Archivio
Attivo Arte Contemporanea
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Museo del Paesaggio del Lago di Como
VILLA MAINONA
via Regina 22 - Tremezzo (Como)
Tre
sono i temi iconografici maggiormente sviluppati da Emilio Alberti,
mai abbandonati tutt'ora: la luce, intercettata da meridiane, ora
dipinte, ora modellate, il labirinto, nella sua multiforme
reinterpretazione del mito e l'acqua, in tutte le declinazioni
possibili, di cui troviamo nella mostra, in Villa Mainona, un'ampio
esempio. Nell'ambito del sodalizio artistico e intellettuale che con
Emilio Alberti andiamo sviluppando ormai da decenni, li abbiamo
presentati e commentati tutti, soffermandoci su ognuno in vario modo
con mostre e incontri interdisciplinari. E' stato nel 2014 che
presentando contemporaneamente una mostra, un convegno, ed un
excursus bibliografico, abbiamo affrontato nello specifico quello del
labirinto, occupando gli spazi della Biblioteca comunale di Como.
Recentemente mi sono ritrovato a riflettere su uno dei volumi allora
esposti, L’Hypnerotomachia Poliphili, che
mi è tornata
utile come chiave di riferimento e di collegamento dei
tre temi. Il libro, un romanzo allegorico, uscito in prima edizione a
Venezia nel 1499, risulta essere tra i capolavori tipografici
realizzati dalla bottega di Aldo Manuzio. Il racconto descrive il
combattimento amoroso, in sogno, di Polifilo, in sostanza un viaggio
iniziatico, labirintico a più livelli, sogno nel sogno, che nelle
sue valenze simboliche, osservate anche da Jung, ricorda l'intreccio
di un altro famoso scritto: le Metamorfosi di Apuleio.
Polifilo vaga in una sorta di paesaggio onirico, trasportato in una
foresta, si perde, incontra draghi, lupi e fanciulle e architetture
descritte con dovizia di particolari. Lungo il percorso si addormenta
di nuovo e poi si sveglia in un secondo sogno, sognato all'interno
del primo... Infine, verso l'epilogo dell'avventura, ampiamente
costellata di corsi d'acqua e fontane meravigliose, naviga in un
labirinto acquatico. La rappresentazione grafica di questo percorso
manca nell'edizione originale mentre compare, aggiunta, nell'edizione
francese seicentesca del libro, come annota Hermann Kern nel suo
ponderoso saggio "Labirinti," prefigurando
l'affresco di un percorso d'acqua che fluisce a spirale attorno al
Monte Olimpo dipinto nel 1510 da Lorenzo Leombruno nel Palazzo Ducale
di Mantova. Michele Caldarelli - agosto 2020 Il Museo del Paesaggio del Lago di Como è nato su iniziativa del Comune di Tremezzo grazie a due progetti coordinati dalla Provincia di Como, l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Magistri Comacini” e il Progetto Integrato d’Area “Ecolarius: Diffondere la cultura dell’ambiente e del paesaggio fra lago e montagna”, finanziato dai fondi POR-FESR 2007-2013, che hanno consentito di realizzare il recupero di Villa Mainona per farne la sede di un museo dedicato al paesaggio lariano. Il paesaggio rappresenta infatti un valore fondamentale di quest’area e offre numerose chiavi di lettura per individuare le relazioni fra i diversi elementi che lo compongono (le aree naturali, i terrazzamenti coltivati, i giardini, le ville, i borghi) e leggere le trasformazioni avvenute nel corso del tempo. La sede del museo è l’antica residenza della famiglia Mainoni, costruita fra il 1670 e il 1672 su iniziativa dei fratelli Carlo e Nicola Mainoni, originari di Intignano, frazione di Tremezzo, e che rappresenta uno dei primi esempi storicamente documentati di villa padronale realizzata lungo la sponda del lago e dotata di giardino destinato alla coltivazione di agrumi. La residenza da nobile dei Mainoni, edificata con le dimensioni e l’aspetto di un palazzo, come risulta da un inventario nella prima metà del Settecento, era impreziosita da diversi arredi fra cui circa 130 tele ed era dotata inoltre di un’ampia cantina con recipienti in pietra per la conservazione dell’olio d’oliva e brente in legno