la vista, va letto e interpretato, sfogliato e infine osservato nella sua globalità di oggetto, riposto con quella gestualità fra l'affettivo e il rituale che accompagna il chiudere il libro della sera sul comodino per maturarne i contenuti nella dimensione del sonno notturno.
Ecco, sì, credo che i libri di Isa Di Battista Gorini possano supportare contemporaneamente sentimenti d'affezione e riflessioni meditative attingendo, nella complementarietà dei contrasti, la raffigurabilità del vissuto.
Nel maneggiarli li possiamo navigare con lo sguardo e osservare il riflettersi dei nostri pensieri nel concatenarsi di sagome, colori, trame diafane che ora occultano, ora suggeriscono un agevole disvelamento di enigmi reconditi.
Con un procedimento simile a quello clessografico di Rorschach ci coinvolgono avviluppandoci a metà strada fra la randomizzazione del colore e simmetria vettoriale della trama delle garze.
Possiamo intenderne e leggerne il contenuto come quello di un diario di bordo nel quale siano stati stilati i rapporti sugli eventi di una avventurosa navigazione oppure, utilizzare questi libri come fogli sparsi di un portolano ricco di annotazioni sulla natura e la profondità delle acque solcate. Le ascisse e le ordinate delle trame individuano solo concettualmente le rotte e i siti che sono stati caratterizzati ora da bonacce, ora da tempeste impetuose, tramutando ogni opera in uno pseudostrumento goniometrico dell'immaginazione pittorica

Michele Caldarelli

 

 

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