Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it

COSMOGONIE
il grande mistero dell’universo esplorato da Paolo Barlusconi
una rassegna in progress dal 2005 a cura di Michele Caldarelli
  
 maggio 2019 - 23° appuntamento
Galleria Venezia Viva -
San Marco 1878/a



Viaggio al centro dell'Universo
un omaggio a

George Sand

Storia e cronologia provvisoria dei viaggi immaginari al centro della Terra
Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
cosmogonie@caldarelli.it

HOME | TORNA

______________________________________________________________

"BALLATA DEL RE DI THULE"

1774

di

JOHANN WOLFGANG GOETHE


Del 1774 di Johann Wolfgang Goethe è la Ballata del Re di Thule che fa riferimento al mito nella scena in cui Margherita canta appunto i versi della Ballata del Re di Thule; storia di un amore infelice che fa da sfondo, alla vicenda dʼamore tra lei e Faust, destinata a concludersi tragicamente come quella del re protagonista della canzone. “Es war ein König in Thule,/ Gar treu bis an das Grab,/ Dem sterbend seine Buhle/ einen goldnen Becher gab…” - (nella traduzione di Giosuè Carducci) - “Fedel sino a lʼavello/ Egli era in Thule un re:/ Morì lʼamor suo bello,/ E un nappo dʼor gli diè...”



Thule è forse riconoscibile nellʼisola di Tile, citata per la prima volta nel 330 a.C. dallʼesploratore greco Pitea, rappresentata più tardi da Olao Magno nella Carta marina et descriptio septentrionalium terrarum pubblicata proprio a Venezia nel 1539.

Olao Magno lʼha poi descritta nella sua Historia de gentibus septentrionalibus nel 1551, come isola di fuoco e ghiaccio nellʼAtlantico del Nord sotto lʼIslanda e al largo della Scandinavia. Questa isola, il cui toponimo varia nel tempo (Tile o Tule o Thule) è ricordata anche da Tacito nel De vita et moribus Agricolae e da Antonio Diogene in Incredibilia ultra Thulen nel II sec. d.C. (testo perso ma citato da Fozio).

(N.B. Lʼarcipelago più meridionale delle isole Sandwich Australi prende il nome di isole Thule meridionali: furono scoperte e chiamate così da James Cook, nella seconda metà del ʼ700, poiché sembravano poste allʼestremo confine del mondo)