Piero Ruggeri
Testo di Stefano Crespi
Ed. Studio Centenari
Piacenza, 2000
52 pp 15 x 21cm.
20 ill. col. e b/n
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E' ormai invalsa l'abitudine,
sopratutto per artisti esordienti, di pubblicare corpulenti cataloghi,
che esibiscono il loro volume e peso come a dar autorevolezza ad un
lavoro che spesso ben avrebbe ancora bisogno di tempo e decantazione
per un qual riconoscimento. Prorogando ed incentivando così
la corsa, più che all'affinamento dei propri mezzi espressivi-
semmai ve ne fossero le premesse, all'individuazione di una propria
peculiare "ricerca" in studio fra materie e strumenti- ad
un'editoria che proprio non si distingue per originalità di
contenuti ed ancor meno ricercatezza grafica, dovendo affidarsi completamente
alla necessità di veicolare nel modo più diretto, una
determinata immagine artistica che risulti, secondo i canoni più
largamente diffusi e pertanto i più accessibili, il più
convincente possibile
Non è certo questo il caso dell'aurea pubblicazione monografica
"Piero Ruggeri" edita dallo Studio Centenari di Piacenza
in occasione della mostra di Piero Ruggeri (Torino 1930). L'estrema
finezza tattile e visiva del colore scarlatto della copertina e dell'interno
in carta ruvida- non come sovente accade lucida riflettente che rende
pressoché impossibile la lettura- preparano l'animo, di chi
si accingesse a sfogliare le pagine del catalogo, predisponendone,
senza forzatura alcuna, tramite appunto una presentazione fisica per
i versi della materia i più possibili vicini a quelle che possono
essere le affinità del sentire dello spirito, ad un sereno
avvicinamento ed incontro alla materia, alla sostanza, al reale contenuto
del libro.
S'incarica di farsi decisivo tramite, con elevata sensibilità
poetica e penetrante analisi linguistica, Stefano Crespi con il testo
"Ruggeri la Figura", introducendoci all'inconsueta,
o perlomeno meno conosciuta produzione, ispirata ad alcuni vertici
dell'espressione figurativa quali Caravaggio, La Tour, Rembrant, di
un maestro dell'informale di levatura europea quale Piero Ruggeri,
appartenente a quel ristrettissimo novero di maestri che sono l'autonoma
declinazione, da questa parte dell'Atlantico, di una temperie culturale
ed artistica tra le più motivate e profonde del secolo che
si è appena chiuso e certamente ancora tra le più feconde
ed ancore attuali, e dove, grazie alla preliminare, intrinseca grande
qualità della pittura, questo straordinario ciclo d'opere di
Ruggeri, presentato allo Studio Centenari di Piacenza, emerge quasi
come la naturale, unica, grande declinazione contemporanea possibile
di quella storica, stagione della pittura.
Domenico D'Oora
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