Archivio
Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it
Galleria
d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c
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storico documentativo
Mio nonno era un cuoco
ovvero, l'esercizio della culinaria
fra nostalgia e invenzione
il mangiar bene e il ben vivere secondo: artisti, cuochi, scrittori, poeti
e pensatori...
a cura di
Michele Caldarelli
mostra numero 745 - in progress dal 23 dicembre
2005
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SULLE
ORME DELLA NATURA Arretrando con la memoria fra i ricordi di alcuni decenni or sono, mi è capitato di assimilare l’estensione della campagna brianzola con qualcosa di sproporzionatamente più ampio. Da piccoli tutto sembra più grande, largo e alto di quanto non lo sia in realtà ed è così che reincontrando Beatrice Cazzaniga, mi sono immaginato una sovrapposizione visionaria della nostra pianura con la pampa argentina. Periodicamente, con migrazioni veloci, da un emisfero all’altro, Beatrice abbandona la calura del Tropico del Capricorno per reimmergersi nelle nebbie della campagna lombarda e poi, altrettando velocemente, ripercorrere il volo in senso opposto. Certo, l’uso delle linee aeree facilita il tutto e dà alle sue visite carattere di normalità anche se, a dire il vero, ogni sua comparsa sulla mia soglia si permea ogni volta di sorpresa. Non una telefonata che l’annunci, non una lettera o una moderna e-mail... niente da fare, ogni anno come un inaspettato cambiamento di stagione, o meglio, come un vento carico di elettricità, eccola quì, piena di progetti, di racconti e di ricordi, contemporaneamente libera come l’aria nel pensiero e legata alla sua doppia terra col cuore, tanto che sembra portarne sempre una manciata nelle tasche. Beatrice, nata a Barlassina (Milano) nel 1940, si trasferisce a dieci anni a Salta, nell’Argentina del nord. Il padre, di professione intagliatore, su incarico del Collegio Salesiano, in collaborazione con l’Università Nazionale di Tucumán doveva, proprio lì, organizzare il laboratorio di intaglio del legno della scuola “Arte y Oficios”. Ora Beatrice risiede a Yerba Buena vicino a Tucumán, (non lontano dal confine con la Bolivia, dove gli zuccherifici trasformano la canna in golosa granella ambrata) ed è docente del dipartimento d’arte della locale università e da una decina d’anni è impegnata in un ampio programma di rivalutazione, recupero e restauro di opere di importanza storica, con particolare attenzione per la scultura integrata nel paesaggio. Suoi interessi fondamentali sono l’espressione artistica (lei stessa è scultrice ampiamente conosciuta e apprezzata di qua e di la dell’oceano) e l’indagine storica come interpretazione e analisi di quell’energia che partendo dalla terra costituisce fondamento della natura e dell’uomo in tutte le possibili espressioni. La cittadinanza di Barlassina, stimando il suo lavoro e volendo onorare i suoi meriti, col patrocinio del Consolato Argentino di Milano e della Università di Tucumán, ha organizzato nel mese di febbraio un’ampia rassegna di sue sculture ed è per questo che... eccola qui, mentre dal cielo cade la neve! <“Oggi per me è una giornata particolare perché nevica
in modo straordinario facendomi ricordare la mia infanzia lombarda;
quasi mi pare impossibile di essere partita due giorni fa dall'Argentina
dove convivevo con 40 gradi all'ombra e una percentuale altissima di
umidità. Abito nel nord del mio grande paese di adozione, in zona subtropicale
dove non c'è una grande differenziazione delle stagioni, abbiamo una
lunga estate e un inverno breve con la temperatura che raramente scende
sotto lo zero, al massimo pochi giorni. Beatrice coltiva dunque un suo piccolo orto? La immagino mentre lo fa con passione, fra una lezione universitaria, una sessione di restauro o la realizzazione di una scultura. “Si, ma va detto che è una abitudine prettamente italiana
e tutta mia, poiché gli argentini amano di più il giardino. Ho iniziato
l'orto per esigenza perché non avevo negozi vicino a casa, ora abbiamo
supermercati dove poter fare comodamente la spesa ma io continuo a curarlo
e prepararmi tante insalate miste. L'asado cioè la carne alla
brace accompagnata con le mie verdure combinate in modo speciale mi
hanno reso famosa tra le mie amiche. E il vino? Qui da noi, in Italia, si sta sviluppando il turismo enologico... Cosa accade in Argentina? So che se Beatrice è una brava cuoca e “contadina” è vero anche che suo marito è un gran cultore del vino e ogni tanto viaggia con lei “con un secondo fine”. “Noi abbiamo una gran produzione di vini soprattutto a Cafayate tra Salta e Tucumán nelle vallate Calchaquíes, zone abitate un tempo dagli indios Diaguitas-Calchaquíes, quelli, per intenderci, incontrati dagli spagnoli quando sono arrivati qui. La valle è bassa ma ci sono pure vini bianchi Torrontés che hanno un sapore particolare perché le viti vengono piantate a 2700 metri, tra la vegetazione selvaggia, e si ottiene un vino forte profumato che non si aneja non si fa invecchiare. Il Camino del vino che va da Cafayate, dalle Valle Calchaquíes, lungo la Cordigliera, a La Rioja, passando poi per San Juan, Mendoza, fino a Rio Negro, è lungo quasi 800 chilometri. Percorrendolo si possono vedere ampie vallate coltivate, tutt’attorno alle poche case protette da olmi o salici, e trovare cantine dove degustare e comprare i vari tipi di vino, oltre a formaggi di capra e di vacca. E una zona in via di sviluppo per favorire l'esportazione dei nostri vini. Molte aziende sono anche gestite con investimenti di ditte straniere, fra le quali non mancano le italiane, nel coltivare Cabernet, Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Chablis, Malbec, Borgogna, Pinot e Tannat.
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