Quaderno n°2 |
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Il primo numero del periodico "quaderno" edito
a cura del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci - Prato per
i tipi Gli Ori - artout è stato dedicato a Bruno Munari e ai laboratori
di didattica artistica di cui è stato fautore e che ha tenuto, con
grande successo, al Museo Pecci Ora è disponibile il n° 2, dicembre
1999, interamente dedicato a "Arte e/o Terapia". Il presente numero
di quaderno consta di 72 pagine con una ricca documentazione fotografica
spesso a tutta pagina, a colori e in b/n e si apre con l'editoriale
"grazie monsieur Foucoult" a firma del direttore responsabile della
rivista Italo Moscati ed uno scritto di Bruno Corà, direttore artistico
del museo Pecci. Seguono un'intervista all'artista multimediale Piero
Gilardi, tra i primi sperimentatori e operatori nelle strutture territoriali
che attualmente propongono il rapporto arte follia da un punto di
vista terapeutico, segue, dello psichiatra e presidente della Societè
International de Psychopatologie de l'Expression Vittorino Andreoli,
"Il fascino delle parole", un bilancio ed una puntualizzazione sia
terminologica che concettuale e metodologica sul " l'art psichopatologique",
come il nome della grande mostra che si tenne a Parigi nel 1950 piuttosto
che il "linguaggio grafico della follia" come il titolo di un fondamentale
testo del 1969 dello stesso Andreoli. Un'ampia sezione di quaderno
è dedicata a presupposti e prospettive dell'esperienza del "laboratorio
di attività espressive" operante, in collaborazione con la ASL, presso
il Museo Pecci e con il Dipartimento Educazione dello stesso, e rivolto
sia a pazienti psichiatrici che a non pazienti. Su quaderno sono presenti
altresì esempi di lavoro, analisi di elaborati, interviste con pazienti,
testimonianze fotografiche, in grado di esemplificare e al contempo
di definire la complessità sia terapeutica che estetica delle esperienze
in corso, delle mete raggiute, le finalità e le problematiche ancora
aperte. Particolarmente ricco di riferimenti lo "speciale" di quaderno,
che raccoglie varie schede su centri, associazioni, musei, quali ad
esempio, Art e Terapie di Parigi, o Cooperations di Witz (Lussemburgo),
presentandone l'orientamento, metodi di lavoro e finalità. Presente
inoltre la documentazione iconografica e testuale di alcuni seminari
per arteterapeuti tenuti presso il museo Pecci da artisti di chiara
fama quali Remo Salvadori, Vittorio Corsini e altri. Quindi, questo
secondo numero di quaderno, oltre che presentarsi come una rivista
dalla elegante e assai accativante veste grafica, di volta in volta,
si qualifica come un indispensabile ed agile strumento di informazione
per chi, non specialista, volesse avvicinarsi al vasto campo dell'arte
e/o terapia, un valido strumento di lavoro e approfondimento per gli
operatori del settore, nonchè un notevole contributo alla diffusione
e allo stato del più recente dibattito attorno alle tematiche espressivo-
terapeutiche che, finalmente sono più pervasive e all'attenzione di
territorio e istituzioni. Soprattutto attualmente che, a partire dalla
mostra Open Mind- Gesloten Circuits tenutasi al Museum Van Hedenaagse
Kunst di Gent nel 1989, sono sempre più frequenti i segnali di grande
interesse per queste tematiche che giungono anche dal circuito espositivo,
come attestano la mostra "L'Altro Dipinto" tenutasi nel 1999 alla
Fondazione Cravanzola di Milano, e l'interessantissima "Pittorica
Mente" tenutasi a Palazzo Verbania di Luino, che presentava opere
provenienti da più esperienze di ateliers di pittura di terapie psichiatriche,
e dove emergeva chiaramente come, fuori da sistematizzazioni linguistiche,
da rigide codificazioni, nella pratica della pittura, ciascuna singola
espressione individuale si presentava nei procedimenti e nei contenuti
esplicitamente connotata, "rivelando così gli andamenti, gli scarti,
le concatenazioni inespresse, segrete e nascoste, di una strategia
dell'inconscio", e permettendo alla persona "sofferente e insofferente"
di riconoscere e far conoscere il proprio modo di ripensare il mondo. |
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