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MINIARTEXTIL 2002
Magiche Trame
XII edizione

a cura di:
Luciano Caramel
Catalogo a cura di:
NuoveparoleComo 2002
95 pp. 23x27 cm
ill b/n e col.
lingua:ital/ingl

La magia, la fascinazione, l'incantamento sono stati il filo conduttore della XII edizione di Miniartextil, rassegna internazionale di arte tessile, ideata da Mimmo Totaro e Nazzarena Bortolaso, tenutasi a Como nell'Ex Chiesa di San Francesco dal 20 settembre al 26 ottobre 2002. Curata da Luciano Caramel, con il suggestivo titolo di "Magiche trame", ha evocato un'atmosfera di grande coinvolgimento emozionale e proposto un percorso espositivo assai ricco e differenziato. Il filo resta sempre il tema ispiratore della manifestazione che, unica nel suo genere in Italia, offre una panoramica internazionale di fiber art. Miniartextil ha selezionato per la XII edizione 160 artisti che si sono confrontati su un tema comune presentando opere ,di formato unificato a cm 20x20x20, in cui il filo viene utilizzato in tutte le accezioni materiche: rame, seta, ferro, luce, lana, vetro ecc. Partendo da questo grande nucleo centrale di opere 'mini', come ogni anno, il progetto offre anche una selezione di una dozzina di installazioni di grande formato e la personale di un ospite di fama internazionale. Quest'anno è stata proposta una selezione di opere storiche degli anni Sessanta e Settanta provenienti dalla straordinaria collezione di Pierre e Marguerite Magnenat di Losanna che, per la prima volta e forse unica, proprio a Como, sono state a disposizione del pubblico. Queste grandi opere ambientali di Magdalena Abakanowicz, Jagoda Buic, Ritzi Jacobi, Hanna Jung, Jean Hladik, Maria Laskiewicz, Wojciech Sadley, nascono dalla profonda conoscenza della tradizione dell'arte tessile, dei suoi presupposti religiosi, magici, sociali, utilitari cui danno continuità con una progettualità di forme nuove, contemporanee, in linea con il proprio tempo. Articolata fra tradizione e contemporaneità anche il resto della rassegna ha offerto alcune significative incursioni in differenti territori disciplinari. In Mauro Molinari ad esempio l'antica arte di fare tessitura si coniuga con il fare pittura, la sua personale riscrizione di antichi tessuti sacri su preziose carte incise da forma ad un nuovo tessuto che riveste piccoli e grandi oggetti con cui mette in scena brandelli di memoria del passato. Il ritmo costante e dinamico racchiuso nel lavoro di Paulette Peroni e Pamela Härkönen invece diventa ripetitivo e cantilenante a rievocare una antica filastrocca nel lungo cordone popolato di animaletti e materiali di riciclo che Michèle Larose. La duttilità della materia tessile è analisi delle video installazioni di Marija Topalovic che ne sottolinea le potenzialità di metamorfosi, di mimetismo; così come mimetico è il volto che appare a distanza nel lavoro di Maryke Arp che si interroga sulle possibili variazioni apportabili al nostro DNA, quella strana catena che ci rende unici e nel contempo uguali, moltiplicabili all'infinito come nel gioco di luci e ombre dell'installazione di Teodolinda Caorlin, attraenti e diversi come nell'opera di Catherine Harper, ognuno con il proprio fardello di emozioni, protetti dai mantelli difensivi di Sylviane Zurly, ognuno con il proprio bagaglio di parole non dette, racchiuse in un sottile filo di rame e seta da Rosemarie Reber leggibili o "urlate" solo grazie ad un raggio di luce. L'arte tessile ancora una volta conferma i propri valori nel rispetto dell'esperienza tecnica e innovazione progettuale.
(Testo tratto dall'articolo di Rosabianca Mascetti pubblicato dal Corriere di Como di sabato 19 ottobre 2002)



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