Luigi Viazzo
NEBULOSE,
VITA, MORTE E MIRACOLI...
Esiste
un ben preciso parallelismo tra paesaggi terrestri paesaggi cosmici.
Quando si parla di paesaggi terrestri ci si riferisce al cielo diurno
ma anche a campagna e mare.
Secondo gli antichi Egizi quel che succedeva in terra era il riflesso
di cosa accadeva in cielo.
Un antico proverbio giapponese recitava: “Il cielo è come il mare, le
nuvole come le onde, la Luna come una barca”.
Ma come non fare paragoni o addirittura vedere un continuum fra terra
e cielo; vedi il mare e il cielo (per esempio a Creta o in altre isole
greche) che sembrano toccarsi all’orizzonte e dove si dice che l’astronomia
se non sia nata abbia avuto una delle sue culle; un tocco e un confondersi
quasi mistico..., per una grande magia verso il largo.
Ma torniamo alle nostre nebulose, nubi di gas e polveri che, in qualche
modo, si ricollegano alle nuvole terrestri.
Come un essere terrestre, o meglio umano, possono addirittura avere
vizi e virtù?
Vizi e virtù?
Sì in questo gioco o sorta di gioco che ci siamo inventati.
Vediamo meglio.
Le nebulose, nubi di gas e polveri, possono essere di varie tipologie
e categorie e incarnare (o specchiarsi) in un alcune fasi o momenti
della vita umana.
Nubi ad emissione la culla della vita (stellare), dove gas e polveri
si aggregano per far nascere stelle e pianeti; l’infanzia, la gioventù,
la giovinezza ma anche a maturità...
... che vediamo nella fase successiva, quando la culla e l’incubatrice
hanno terminato il loro lavoro. Ecco quindi una stella, un Sole circondato
dalla sua corona (solare) che lo accompagna e diventa ben visibile durante
un’eclisse.
Qui abbiamo divagato un po’ ma ci sono nebulosità che seguono le stelle
anche durante la loro maturità; un esempio riguarda uno degli oggetti
celesti più conosciuti e spettacolari, l’ammasso delle Pleiadi (M45),
circondate da un velo di nebulosità che quasi simboleggia un gruppo
di adulti che non riescono a staccarsi da una sorta di cordone ombelicale
della loro infanzia: possiamo chiamarli bamboccioni?
Ricordiamo, per dovere di cronaca, che secondo taluni astronomi questa
nebulosità non sarebbe legata all’ammasso ma sarebbe semplicemente posta
fra noi e le Pleiadi, quindi si tratterebbe di un mero effetto prospettico.
Se non ci sono bamboccioni, va ricordato che comunque nel cosmo c’è
spazio anche per gli scrocconi...
... tutto il mondo è paese si potrebbe dire e così ecco le nebulose
a riflessione spettacolari ma che vivono di luce altrui riflessa dai
propri gas...
E poi non mancano i tipi oscuri, misantropi, ecco allora le nubi oscure,
dense di polveri che schermano la luce retrostante....
Ma torniamo al ciclo (o al circo) della vita.
Dopo l’età adulta e la maturità, ecco arrivare la pensione. Fra 5 miliardi
di anni circa, il Sole esaurirà la sua scorta di idrogeno e invecchierà
come fanno tutte le stelle di dimensioni ridotte (sembra un paradosso
parlare di stella piccola per un corpo celeste del diametro di 1,392
milioni di km ma su scala cosmica è così). Inizierà la fase degli anni
d’argento, capace però di donare ancora grandi soddisfazioni e, nel
caso delle nebulose, scenografie mozzafiato.
Ecco quindi comparire le nebulose planetarie. La stella va in pensione,
si contrae per rimanere stabile, mentre gli strati esterni si espandono
nel cosmo fino alla morte per raffreddamento della nana bianca e la
dispersione nello spazio del guscio di gas residuo degli strati esterni
della stella madre.
Abbiamo peralto di stelle piccole ma ci sono anche quelle grandi, massicce
e massive...
“Quando muore un re il cielo si incendia” diceva, parola più parola
meno, William Shakespeare.
Ed ecco allora che le stelle giganti, di grande massa, terminano la
loro vita con un grande botto: sono le supernovae.
Lampi nel cosmo, per un finale pirotecnico e spettacolare che lascia
nello spazio un’eredità di polveri e gas, con relativa nebulosa capaci
di animare e dare spettacolo nel cosmo. E lasciare ai posteri una bella
eredità.
Se il sogno di ogni uomo (forse) è infatti di tramandare il proprio
Dna ai posteri, ecco che lassù il materiale lanciato nel cosmo dalla
supernova andrà ad arricchire lo spazio interstellare dove un giorno,
forse, si formerà una nube ad emissione, una nuova culla celeste. Le
meno massicce lasceranno come lascito, in molti casi, una pulsar, un
residuo capace di girare vorticosamente come la trottola di un bambino
per una sorta di viaggio indietro nel tempo.
Quelle “esagerate” lasceranno un’eredità inquietante, oscura, pericolosa
come tanti personaggi hanno fatto nel corso della storia e dei secoli:
un buco nero,enorme voragine, Maelstroem, imbuto cosmico, capace di
sgretolare e inghiottire tutto e tutti...
E poi, (potevano mancare?), ecco gli intrusi, gi alieni, gli Ufo della
situazione.
Ecco le galassie, per molto tempo (fino agli anni ‘20 del secolo scorso)
scambiate per nebulose.
Le Weltinsel di kantiama memoria, oggi sappiamo che cosa sono e di che
cosa sono fatte (grani agglomerati di stelle) ma in passato non era
così...
Ed ecco allora nomi ingannevoli ancora in voga: Nubi di Magellano, nube
o nebulosa di Andromeda, come dire che anche nel cosmo ci sono gli imbucati
e i portoghesi che dir si voglia...
Morale della favola di questo viaggio (durante il quale, tengo a sottolineare,
tante semplificazioni sono state fatte): vizi e virtù sono dietro l’angolo
ma alignano anche a centinaia, migliaia, milioni, miliardi di anni luce...
Nubi stellari, cosmiche o che dir si voglia, dunque...
... Nubi stellari, nebulose come le nubi terrestri, del nostro cielo,
o le brume e le nebbie, transienti e transeunti, in evoluzione (seppur
lenta) ma sempre ricche di fascino e spettacolarità
NOTE BIOGRAFICHE
Luigi Viazzo, nato a Vercelli, risiede dal 1984 a Como. Appassionato di astronomia sin dall'epoca delle scuole elementari, hai
tra i suoi argomenti preferiti astronautica, mitologia e cartografia
celeste, storia dell'astronomia. E' socio e segretario del Gruppo Astrofili Lariani
di Como. Si occupa di divulgazione scientifica dal 1992.
Ha scritto e tradotto (dall'inglese) complessivamente
dieci libri di argomento astronautico, astronomico e mitologico, alcuni
dei quali pubblicati in lingua francese e spagnola. Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano
nel 1993 con tesi in Filosofia del diritto su Kant. Giornalista pubblicista dal 2000 collabora in qualità
di grafico, giornalista, traduttore e Web Designer con blog, editori,
agenzie che sviluppano applicazioni in ambiente Apple e Android.
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