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Gigi Bon e lo studio Mirabilia

Lo studio "Mirabilia" di Gigi Bon, aperto a Venezia nel 1992, si ispira all'idea della Wunderkammer o "Stanza delle Meraviglie", cioè a quelle collezioni che nel XV e XVI secolo, fino all'epoca barocca, univano curiosità naturali, vere o reinventate, bizzarrie preziose, rarità importate dai "Nuovi Mondi" ad un cosmorama alchemico e alla complessa ed arcaica strumentazione scientifica dell'epoca. Punto d'incontro privilegiato con il "fantastico", l'impossibile, il "meraviglioso", esse erano teatro di artifici umani e naturali.
Il percorso artistico di Gigi Bon si attua proprio raccogliendo e creando oggetti di grande forza evocativa, magiche tracce di un mondo perduto, capaci di assumere sempre nuovi significati a seconda dell'ordine in cui sono disposti, nel segno di una "logica della meraviglia". La volontà è quella di riunire un complesso di cose apparentemente inconciliabili - ma legate da una desueta comune significazione - in un luogo ostinatamente astratto dalla realtà. Dietro la superficiale semplicità delle immagini, si cela, arcana, la complicata alchimia stilistica delle escogitazioni, incrocio bizzarro di forme e significati.
Nel suo studio, che è come una "bottega" rinascimentale, Gigi Bon prepara i modelli in creta, gesso e cera delle sculture che realizza con i materiali più disparati, preziosi e non, e, con autentico spirito alchemico, sperimenta tecniche di lavorazione sottratte ad altri ambiti artistici, applicando, ad esempio, il procedimento della cosiddetta "cera persa " al vetro. Spesso le opere si arricchiscono di intrusioni bizzarre e ricercate, scelte per la loro intrinseca bellezza e per la loro valenza simbolica, come le uova di struzzo, i coralli, le conchiglie, amalgamati al bronzo e al vetro, in una divertita, ma coerente, reinterpretazione della tradizione. Nascono così gli animali metamorfici in bronzo che recano impressa la "cifra" veneziana, incarnata da elementi tratti dal repertorio architettonico, dall'immaginario artistico e dalla vita quotidiana della città. Le sculture in bronzo di Gigi Bon rappresentano soprattutto un "Bestiario Surreale", dove architetture e leggende veneziane si fondono alle forme naturali, o "Metamorfosi" nelle quali figure reali si trasfigurano nei "Miti" della straordinaria vicenda di Venezia.
In ambito pittorico, Gigi Bon realizza "ritratti fantastici", nei quali si propone di ricreare sogni e fantasie, o immagini di una Venezia non più oleografica, ma trasposta in maniera sempre diversa sul piano del "fantastico". In esse si riconosce una Serenissima, che è di suo alchemica e chiaroscurale, nutrita com'è da una mescolanza di culture, di singolari intrecci etnici ed estetici, ricca di stimoli per chiunque sia ben disposto ad onorare la molteplicità del reale. Per Gigi Bon lo spirito creativo emanato dalla città si fa stato di grazia fluttuante in una trasmutabilità di estremi simile alla allucinazione, al sogno. Una Venezia colta nella luce del presente e fuori dal tempo che scorre.

 

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