Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it
Corso Bettini 43 Rovereto (TN)
5
- 24 marzo 2024
Inaugurazione
5 marzo ore 18.00
a
cura di Michele Caldarelli e Rosabianca Mascetti con
opere
di
Marcello
Diotallevi
e un libro di
Rosabianca Mascetti illustrato
dallo stesso
in dialogo con i libri custoditi
nei fondi antichi della biblioteca
Nell'ambito
della mostra è esposta anche la
collezione di libri "8 x 8"
che entra a far parte del
patrimonio librario della biblioteca
una
raccolta di volumi
contenenti testi inediti in forma di racconti, saggi filosofici
o viaggi immaginari, realizzata
in collaborazione con scrittori e artisti.
In parallelo e ulteriore dialogo sono esposte opere di
Mauro Cappelletti
artista Trentino che ha
illustrato il volume della collezione "8 x 8"
contenente
il racconto di Franco
Stelzer
“Quando ti inarchi”
Casanova e Cagliostro un carteggio ritrovato? Un libro d’artista e una mostra che intendono ripercorrere quel sottile filo conduttore che ha unito nello spazio e nel tempo due delle personalità più antitetiche che il Secolo dei Lumi abbia prodotto: Giacomo Casanova il seduttore per antonomasia e l’altrettanto misterioso mago e incantatore Conte di Cagliostro. Due avventurieri che non solo hanno influenzato il pensiero, il gusto, la moda e il decorso degli stessi avvenimenti storici di un’epoca ma che hanno suggestionato scrittori come Goethe, Schiller, Dumas e creato un filone di romanzo di spionaggio, avventura e fantascienza, oltre a molteplici produzioni cinematografiche e teatrali.
Il
libro
è un libro d’artista a tiratura limitata della Collana “8X8”
testo di Rosabianca
Mascetti
accompagnato da un'opera di Marcello
Diotallevi.
Nelle sue famose «Memorie»
Giacomo
Casanova da un ampio resconto dei suoi incontri con Cagliostro:
incontri in apparenza casuali, ma che hanno segnato un decisivo
cambiamento nelle loro vite e non solo. Partendo dallo studio delle
«Memorie»
Rosabianca Mascetti ha avviato una più ampia ricerca che, basandosi
su testi e carteggi dell’epoca, ha seguito passo passo le
rocambolesche vite di Casanova e Cagliostro. Un carteggio diretto tra
i due non è mai stato ritrovato forse perché contrariamente a
Casanova, che ci ha lasciato, oltre alla Storia della sua vita, anche
una quarantina di opere letterarie, il Conte di Cagliostro era più
un uomo di “parola” nel senso dell’affabulatore,
dell’incantatore, ma sappiamo per certo che i due si sono sempre
tenuti “d’occhio”, anche a distanza, condividendo amicizie,
luoghi di frequentazione e non da ultimo il fatto che fossero
Fratelli Massoni. Ammettendo un carteggio tra loro quanto potremmo
ritenerlo autentico dal momento che Cagliostro era un abile falsario
e Casanova un perfetto dissimulatore? Pertanto, in attesa di un
fortunato ritrovamento, l’artista Marcello
Diotallevi,
ipotizzando una sorta di “sincronicità” psicologica ha prodotto,
quasi rapito in una sorta di scrittura automatica, una serie di opere
che ci restituiscono per immagini affinità e contrasti di questi due
personaggi. Marcello Diotallevi è artista noto a livello
internazionale per le sue incursioni nell’ambito della Mail Art,
della Poesia Visiva ed ampia e creativa esperienza di scritture e
libri immaginari. In questo caso fondamentale è stata la sua
frequentazione con il personaggio Cagliostro, l’eroe sconfitto
dalla vita, dalla sua stessa fama. Il 26 agosto del 1995 in occasione
del Bicentenario della morte di Cagliostro, Diotallevi posizionò
nella cella detta il Pozzetto nella Rocca di San Leo, dove il mago
morì, uno dei suoi famosi aquiloni realizzato in rip-stop,
lo stesso materiale usato per i paracaduti. Aquilone “bugiardo”
però, perché inadatto al volo dato che l’autore vi aveva
ritagliato tutta una serie di lettere dell’alfabeto. Un aquilone
che porta il nome di “Flight – Volo”, a forma di seme dalla
lunga coda che, tentando l’evasione dalle inferiate della piccola
finestra, si divincolava per tutta la sua lunghezza di 10 metri lungo
i muri della cella. Per metà dai colori sgargianti si modulava verso
la fine in un nero fumo intenso e vellutato a simboleggiare la parte
creativa della vita del mago e quella della reclusione e della morte.
