dal 30 gennaio al 14 febbraio 2016
Faenza Palazzo delle Esposizioni
in collaborazione con
la
Casa Museo e Osservatorio Sismologico
Raffaele Bendandi
INTRODUZIONE ALLA MOSTRA
L’ARGOMENTO del progetto è il COSMO. Un cosmo inteso come MULTIVERSO visto, letto e interpretato mettendo a
confronto le più diverse teorie che via via vengono raccontate e spiegate
in occasione di incontri, manifestazioni e convegni a carattere interdisciplinare.
L’intenzione programmatica del progetto, qui
in San Pietro in Atrio alla sua quindicesima tappa espositiva,
è quella di sviluppare un clima di sinergia possibile fra le arti
e le scienze che non trascuri alcuna disciplina e ne favorisca ispirazione
reciproca proponendo interventi di fisici, astronomi, matematici,
architetti, poeti, filosofi, astrofisici, botanici...
IL SENSO del termine cosmogonia contiene il concetto
di generazione e, relativamente
a ciò, si vuole mettere in luce quanto siano interessanti sia le considerazioni
di carattere scientifico sia le interpretazioni di carattere mitologico
o fantastico. Gli spunti di confronto nascono pertanto dalle varie
visioni del cosmo che la storia dell’uomo ha prodotto nei secoli.
Quindi, buchi neri e stringhe cosmiche si pongono sullo stesso piano
di stimolo creativo delle visioni del mondo delle civiltà mesopotamiche
o precolombiane.
LE OPERE esposte sono realizzate da Paolo Barlusconi con i materiali più disparati di
uso quotidiano e di produzione industriale, utilizzati come elementi,
segni alfabetici o grammaticali per articolare un racconto. Ogni opera
viene creata, più che plasmando la materia secondo i principi della
pittura o della scultura, provocando, agli occhi dell’osservatore,
una sorta di passaggio di stato degli oggetti utilizzati, ponendo
in comunicazione due universi paralleli attraverso una sorta di paradosso.
Concentrando l’attenzione sulla forma semplice, propria degli oggetti,
resa irriconoscibile ad un primo esame, trasformandola in qualcosa
di enigmatico e completamente nuovo. L’estro creativo però non è lasciato
al caso... ogni opera viene
anzi elaborata tenendo presenti regole e funzioni geometrico-matematiche
di proporzionamento (la Sezione Aurea, ad esempio) in base alle quali
tutto viene strutturato secondo rapporti di equilibrio la cui ragion
d'essere è scandita dai numeri. Operando così una rivisitazione
degli oggetti a livello formale, a prescindere dalla loro funzionalità,
ogni elemento diventa il mattone, il modulo con il quale viene creata
l'opera; si potrebbe parlare di una metamateria,
cioè di una materia che va oltre la propria funzione originaria, oppure,
anche di una trasfigurazione
dell'oggetto di uso comune.
La Casa Museo Raffaele Bendandi
si trova nell'edificio che fu l'abitazione dello stesso Bendandi,
appassionato di sismologia. In essa si trovano un centro di documentazione
sui terremoti, una biblioteca e l'Osservatorio Sismologico. La biblioteca
fu sicuramente il luogo più caro a Bendandi: lì studiava, leggeva,
consultava, verificava e, quando qualcuno interrompeva la sua meditazione,
guardava fuori dalla finestra indeciso se farlo entrare o no. Contiene
oltre mille libri, bollettini di diversi Osservatori mondiali, raccolte
di giornali ed articoli. In quindici scatole e nove cartelle sono
raccolti i calcoli e gli scritti originali.
Raffaele Bendandi da ragazzo appena
undicenne si appassiona di astronomia: ama guardare il cielo, osservare
le stelle e per questo compra i fascicoli scritti da Camillo Flammarion
sull’Astronomia popolare. Il Cosmo ha un fascino particolare: nel
1908 avviene un evento in Italia (terremoto di Messina 28 dicembre)
che allontana momentaneamente Bendandi da questa passione.
Egli si chiede perché non si possano evitare perdite di vite umane
così devastanti e si pone come obiettivo la previsione dei terremoti.
Bisogna tener presente che Bendandi ha frequentato solo fino alla
quinta elementare: inizia così quel periodo di autoformazione scientifica
che lo porta ad arricchire la sua biblioteca di moltissimi libri che
lo aiutano a farsi un quadro sulla scienza ufficiale del suo periodo
e di come le varie teorie siano condivise o no dagli scienziati dell’epoca.
