"Nebulosa" 1997 tecnica mista 32 x 31 cm.

LE VISCERE DELLA TERRA E DELL'UOMO COME VORTICI DELL'UNIVERSO

La relazione tra microcosmo e macrocosmo è il punto nodale della mia ricerca artistica, la quale si sviluppa non certo piegando il proprio segno a formule matematiche ma volge verso il sentimento
dell'infinitamente piccolo all'infinitamente grande. Essi, complementari l'uno all'altro, sono messi in relazione grazie al potere alchemico di dare voce a Gea e all'Universo intero attraverso gli strumenti della materia e del segno. E' la perenne comunità di sensazioni tra la contemplazione delle massime grandezze e delle più minute piccolezze.
L'immagine artistica in me nasce spontanea, libera ma non propriamente casuale per il legame possibile con un archetipo celato nel profondo dell'inconscio, il quale può essere la causa della struttura della forma di tali nuclei fibrosi e terragni per potermi avvicinare a certe microunità cellulari del nostro corpo, e alle galassie cosmiche come alle nebulose stellari.
L'artista è pronto a leggere il grande nel piccolo vedendo sempre la medesima cosa, sia che guardi al microscopio che al telescopio, perché il minuscolo e l'immenso sono correlativi, somiglianti.
Nella vita poetica delle immagini non vi è che un semplice gioco dl dimensioni, immagini che nascono dalla percezione secondo moduli psicologici, perché essi sono creatività pura, sublimazione dell' immaginazione come condizione primaria, come potenza maggiore della natura
umana. Tutto è rinchiuso in un universo di curve vorticose e materiche, perché ogni universo si concentra in un nucleo, in un seme, in un centro dinamizzato, il quale è potente proprio perché centro immaginato.