Nonostante il fallimento dell’evasione ci piace pensare che tutte
quelle lettere mancanti abbiano viaggiato nel vento “ricreando e
riscrivendo” pensieri e riempiendo gli spazi dell’immaginazione.
Nel suo viaggio verso Roma e la sua sconfitta definitiva, sordo a
qualsiasi consiglio, soprattutto a quello di Casanova, il 6 settembre
1788 Cagliostro giunge a Rovereto.
Ormai è un uomo finito, gli hanno fatto terra bruciata attorno dopo
il suo coinvolgimento nell’affare della collana della Regina Maria
Antonietta che lo ha trasformato nell’involontario detonatore della
Rivoluzione Francese. Lui confida in un salvacondotto del Vescovo di
Trento Principe Pietro
Virgilio Thun
che
lo possa far giungere a Roma dove la moglie Lorenza desidera
ricongiungersi alla famiglia. A Rovereto il mago non starà a lungo
dato lo scompiglio che crea tra coloro che lo ritengono un santo e
quelli che lo vedono come il demonio, ma di quell’esperienza ci è
rimasto fortunatamente il resoconto dell’erudito umanista Cavalier
Clententino Vannetti il «Liber
Memorialis de Caleostro»,
più noto come il “Vangelo di Cagliostro” per essere stato
scritto con lo stesso stile e sintassi usata dall’apostolo Matteo.
L’attenzione popolare divenne così accesa che il Vescovo per non
avere
problemi con la popolazione e con l’Imperatore Giuseppe II gli
concesse il famoso salvacondotto e il 17 aprile 1789 Cagliostro
proseguì il suo viaggio. |
I
miei “Doppi poemi astratti” sono un ciclo involontariamente
ambizioso ma non presuntuoso.
Absit iniuria verbo, senza offesa a
Vasilij Kandinskij
(ritenuto impropriamente caposcuola dell’
Astrattismo, tendenza artistica il cui iniziatore fu in realtà
Frantisek Kupka).
Essendo
io un loro naturale epigono, nato dopo, dovevo andare oltre.
Così,
nella mia ricerca artistica che conduco da oltre cinquant’anni,
mischiando la pittura e la scrittura
sono giunto attraverso il loro
connubio a questo evoluto e ironico risultato: un’opera in cui la
valenza astratta riguarda sia l’immagine sia il testo.
Nascono
in questo modo, quasi per partenogenesi, i miei “Doppi poemi
astratti”.
Marcello
Diotallevi
Nell'ambito
della mostra è esposta anche la
collezione di libri "8 x 8"
che entra a far parte del
patrimonio librario della biblioteca
una
raccolta di volumi
contenenti testi inediti in forma di racconti, saggi filosofici
o viaggi immaginari, realizzata
in collaborazione con scrittori e artisti.
Mauro Cappelletti
artista Trentino che ha
illustrato il volume della collezione "8 x 8"
contenente
il racconto di Franco
Stelzer
“Quando ti inarchi”
Le opere di Mauro Cappelletti presenti in mostra
la poetica di Mauro Cappelletti
ALCUNE IMMAGINI DELL'ALLESTIMENTO
I
miei “Doppi poemi astratti” sono un ciclo involontariamente
ambizioso ma non presuntuoso.
Absit iniuria verbo, senza offesa
a Vasilij Kandinskij
(ritenuto impropriamente caposcuola dell’
Astrattismo, tendenza artistica il cui iniziatore fu in realtà
Frantisek Kupka).
Essendo io un loro naturale epigono, nato
dopo, dovevo andare oltre.
Così, nella mia ricerca artistica
che conduco da oltre cinquant’anni, mischiando la pittura e la
scrittura
sono giunto attraverso il loro connubio a questo
evoluto e ironico risultato: un’opera in cui la valenza astratta
riguarda sia l’immagine sia il testo.
Nascono in questo modo,
quasi per partenogenesi, i miei “Doppi poemi astratti”.
