Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it


Labirinti
metafore della conoscenza
Biblioteca Comunale di Como
5 luglio - 26 agosto 2014

torna | home

Luigi Picchi: Labirinti poetici
Una ricognizione letteraria nell'universo dei labirinti.

L'immagine del Labirinto richiama quella della spirale, collegata a concetti funebri (discesa agli inferi) o all'idea del movimento astrale, e, in quanto tale, simbolo solare (più in generale la spirale unendo queste due accezioni può diventare simbolo cosmico di morte e rinascita, del ciclo astrale o della dialettica Caos/Cosmo). Il termine labirinto deriva dal nome dell'ascia sacrificale bipenne cretese, la làbrus, emblema della folgore, quindi di un potere divino celeste. L'etimo labrys è a sua volta riconducibile alla radice la da cui laos pietra in greco e lapis pietra in latino. Al culto feticistico della scure s'associa quello del Minotauro; infatti l'ascia rituale uccidendo il toro, estirpandone le corna assorbe la forza dell'animale divino trasferendola all'uomo. Il labirinto è dunque la dimora della scure sacra e della sua divinità sacrificale. Il labirinto cretese oltre a richiamare la civiltà di Atlantide o il Dio Sole, può anche simboleggiare il ventre e le viscere della Grande Dea Madre, il mistico Utero dove Vita e Morte coincidono. Il Minotauro, detto anche Asterio , cioè Toro del Cielo o del Sole, nella sua natura ibrida risulta ancora un feto non sviluppato: per Teseo, simbolo del potere maschile e patriarcale, è solo un mostro da sopprimere secondo una logica lineare ed assoluta contrapposta ad una femminile più flessibile e aperta al Divenire con le sue correnti di trasformazione. L'origine di questo edificio è dunque cultuale in quanto riproduzione spaziale ed architettonica di danze religiose pagane. Di queste danze ci parla Omero e di riflesso Virgilio , il quale poi nel canto sesto dell'Eneide presenta un'incisione relativa al mito di Teseo e del Minotauro, all'ingresso dell'antro della Sibilla Cumana; nei versi 27-30 epigraficamente stilizza il labirinto e l'espediente del filo di Arianna:

hic labor ille domus et inextricabilis error;
magnum reginae sed enim miseratus amorem
Daedalus ipse dolos tecti ambagesque resolvit
caeca regens filo vestigia.

Qui è raffigurata quella famosa fatica dell'edificio e l'inestricabile errare, ma Dedalo stesso, pietoso per il grande amore della regina, di persona risolve l'andirivieni guidando con un filo i ciechi passi.

LEGGI TUTTO >>>

torna | home

Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
miccal@caldarelli.it