Dai suoi scritti
Parva favilla gran fiamma seconda
“Ricordo ancora con tutta la freschezza dei particolari, quando durante
la prima guerra mondiale , aviatore in una squadriglia di idrovolanti
nell’alto Adriatico, la marea
attirò la mia attenzione.
Il periodo era dei più critici, volgeva la
fine dell’anno 1917, ma sebbene le operazioni belliche non ci concedessero tregua,
pur tuttavia nei brevi momenti di riposo
che fra i reiterati voli di ricognizione e di bombardamento
ci venivano concessi, io amavo appartarmi solitario per contemplare
la natura nelle sue grandiose manifestazioni, e a meditare
i suoi profondi insegnamenti.
Il sole era da poco sceso sotto l’orizzonte
ed il mare continuava a riflettere dolcemente nei suoi flutti il cielo
turchino. Sulla spiaggia , sabbiosa e deserta, il profondo silenzio
era rotto di quando in quando da un rombo di cannonate; ora cupo,
remoto, ora violento, vicino. …..
ho detto (parlando di questo fenomeno) che esso doveva rappresentare
il filo conduttore delle mie ricerche
…. In una perturbazione di origine esterna doveva ricercarsi
la causa unica di tutte le manifestazioni sismiche o vulcaniche.
E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato
e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell’Universo,
può giustamente definirsi con l’alata parola del nostro Alighieri
“L’Amor che muove il Sole e le altre Stelle”
Bendandi da questo momento
corre verso un traguardo che arriverà nel 1923. La sua teoria si basa
sulla azione gravitazionale dei pianeti del sistema solare sulla terra
e con l’utilizzo della regola del parallelogramma determina geometricamente
la risultante. Non soddisfatto dei risultati ottenuti introduce altri
4 corpi oltre Nettuno che chiama ultranettuniani, i quattro dell’Apocalisse,
“L’origine dei terremoti, secondo le mie teorie, è prettamente
cosmica. Il terremoto avviene, secondo i dati da me raccolti e controllati,
quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare, l’azione del nostro
satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti”. La teoria
di Raffaele Bendandi denominata “sismogenica” non venne mai descritta
completamente ma i geogrammi costituiscono la rappresentazione geometrica
semplificata del suo metodo di previsione.
I geogrammi rappresentano il calcolo della somma delle
forze planetarie che agiscono sulla Terra durante l'evento sismico.
La risultante viene individuata applicando la regola
del parallelogramma di Galilei / Newton.
Le singole forze planetarie risultano possedere valori
appartenenti al medesimo ordine di grandezza.
Raffaele
Bendandi (Faenza 1893 – 1979)
nacque da una modesta famiglia
di lavoratori. A causa delle scarse disponibilità finanziarie, iniziò
presto a lavorare come orologiaio ed intagliatore, dopo aver frequentato
la scuola comunale “Tommaso Minardi” di Disegno Industriale e Plastica
per gli Artigiani di Faenza.
Nel
1915 fondò un Osservatorio
Geofisico privato del quale fu direttore per l'intera vita. Nel 1920
divenne socio nazionale della Società Sismologica Italiana, ma fino
all'anno 1925. Realizzò personalmente i suoi sismografi che venderà
ad alcune università americane con il marchio MICROSISMOGRAFO REGISTRATORE
“RABEN”. Pubblicò numerosi articoli per diverse testate nazionali
ed internazionali e si dotò di una ricca biblioteca. Ricevette “per
le sue utili e preziose previsioni” una visita non ufficiale ed un
riconoscimento dall'Imperatore del Giappone HiroitoShowa-Tenny (1901-1989).
Nel 1924, il Re d'Italia Vittorio Emanuele III gli conferisce la nomina
di Cavaliere. Nel '26 venne diffidato dal diffondere in Italia qualsiasi
previsione di terremoti. La diffida non fu mai sospesa, ma Bendandi
continuò a scrivere sui giornali esteri. Nel 1931 pubblicò il suo
primo libro intitolato “Un principio fondamentale dell'Universo” sul
ciclo undecennale del Sole; nel 1947 diventa socio fondatore della
Società Torricelliana di Scienze e Lettere e nel 1955 è membro onorario
dell'Accademia di Studi Pitagorici.
Per conoscere meglio
Raffaele Bendandi e la Casa Museo visitate il sito ufficiale
http://www.osservatoriobendandi.it