Akiko Sato
Skulpturen
testi di:
Gian Pio Fontana
Maya Huber
Akiko Sato 1999
48 pp. 22,5x22,5 cm.
17 ill. b/n e col.
testi italiano/tedesco
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Il
Museo Epper di Ascona (Svizzera) ha ospitato dal 26 settembre al 31
ottobre 1999 una mostra personale della scultrice giapponese Akiko
Sato. Nata a Tokyo nel 1942, Akiko Sato dal 1966 ha fatto dell’Europa
sua patria d’adozione, vivendo in Svizzera ma lavorando regolarmente
anche in Italia e nella Francia meridionale.
I temi prediletti e ricorrenti nell’opera di Akiko Sato sono il cielo,
la terra, l’acqua, il vento che, nelle sculture e nelle grafiche dell’artista,
si traducono in onde, fiamme, nuvole di pietra o carta, che nonostante
il materiale, non perdono la loro caratteristica di fugacità.
Nel gioco perfetto di equilibrio delle masse, il marmo, il granito
perdono di peso e gravità e si trasformano in "poesia
concreta e tattile". E’ infatti preciso desiderio dell’artista
che le sue opere vengano toccate, accarezzate: in contrasto con la
tendenza a fare dell’opera d’arte qualcosa di inavvicinabile, Akiko
Sato coinvolge lo spettatore in un contatto diretto con l’opera, un
contatto personale, intimo, non solo visivo ma anche tattile. Perché
è nell’utilizzo di tutti i nostri sensi che noi possiamo maggiormente
entrare i sintonia con il messaggio dell’artista, un’esperienza che
deriva da tanti anni di studio e lavoro con persone non vedenti o
portatrici di handicap, che altrimenti non potrebbero conoscere e
riconoscere un’opera d’arte.
Attraverso la sua ricerca Akiko Sato ci invita a riappropriarci della
magia del contatto con la natura e del piacere di un rapporto diretto
con le cose e le persone, in un mondo così accelerato e caotico
da frastornarci con messaggi e tecnologie. (R.M.C.)
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