Igor Mitoraj
a cura di:
Rudy Chiappini
testi di:
Rudy Chiappini
Luciano Caprile
Maurizio Cecchetti
Enzo Siciliano
Barbara Paltenghi
Museo d'Arte Moderna
Città di Lugano
Skira Editore
Ginevra/Milano 2002
150 pp. 25x28 cm
ill b/n e col.
lingua: ital/ted/ing
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Classicità e modernità sono temi
ricorrenti nell'opera scultorea dell'artista polacco Igor Mitoraj,
presentata in Svizzera con una suggestiva mostra a cielo aperto nel
centro della bella Città di Lugano (dal 22 marzo al 30 giugno 2002).
Per l'occasione una ventina di monumentali bronzi sono stati dislocati
in un percorso artistico che, partendo da Villa Ciani, prosegue per
via Canova, attraverso Piazza della Riforma e raggiunge via Nassa.
I passanti potevano così imbattersi in sculture, (in alcuni casi anche
entrarvi, come in una gigantesca conchiglia) che si rifanno iconograficamente
all'arte statuaria antica.
Nato nel 1944 a Oederan in Germania da genitori polacchi, dopo la
guerra Mitoraj si trasferisce con la madre a Cracovia. città dove
compie gli studi accademici seguendo i corsi di Tadeusz Kantor, noto
pittore ed esponente dell'avanguardia teatrale. Su consiglio di Kantor,
alla fine degli anni Sessanta si iscrive all'Ecole des Beaux Arts
di Parigi, prima tappa di una serie di soggiorni di studio in Messico,
Grecia, Stati Uniti e non da ultimo l'Italia, ove giunge nel 1986
con l'invito ad esporre alla Biennale di Venezia. Da allora vive tra
Parigi e Pietrasanta.
Da sempre profondo conoscitore del mondo classico arcaico, Mitoraj
si ispira per le sue opere a personaggi mitologici facilmente riconoscibili:
Eros, Venere, Icaro, il Centauro... che traduce in sculture che sono
come reperti, nessuna delle sue opere presenta infatti una forma intatta.
Sono immagini frammentate, mutilate, attraversate da vuoti che stimolano
l'immaginazione a completarne le parti mancanti. Sono l'allegoria
della fragilità umana, della bellezza contaminata, interpretano la
nostalgia della memoria del passato in un presente, così accelerato,
da non permettere soste e momenti di riflessione. Usando la dimensione
mitologica Mitoraj esalta il passato, lo rende eterno, inalterabile,
immobile nel consolidamento del mito. Nelle sue opere spazio e tempo
si congiungono, in un equilibrio perfetto, e danno forma a nuove figure
che, grazie alla creatività di Mitoraj, vengono così proiettate nella
modernità.
(Testo tratto da "Mitoraj, nelle vie di Lugano un museo di scultura
all'aperto" di Rosabianca Mascetti pubblicato dal Corriere della Sera/Corriere
di Como, Sabato 30 marzo 2002)
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