Loredana Monico



"Forme vegetali"
legno e ceramica
cm 44 x 30 - 1993


"La pittura e la luce quotidiana in un affresco di Loredana Monico" di Vittorio Fagone

L'albero è uno dei simboli universali costanti nelle rappresentazione delle diverse culture dalla Mesopotamia all'America, all'estremo Oriente. Anche nella cultura moderna l'albero conserva intera una straordinaria forza di rappresentazione simbolica. Dall'epoca del romanticismo che inizia la cultura moderna e contemporanea esso si carica di più aperte e articolate valenze. E' stato Novalis, l'illuminato poeta del romanticismo tedesco, a stabilire un parallelo stretto tra la forza prorompente diffusiva, e insieme internamente correlata e coerente, dell'albero e la struttura stessa di ogni opera artistica. Nessuno può dimenticare che evidenza e sviluppo dell'organismo vegetale dell'albero, d'altra parte, sono stati un motivo ricorrente, quasi ossessivo di Leonardo, insieme pittore insuperabile e osservatore acutissimo dell'universo naturale.
L'immagine che Loredana Monico ha voluto realizzare per la nuova sede della Digital Equipmente a Milano ha sicuramente, nella sua essenziale struttura e dinamica, memoria di questi stratificati e sempre nuovi significati che l'immagine dell'albero implica. La sintesi che però ne propone appare inedita ed efficace. Prima di tutto merita di essere sottolineato il rapporto con l'ambiente. In essa, prima di tutto, la grande pittura (6 metri per 3 di altezza) appare segnale invitante e irrefutabile senza risultare impositivo, senza soverchiare l'agile disegno architettonico in cui è inserito.
Questa pittura è costruita con una tecnica rigorosa, quella dell'antico affresco, e tuttavia conserva le vibrazioni primarie e riflessive di una avvertita sensibilità moderna.
La pittura i Loredana Monico infatti si apre nell'orizzonte di uno scenario naturale e insieme immaginato come una tessitura vibrante e continua. Non ha gravi corposità materiche ma trasparenze e tensioni cromatiche senza opposizioni violente o solo aspre. La luce che anima la pittura è una luce di chiarezza mattinale, nella quale i rami dell'albero si espandono con naturalezza ma anche disegnando una continuità salda e ricorsiva della forma struttura che si presenta a chi guarda come un mobile bersaglio percettivo.
Una pittura certamente di struttura "antica" e di evidenza efficacemente moderna, priva però, volutamente, di ogni puntigliosità polemica, di ogni ideologizzata durezza. Il dato più sorprendente e memorabile di questo lavoro, che si somma all'immediata e diretta urgenza simbolica e alla preziosa "fattura" strutturale è l'innovazione in una propria interna luce che sembra sospesa tra la vaporosa densità della luminosità lombarda e la chiarezza di una visione più marcatamente - negli articoli dell'organismo vegetale - mediterranea. La luce della pittura vive un suo rapporto con la luce dell'ambiente, ma anche con quella che si legge oltre le vicine vetrate. Si stempera e si addensa a seconda delle ore e delle giornate, entra così in un ritmo quotidiano come è forse giusto per un'immagine destinata a vivere in un ambiente di lavoro. Credo che proprio in questo ambiente carico delle tensioni innovative della ricerca e della tecnologia informatica, la salda continuità dell'albero nella luce, vale ancora come un appello a una perfusone umanistica, di ogni conoscenza e soprattutto come termine irrinunciabile di uno scatto immaginativo sempre attivo "per li rami" di ogni intrecciata figura.

Loredana Monico d'origine trevigiana ha iniziato i suoi studi d'arte negli Stati Uniti presso il Normandale College di Bloomington (Minnesota), completando poi la sua preparazione alla Accademia di Brera, Scuola Superiore degli Artefici, di Milano.