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Andantino

di Pina Spelta
Ed. Centi Brescia 2004
53 pp. 12x17 cm



DALLA INTRODUZIONE DI PIERO MARELLI

(....) Andantino per chi conosce i lavori precedenti di Pina Spelta è un'operazione che si presenta inaspettata, decisa a proporre un altro modello di scrittura elaborando una nuova misura lessicale giudicata dall'autrice una necessità in grado di attuare un cominciamento nuovo dopo il dono totale di parola degli altri libri. (...) Al culmine della sua maturità di donna, Pina Spelta decide un altro passo, un "andare" e quindi un "Andantino", sui temi minimi: le stagioni, il vento, i mattini, ecc., suoi accompagnatori pronti a rivelare il fondo inconsueto delle cose, riducendosi ad una scrittura che in alcuni momenti può ricordare gli haiku giapponesi. Del resto, sappiamo l'amore e l'interesse di Spelta per la poesia orientale. (...) E' un mondo, il suo, dove tutto ciò che accade viene reso indispensabile. Sono continue apparizioni che si stabiliscono in presenze, ripetendosi nel loro bisogni di raccontarsi. La poetessa forse non può chiedere di più e non lo chiede, ma questo può già bastare a lei e a noi che la leggiamo, pronti ad accogliere i suoi suggerimenti, buoni per ampliare, come ogni poesia permette, la nostra comprensione del mondo, altrimenti chiuso in se stesso e incapace di educarci a quell'ulteriore conoscenza che dobbiamo pretendere da ogni parola poetica riuscita. Le cose necessarie e care a Spleta hanno il loro posto in questi versi e lasciano come conseguenza al lettore il diritto di completarle con i suggerimenti proposti. La poetessa non solo le dice, ma le richiama anche pretendendo la loro continua presenza. Loro hanno detto quello che dovevano dire, toccherà poi a noi rispondere, affinché le parole dette e le parole sottaciute non restino inascoltate o peggio inutili, perché la poesia è nata e vive anche come rimprovero alle degradazioni e alle scorrettezze del linguaggio, di una parola, infine, che non può riflettersi solo nel "poetico" e che non riesce a farsi poesia. Pina Spelta ha compreso questo pericolo o questa tentazione, ha giocato a togliere, ha prosciugato un po' i suoi fiumi ritenendoli magari un po' pericolori, restituendo semplicemente il nome agli avvenimenti, letti naturalmente nel loro significato ulteriore, lasciandoli liberi di ripristinare la loro destinazione, come compito continuamente proposto, l'unico in grado di dare un senso alle diverse letture della realtà.

Pina Spelta, laureatasi brillantemente in Lettere e conclusi gli studi musicali (violino) passa a coltivare la letteratura inglese con numerose pubblicazioni, per lo più traduzioni, presentazioni e commenti di classici inglesi e americani, accanto ad una lunga e soddisfacente carriera scolastica. Ora, ritiratasi dalla rigida attività quotidiana, vive il suo felice otium punteggiato dalla sua incessante produzione poetica. Pubblicazioni di poesia: Voci di vento, Ali d'aria (Ed Ramperto Brescia); Scia di sogni, Il fragore del silenzio L'eco di un eco (Ed. L'Obliquo Brescia); Andantino, Orecchio di donna, A basso volume (Ed. Centi Brescia); Metronomo di passi, Vivace ma non troppo (Edizioni Brenner Cosenza); A fari spenti (LietoColle)


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