Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it


Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
Profumo di Rosa
dal 6 giugno al 30 luglio 2009
...50 autori declinano in ogni possibile modo questa idea in una mostra/incontro
proiettandola dinamicamente nel tempo a venire
raccogliendo il "rosa" assoluto, attraverso la forma, il simbolo, il colore... il "profumo"...
progetto culturale a cura di Michele Caldarelli

torna | presentazione della mostra | indice | home | prosegui

cliccare sull'immagine per proseguire

MATTEO MANDUZIO
Rosa Roso - 2009
tecnica mista - cm. 33 x 50

"Rosa-Roso"... Così Matteo Manduzio descrive la sua opera Rosa-Roso: " La scena è tutta in marmo color rosa, roso dal tempo. Jane, dai capelli lunghi e raccolti, osserva se stessa, divenuta di pietra, all'angolo opposto della scena. In alto un'unghia femminile, cerulea e dorata. Quasi un artiglio. Al centro due Y come PEPTIDE YY lasciano sfuggire l'essenza della vita, color verde muffa. In basso i fili in rosa e rosso antico si raccolgono in un serto che termina con sigilli con scritte sette-ottocentesche". I materiali usati sono quelli soliti dell'artista: carte e cartoni antichi e moderni, spaghi, foglia d'oro e di rame, pigmenti e acquerelli. L'impiego delle carte antiche, tratte da libri, codici, documenti di vario tipo, riconoscibili dai frammenti di inchiostri e calligrafie di altri tempi, è una costante nei lavori di Manduzio, il quale, da bibliofilo qual è, assicura, però, di non aver mai strappato un libro, ma di usare esclusivamente ritagli di carte e pelli che i rilegatori di testi antichi scartano. Una pagina di libro, dunque, che si può definire il libro della vita, un racconto di esperienze di momenti cruciali, che comprende anche la malattia e la morte, come dati dell'esistenza, fissati per sempre nel continuum del tempo. I fili appesi e annodati che terminano con dei sigilli possono richiamare le Moire, nella mitologia greca personificazioni del destino ineluttabile, che filano e tagliano i fili dell'esistenza degli esseri umani. Ma qui sono annodati e fuoriescono, suggerendo non la fine, ma un altrove. Il marmo, reso poroso da infiniti buchi, può alludere tanto alla pelle del neonato, nel colore, quanto, nella durezza, alla disidratazione del corpo di una donna anoressica. Così si svela il titolo, Rosa-Roso, in cui la doppia desinenza non richiama la polarità donna-uomo, ma indica un essere femminile il cui corpo è consunto e prosciugato come un marmo antico. In alto sulla destra, già in parte fuori dal rettangolo dell'opera, in un campo ellittico, il profilo stilizzatissimo di donna con l'accenno di un'ala rimanda alla serie dei più recenti lavori di Manduzio, che hanno come protagonista l'angelo. In basso a sinistra un'altra ellissi appena convessa è come un corpo divenuto informe; al centro due incognite, le Y, dichiarano la sostanza, PEPTIDE YY, che sembra essere nel corpo di chi è affetta dall'anoressia, la malattia misteriosa, che annulla il desiderio e lo slancio vitale, secondo il significato che normalmente si dà alla vita. Ma c'è un altro senso, un altro significato, riposto nell'opera di Manduzio, che le mistiche di tutti i tempi ben conoscono, le quali, come è noto, hanno spesso trascurato il cibo e la carne, senza per questo trascurare il mondo, la realtà. I colori, dal nero della scrittura, al verde e azzurro del triangolo in alto, un pezzetto di cielo o un artiglio (quello di Atropo, una delle Moire?), come l'autore dice, il rosa e il rosso della pietra e dei fili, e l'oro che illumina i contorni dei diversi elementi rappresentano i diversi stadi dell'opus alchemico: il riscatto della materia e la ricerca della salvezza, attraverso un percorso spirituale. C'è, dunque, un altro desiderio, incomprensibile forse ai più, di altro e di un oltre che non vuole sottostare alle regole del mondo come è, che tende al raggiungimento di una libertà assoluta, trascendente. E' l'anelito di chi è alla ricerca di qualcosa che non si può possedere, ma a cui potersi avvicinare, come è proprio della tradizione spirituale presente in varie culture e presso i mistici e le mistiche di religioni diverse. E' quanto appartiene all'esperienza di quelle donne, che da sempre aspirano a qualcosa di grande, che eccede i dati della cultura dominante e che "ha costituito fino a ieri l'impensato maggiore della nostra umanità" (Luisa Muraro, Al mercato della felicità, Mondadori, 2009, p.78).

Katia Ricci


torna | presentazione della mostra | indice | home | prosegui

Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
miccal@caldarelli.it