Marcello Diotallevi
“Flight
– Volo” opera di Marcello Diotallevi, copia conforme, in versione libro d’artista a tiratura limitata,
dell’aquilone che Diotallevi posizionò il 26 agosto del
1995 in occasione del Bicentenario della morte di Cagliostro nella
cella della Rocca di San Leo, dove il mago morì. (Rosabianca
Mascetti) |
“Liber Memorialis de Caleostro quum esset Roboreti” 1789 di Clementino Vannetti - posseduto dalla Biblioteca Tartarotti di Rovereto Il «Vangelo di Cagliostro» è come viene più comunemente chiamato il “Liber Memorialis de Caleostro quum esset Roboreti” scritto nel 1789 dall’erudito roveretano Cavaliere Clementino Vannetti testimone oculare dell’arrivo a Rovereto il 6 settembre del 1788 del famoso mago Alessandro Conte di Cagliostro. Dopo il suo coinvolgimento nell’affare della collana della Regina Maria Antonietta, Cagliostro è costretto a vagare in cerca di un luogo sicuro dove sistemarsi. Disattendendo il consiglio datogli da Giacomo Casanova e sconsideratamente seguendo quello della moglie Serafina, che vuole ricongiungersi alla sua famiglia a Roma, il mago giunge a Rovereto per perorare un salvacondotto dal Vescovo di Trento, Principe Pietro Virgilio Thun. La cronaca del suo soggiorno è tutta riportata nell’opera del Cavalier Vannetti scritta in latino, nello stile e con la sintassi usata dall’apostolo Matteo per ricostruire le vicende di Cristo ed ebbe un tale successo da venir più semplicemente chiamata “Il Vangelo di Cagliostro”. L’intento del Vannetti era quello di dare un taglio satirico al racconto al fine di screditare il famoso mago, ma la cosa non funzionò perché la sua precisione cronicistica arrivò al pubblico come una ulteriore conferma del potere che Cagliostro stava avendo. La sua lettura è assai interessante: i fatti vengono riportati in maniera semplice e nel tentativo di smascherare la “vergognata impostura” messa in scena dal presunto mago, il Vannetti fornisce nuove chiavi di interpretazione e arricchisce con nuove suggestione la saga del grande avventuriero che “aveva vissuto cento vite”. Come non restare affascinati dal racconto delle sue fantastiche origini, delle prodigiose guarigioni, dell’uso dei suoi medicamenti, della generosità con cui curava poveri e ricchi indistintamente, del suo stile di vita. Tra le righe vengono riportati anche i principali avvenimenti della vita di Cagliostro, i suoi incontri con i grandi personaggi della storia e non da ultimo un duello di veleni. Il suo soggiorno a Rovereto causò scompiglio nella comunità tanto che il Vescovo di Trento onde evitare problemi d’ordine pubblico e rogne con l’Imperatore d’Austria gli concesse il salvacondotto e il 17 aprile 1789 Cagliostro lasciò Rovereto per Roma dove la sua straordinaria vita avventurosa si concluderà con una condanna al carcere a vita da scontare nella fortezza di San Leo dove morirà il 26 agosto 1795. (Rosabianca Mascetti)
|
Il «Memoriale» (Parigi 1786) è forse l’unico testo che Cagliostro ci ha lasciato. Il suo coinvolgimento nello scandalo della collana di Maria Antonietta lo porterà la mattina del 22 agosto “strascinato a piedi, come un malfattore, in mezzo alla sbirraglia, verso la Bastiglia” dove dovrà attendere sei mesi solo per essere interrogato. Il problema è sempre lo stesso: chi è veramente Alessandro Conte di Cagliostro? Occorrono accurate indagini. Il mago scrive così una sua «Memoria difensiva» in italiano, tradotta in francese dal suo avvocato Jean-Charles Thilorier. Costui, all’epoca dei fatti, è un giovane avvocato ma con buone conoscenze che gli permettono di portare a buon fine un processo che, per il prestigio dei suoi protagonisti, aveva una risonanza mediatica mai riscontrata prima. Nel testo Cagliostro esordisce professando la sua innocenza “Esamino la mia coscienza e vi ritrovo quella pace che gli uomini mi ricusano” poi passa a dichiarare il suo grande amore per la moglie, che ritiene imprigionata ingiustamente, perché lei è “la più amabile, la più virtuosa di tutte le Donne”; peccato che l’avesse istruita all’addescamento purché il profitto restasse in famiglia e fosse lui a condurre il gioco. Va detto che Cagliostro le fu sempre fedele, l’unico tradimento accertato, forse solo per interesse, è con la veneziana Cecilia Zeno Tron, la stessa che aveva scolvolto il povero Parini che le dedicò l’ode Il Pericolo. Prosegue analizzato fatti e imputazioni a cui risponde “poiché vi sono forzato, che in ogni altra circostanza mi sarei contentato di deprezzare” e prosegue “facendo chiarezza” sulle sue origini ma dandone un’ennesima fantasmagorica versione degna del più straordinario romanzo d’avventura. Non per nulla Cagliostro ha suggestionato scrittori come Goethe Il Grande Cofto, Schiller Il Visionario e Dumas con le sue memorie romanzate per non parlare dei molti film realizzati. Il testo è accompagnato da copie di lettere ministeriali e di presentazione del Conte di Vergennes, del Marchese di Miromenil e de Ségur che possono garantire che il complotto di cui è accusato era già stato studiato, pianificato e messo in atto ben prima del suo arrivo a Parigi. Riporta tutto “scritto a memoria, ma la mia memoria è buona e non ho fatto alcuna omissione”. Cagliostro verrà prosciolto e rilasciato il 1 giugno 1786. Della sua esperienza ebbe a dire “Se mi si dessero la scelta tra l’ultimo supplizio e sei mesi di Bastiglia, io direi senza esitare conducetemi al supplizio!”