per il vino. Attorno all’edificio si stendeva un ampio giardino con un’area terrazzata denominata “Cedretta” destinata alla produzione di agrumi mediante l’utilizzo di spalliere e limonaie che consentivano un raccolto annuo di circa 6000 limoni e 6000 arance a cui si aggiungevano aranci del Portogallo e cedri. Il giardino di agrumi fu ricordato già alla fine del Seicento da Lazzaro Agostino Cotta nella Corographia Lacus Verbanus e ancora nel Viaggio Storico e Pittorico ai tre laghi. Maggiore, di Lugano e Como, pubblicato nel 1818, fu segnalata fra le principali ville della Tremezzina. L’ultima discendente della famiglia fu Luigia Mainoni, sposata con Antonio Scorpioni, che lasciò in eredità l’immobile ai figli. In seguito la villa ha subito alterne vicende e ha ospitato varie funzioni: a partire dal 1881 fu utilizzata come albergo con la denominazione di Hotel du Lac et Pension Boliviana, a testimonianza della vocazione turistica della Tremezzina, dalla fine dell’Ottocento fu destinata a residenza dalla famiglia Jung, nel 1953 divenne la sede dell’Asilo Mina Mosca, gestito dal Pio Istituto di Maternità di Milano, e infine nel 1982 fu acquisita dal Comune di Tremezzo per ospitare un centro socio educativo. Il progetto di recupero del complesso per fini culturali si è concretizzato con l’istituzione del Museo del Paesaggio del Lago di Como che ospita una raccolta di antiche stampe del Lago di Como, concessa in comodato dagli eredi di Giorgio Bordoli Crivelli Visconti, che era stato un grande collezionista, e un sistema multimediale per la presentazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio lariano, con un particolare approfondimento sull’area della Tremezzina, finalizzato a sensibilizzare sia la comunità locale sia i turisti facendo apprezzare l’articolazione, la ricchezza ma anche la fragilità di questo lembo di territorio. Le stampe offrono uno sguardo affascinante sul paesaggio del Lario attraverso l’illustrazione delle principali località (fra le altre Como, Cernobbio, Tremezzo, Bellagio) e di alcune delle ville più celebri (ad esempio Villa Carlotta, Villa del Balbianello, Villa d’Este, Villa Olmo). Nelle vedute prevale lo sguardo dal lago che sottolinea la centralità del trasporto via acqua e consente di apprezzare anche la morfologia del territorio, i terrazzamenti un tempo destinati alla coltivazione di agrumi, viti ed ulivi, e la disposizione dei centri abitati. Le postazioni multimediali, articolate su due tavoli touch-screen, permettono di confrontare mappe e immagini storiche con l’attuale assetto del territorio e permettono di osservare le modificazioni del paesaggio nell’arco degli ultimi tre secoli. Inoltre offrono molteplici spunti per conoscere l’area del lago mediante la descrizione delle principali emergenze storico artistiche e la presentazione di itinerari alla scoperta dei borghi della Tremezzina. Uno specifico approfondimento infine è dedicato al Cinema sul Lario e comprende brevi filmati, schede sintetiche delle pellicole girate sul lago e l’indicazione dei luoghi che hanno ospitato le riprese cinematografiche a partire da The Pleasure Garden di Alfred Hitchcock, girato nel 1925, fino a Star Wars II del 2002 e a Casino Royale del 2006. L’allestimento della collezione di stampe di Giorgio Bordoli Crivelli Visconti, concessa in comodato dagli eredi, è stato curato da Guglielmo Invernizzi. Il sistema multimediale per la presentazione dei valori ambientali del paesaggio lariano è stato realizzato dal Politecnico di Milano (responsabile scientifico professor Stefano Della Torre, gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Raffaella Brumana) in collaborazione con il Settore Cultura della Provincia di Como (architetto Michela Capitani) e con il supporto tecnico della ditta Nemes. La mostra sarà visitabile dal 5 settembre al 4 ottobre 2020 per informazioni - 3346850713 visita la mostra
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