Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Devo confessare che mi ha subito incuriosito il senso di questa mostra. Già dal primo incontro con Bruno Bordoli e Lorenzo Morandotti, mentre i due argomentavano sulla natura della loro collaborazione e sul perché del titolo... la mia mente quasi per naturale automatismo si allontanò brevemente abbandonandosi al ricordo di una tavola pitagorica, luogo di precisi calcoli aritmetici causato dal puntuale quanto metafisico flusso delle quantità... quadrato perfetto, determinato dal rapportarsi delle cifre esatte, lungo ascisse e ordinate generate dalle stesse sequenze numeriche... Rientrato dalla rêverie geometrico/matematica mi sono ritrovato presto a diretto confronto con qualcosa di assolutamente estraneo, di scardinato dalle caratteristiche funzioni applicative, proiettato nel territorio dell'invenzione poetica e pittorica. Che tipi questi due! Mi sono detto esaminando pittura e parole che danno corpo efficace all'incontro Bordoli/Morandotti... che tavola pitagorica è mai, questa di cui vanno argomentando con tanta libertà ed espressività? Ignorando l'articolazione cartesiana degli incroci e calando nell'oblio qualsiasi sequenzialità di calcolo, hanno azzerato spazio e tempo, hanno sostituito qualità a quantità, con un formidabile gioco di specchi dapprima ci disorientano per poi indicarci la via verso un universo, dove l'infinito possibile soverchia con prepotenza la logica del reale quotidiano. Un universo parallelo, astruso e comprensibile quanto quello da cui siamo apparentemente fuoriusciti, educandoci ad una ginnastica mentale, utile più alla sopravvivenza nel vissuto di tutti i giorni che alla fuga dallo stesso. Se ci impratichiremo, ricalcando l'esercizio che loro esemplificano dipingendo/poetando in sinergia esemplare, osserveremo con occhi nuovi le cose di sempre e rigenereremo noi stessi attingendo, come acqua chiara alla fonte, l'energia dello stupore nell'atto consueto. La tavola pitagorica in questione rivela così la sua natura, fatta di sequenze multiple concatenate all'infinito, una matassa inestricabile di rapporti binari: parola/immagine, colore/forma, simbolo/rappresentazione, segno/campitura, suono/visione... intelligenze e demoni si configurano in questo nuovo paesaggio naturale e ne governano i destini, come nella vita reale senza che ce ne accorgiamo, riverberando in modo celato il sapore magico di antiche tavole alfa/numeriche.

Michele Caldarelli, luglio 2003

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