. In quel momento certo non immaginava, nonostante le sue doti extrasensoriali, che sarebbe finito in un luogo ben peggiore della Bastiglia, a terminare i suoi giorni in una angusta cella della imprendibile Fortezza di San Leo. (Rosabianca
Mascetti) |
Il «Compendio» è l’“estratto” degli atti del processo indetto dal Sant’Uffizio contro Cagliostro per eresia, magia superstiziosa e militanza massonica a cura del grande inquisitore Monsignor Giovanni Barberi. Giunto a Roma il 27 maggio 1789, Cagliostro è stanco, malato, in ristrettezze economiche ma nel suo delirio di grandezza chiede udienza a Pio VI per fargli legittimare il suo Rito Egizio. Le conseguenze sono inevitabili, tanto più che anche la moglie lo ha denunciato, stanca di lui e della vita che le fa fare e così il 27 dicembre 1789, nel giorno di San Giovanni, quello dell’Apocalisse, Cagliostro viene arrestato assieme alla moglie, che dopo il processo finirà i suoi giorni in un convento di Trastevere. Per il Caso Cagliostro la Santa Sede pratica una nuova politica e per la prima volta infrange il vincolo di segretezza: gli estratti del processo vengono venduti a dispense per 3 Paoli così che tutti possano conoscere le malefatte del grande mago considerato il simbolo delle scelleratezze di un’intera epoca. La Santa Sede voleva dimostrare che solo Roma era riuscita a trionfare su un “soggetto così famoso e pericoloso”. Una decisione clamorosa, considerata dalla stampa europea addirittura “inaudita”, che doveva spiazzare l’opinione pubblica, ma che produsse pesanti effetti collaterati scatenando compevolisti contro innocentisti ad occupare le cronache di un’intera epoca. Il caso divenne una storia da raccontare e il fenome imitativo produsse edizioni pirata e pubblicazioni con versioni alternative che riscossero molto successo. Il processo andò per le lunghe e a nulla poterono questa volta i difensori del Conte, Gaetano Bernardini, avvocato dei rei della S.Inquisizione e Monsignor Carlo Luigi Costantini, Avvocato de’ Poveri. Cagliostro restò 16 mesi a Castel Sant’Angelo dove il Papa gli garantiva due passeggiate settimanali sui bastioni, buon cibo e adeguati abiti, ma nessuna protezione contro le punizoni corporali a sorpresa; poi per paura di rivolte popolari fu deciso il suo trasferimento nella famosa imprendibile Rocca di San Leo dove il grande mago finì i suoi giorni. (Rosabianca Mascetti) Nella
foto esemplare di «Compendio»
della vita e
delle
gesta di Giuseppe Balsamo denominato il Conte Cagliostro che si è
estratto dal processo contro di lui formato in Roma l’anno 1790 di
Monsignor
Giovanni
Barberi
– Stamperia
della Rev. Cam. Apostolica 1791, posseduto dalla Biblioteca Tartarotti di Rovereto |
La mostra: comprende l’esposizione dell’intera Collezione “8X8” di racconti, saggi filosofici, viaggi immaginari & manuali di sopravvivenza intellettuale pensata da Michele Caldarelli, e di cui fa parte il volumetto Casanova & Cagliostro un carteggio ritrovato?, all’interno di un progetto più ampio che viene studiato e contestualizzato a seconda della sede espositiva. A Rovereto le vite di Casanova e Cagliostro rivivranno attraverso le preziose pubblicazioni custodite dalla Biblioteca Tartarotti che a loro volta dialogheranno con le opere di Marcello Diotallevi che, come pagine cifrate di un carteggio misterioso, ci faranno viaggiare con la fantasia tra avventure, intrighi, viaggi pericolosi mentre alle opere di Mauro Cappelletti con le sue raffinate sovrapposizioni di velature, mescolanze, diluizioni di colore che si ricompongono per ogni variazione tonale in un’armonia del Tutto, è affidata l’esaltazione della dimensione emotiva, intima dei nostri due personaggi, vittime e carnefici essi stessi delle loro passioni. Le sue opere, in formato minimo, accompagnano anche il racconto di Franco Stelzer Quando ti inarchi, anch’esso della Collezione “8X8”, elegante e raffinata trasposizione dei tormenti di un moderno “Casanova”. |
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