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La spiritualità nell'arte
da Boccioni a Serrano

Santuario di Oropa 2000

Testi di P. Biscottini e A. Fiz
Santuario di Oropa 2000

88 pp. cm 27 x 23
84 ill. col e b/n
ISBN 88-202-1404-0

 

 

 

 

 

 

In Occidente, la nostra epoca è stata caratterizzata dal ritorno di una ricerca tesa ad una nuova spiritualità, si è però voluto cercarla in spazi lontani; fu il pellegrinaggio in Oriente, dimenticando luoghi e centri a noi assai più prossimi ma non meno carichi di secolare spiritualità.
Fra i luoghi di pellegrinaggio, il santuario della Madonna Nera di Oropa, in provincia di Biella è uno dei più celebri e suggestivi, sito in una straordinaria posizione scenografica a m 1180 s m e la cui fondazione risale al IV secolo, avvenuta opera del vescovo Eusebio, sul luogo di un probabile culto celtico.
Un luogo di fede, di grande valenza spirituale e mistica, dove natura, storia, arte e quotidianità si fondono trasponendo il visitatore ed il pellegrino in un'atmosfera unica.
Oggi, grazie ai recenti lavori di ristrutturazione, il complesso si propone altresì come centro polivalente sul piano culturale, aperto all'arte, alle scienze ed alla cultura in linea con la sacralità del luogo; e quindi sede quasi naturale per la splendida mostra "La Spiritualità nell'Arte da Boccioni a Serrano".
La mostra presenta oltre 50 opere provenienti in gran parte da prestiti e collezioni private, tra cui quelle di Lucrezia de Domizio Durini e di Giuseppe Niccoli. Un nucleo importante è rappresentato dalla raccolta di Carlo Cattelani, uno dei più noti collezionisti italiani di arte sacra recentemente scomparso cui questa rassegna è dedicata.
Negli ampi spazi dell'Ospitale destinato ad accogliere i pellegrini, il percorso della mostra prende spunto dalla "Natività", un'opera su carta di Umberto Boccioni realizzata nel 1908, per concludersi, 92 anni dopo con "Madonna Nera" di Luciano Pivotto, una raffinata opera scultorea che riproduce, in una versione anch'essa lignea, la celebre statua della Madonna coperta d'oro e di gemme del 1294 conservata nel sacello eusebiano; la versione dell'artista propone solo una metà della statua della celebre Madonna voltata di spalle e svuotata; proponendo così al fruitore un momento di più interrogativa meditazione.
La mostra si snoda attraverso composizioni assai significative, accanto alla celebre "Via Crucis" del 1947 di Lucio Fontana, 14 formelle in terracotta, colorate e riflessate, una delle massime realizzazioni dell'artista in grado di conciliare l'elemento umano con quello trascendente, vanno inoltre evidenziate importanti opere di Arturo Martini e Gino Severini.
Tra le opere più recenti "Occhio per Occhio" di Wolf Vostell in cui la figura del Cristo viene inserita in un lavoro drammatico che descrive mediaticamente la guerra nucleare e "Tripala" di Joseph Beuys, una composizione in metallo e legno che si ricollega al pensiero dell'artista tedesco sulla sacralità Tradizionale della natura. Sono esposte inoltre opere di Aldo Mondino, Giulio Paolini, Enzo Cucchi, Ale Guzzetti, Gian Marco Montesano, Dick Higgins, Eliseo Mattiacci, Athos Ongaro, Fabio Mauri, Siegfrid Anzinger, Giovanni Manfredini, Jan Knap, Lorenzo Bonechi, Chiara Dynys, Federico Fusi, Franco Ionda, Salvo, Silvio Wolf, Plumcake, Milo Sacchi, Paolo Leonardo.
Un'esposizione particolarmente interessante in grado di puntualizzare il contemporaneo modo d'intendere il rapporto, spesso complesso e tormentato, tra arte e spiritualità, una mostra che sembra rispondere all'appello di Giovanni Paolo II apparso nella Lettera agli Artisti in cui scrive "Il mio è un invito a riscoprire la profondità della dimensione spirituale e religiosa che ha caratterizzato in ogni tempo l'arte nelle più nobili forme espressive", e ancora afferma "Ogni essere umano, in un certo senso, è sconosciuto a se stesso" la fede e l'arte aiutano a ritrovarlo.
Testi in catalogo di Paolo Biscottini, Alberto Fiz, curatore della mostra Alberto Fiz, coordinamento Silvy Bassanese

Domenico D'Oora


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