Filippo Ravizza
Bambini delle onde
Campanotto Editore Poesia
Pasian del Prato (UD) 2000
122 pp. 12 x 17 cm.
Testi critici di:
Enzo Di Mauro
Franco Manzoni
Giampiero Neri
ISBN 88-456-0280-X
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Ricordi, che si affastellano
gioiosi o tragici, quali formule per recuperare realtà passate
in grado di trasformarsi in guide per intellegere il presente;
speculazioni sul senso dell'esistere; capacità di cogliere
segnali d'allarme in una società italiana che si disinteressa
di difendere la propria lingua e il proprio popolo, il quale viene
soggiogato a passivo testimone di una cultura dominante; consapevolezza
che, forse, per trovare una via d'uscita plausibile ci si debba rivolgere
ai bambini, ai nostri figli cui trasmettere il testimone di una guerra
probabilmente oggi già persa; recupero del senso etico delle
cose, piccole o grandi che siano; momenti di forte autobiografismo
familiare quali segni di variabili che, prima o poi, potrebbero toccare
ciascuno di noi... (...)Questo, ma non è tutto mi piace segnalare
al lettore della parola poetica di Filippo Ravizza, uomo e scrittore
che non ha operato fluttuazioni né cambiamenti di rotta, ma
ostinatamente da quasi trent'anni prosegue a lavorare, raccontando
la quotidianità attraverso il coniugare tradizione, andamento
colloquiare, ritmo di grande tensione emozionale, ricerche d'accostamenti
fonico-grafici sorprendentemente eversivi. (Dalla prefazione di
Franco Manzoni)
(...) Ravizza, a partire dagli anni Settanta, da quel decennio
in cui qualcosa sembra essere rinato, ha scritto senza fretta e con
buona parsimonia, con accortezza, com'è giusto che avvenga
per un poeta che voglia riflettere sul lavoro che svolge. Il risultato
è qui, in questa precisione e asciuttezza di dettato. Egli,
seppure ha avuto o ha creduto di avere dei compagni di strada, non
si è perduto nel marasma di scuole o tendenze, non si è
confuso cn esse. Ha scritto in assoluta solitudine, cercando una effettiva
riconoscibilità. Ciò non toglie che in questo libro
si respiri un bellissimo clima generazionale, qualcosa che accomuna.
Ci sono, intanto, passione e slancio, generosità e forza. E
c'è, soprattutto, un'indicazione di cammino: continuare a dire,
sia pure ferita e scheggiata, "l'oscura grazia delle cose".
Continuare a cercare il sublime nelle povere e necessarie frattaglie
del mondo, nei pezzetti di cielo caduti nella polvere. (Dalla postfazione
di Enzo Di Mauro)
Filippo Ravizza è nato a Milano nel 1951. Poeta e critico ha
pubblicato saggi e poesie su varie riviste letterarie, tra le quali
"In folio", "L'Ozio letterario", "Materia",
"Poesia", "La Corte", "Quaderno", "La
clessidra", "Induna", "Atelier". E' stato
uno dei direttori del quadrimestrale di poesia e cultura "Schema"
e uno dei fondatori, nel 1988, del semestrale di scrittura, pensiero
e poesia "Margo" di cui poi è stato direttore. Ha
pubblicato nel 1987 il volume Le porte e, nel 1995, Vesti
del pomeriggio, uscito nella collana "Collezione di poesia"
dell'editore Campanotto. E' stato direttore artistico delle due edizioni
fin qui tenute (1995 e 1996), del Festival Nazionale di Poesia di
Induno Olona e Varese. E' stato scelto a rappresentare la poesia italiana
contemporanea assieme ad altri cinque autori, alla XIX Esposizione
Internazionale della Triennale di Milano (1996). Giornalista, ha lavorato
dal 1979 al 1986 presso la redazione milanese del quotidiano "La
Repubblica" occupandosi specificatamente di poesia, letteratura,
e di tutta la cronaca culturale della metropoli lombarda. E' stato
anche critico teatrale del settimanale "Il Mondo". Attualmente
si occupa di formazione per un grande Ente.
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