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Attivo Arte Contemporanea
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Galliano Mazzon - note biografiche Galliano Mazzon è nato a Camisano Vicentino
il 15 luglio 1896; da famiglia numerosa (otto fratelli) che emigrò
l'anno seguente a San Paolo del Brasile. Dodicenne apprende a fare
il fabbro, costruisce aquiloni, suona il flauto in un'orchestra,
vende caramelle ai giardini pubblici e quando può, fugge
nella natura vergine. Diciannovenne insegna l'abbecedario agli analfabeti
di una scuola serale. Nel 1916 torna in Italia arruolandosi volontario,
l'anno seguente perde la mano destra sul Monte Santo. Rieducato
in una casa per mutilati, poverissimo, studia all'Accademia di Brera,
abilitandosi all'insegnamento del disegno nelle scuole medie inferiori
e superiori (1921) e conseguendo il diploma di pittura (1926). Nel
1928-29 ottiene i primi pubblici riconoscimenti per la sua attività
di pittore. Frequenta dal 1930 la Galleria del Milione, centro dei
pittori astrattisti italiani. Nel 1932 dipinge i suoi primi quadri
astratti (trittico "Spazio sensibile"); ha pure esperienze surrealiste.
Dal 1934 al 1938 vive solitario in una baita delle Dolomiti del
Brenta; lo stesso anno pubblica, anonimo, un libro di poesie. La
guerra sopravvenuta lo angoscia e nel 1944 è costretto a
curarsi una grave depressione in una clinica di Varese. Nel 1945,
tornato a Milano, insegna nella scuola media Alfredo Panzini. Riprende
a dipingere, creando una serie di pastelli-inchiostro, dal titolo
"Brasiliana", preludenti l'informale. Nel 1948 entra a far parte
del Movimento Arte Concreta (M.A.C.) con Soldati, Dorfles, Munari,
Di Salvatore, Monnet. Partecipa a importanti esposizioni tra cui
la mostra storica (1951) del primo astrattismo in Italia alla Galleria
Bompiani (dove, nel dicembre del 1950, era stata presentata la "Scuola
Mazzon", mostra dei dipinti degli allievi del pittore, frutto di
una pedagogia presto divenuta internazionalmente famosa). Nel 1953
esce dal M.A.C. realizzando un figurativismo idealizzante, lirico
e magico, che nel 1950-60 risentirà di influssi parainformali.
Nel 1962, alle soglie di una nuova crisi depressiva, originata dal
timore di una terza guerra mondiale, dipinge una serie di visioni
desolate ed espressionistiche. Superato il momento difficile, inizia
il terzo periodo della sua arte, con un astrattismo strutturalista
- lirico ed è del 1965 una ampia rassegna di questi nuovi
lavori alla galleria Il Salotto di Como. Nell'ottobre 1967 Carlo
Ludovico Ragghianti lo presenta a Firenze tra i primi astrattisti
italiani alla mostra storica "Arte Moderna in Italia 1915-1935"
a Palazzo Strozzi. Nell'ottobre 1969 il Comune di Milano gli dedica
una grande mostra antologica alla Civica Galleria d'Arte Contemporanea.
Nel 1971 la galleria Peccolo di Livorno gli organizza un'importante
mostra antologica all'Accademia d'Arte a Montecatini. |
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