MINIARTEXTIL
2000
Sul filo del Millennio
X edizione
a cura di:
Luciano Caramel
Ed. Gabriele Mazzotta
Milano 2000
103 pp. 23x27 cm
ill b/n e col.
lingua:ital/ingl
ISBN 88-202-142
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"Miniartextil" è
una rassegna internazionale d'arte tessile che annualmente si svolge
a Como. Unica nel suo genere in Italia,
presenta una panoramica di opere di "fiber art" eseguite
con forme e tecniche tra loro diversissime dove il filo, utilizzato
in tutte le eccezioni materiche, rame, seta, ferro, luce, lana, vetro
ecc. si fa comune denominatore e interprete dell'espressione artistica.
L'edizione 2000 di Miniartrextil aveva come titolo ":...Sul filo del
millenio" volendo evidenziare il confine, il passaggio tra due cicli
millenari, tra passato e futuro, vecchio e nuovo, di un'arte, quella
tessile, che nel tempo non ha mai smesso di evolversi, modernizzarsi,
sintonizzarsi con i tempi. Oltre alle infinite interpretazioni e varianti
dell'arte tessile che gli oltre 200 artisti, provenienti da tutto
il mondo, hanno presentato nel formato rigorosamente mini cm
20x20x20, come richiede la rassegna, hanno fatto da cornice nove installazioni,
rispettivamente di Marie-Noelle Fontan, Claude e Andrée Frossard,
Elise Kloppers, Attiliana Argentieri, Vito Capone, Giuseppe Coco,
Lydia Predominato, Maria Luisa Sponga, Gianfranco Zanetti. Ospite
d'onore il maestro catalano Josep Royo, già
collaboratore di Joan Miró, che ha presentato sedici pannelli
e due arazzi. Miniartextil (presentata
nella Ex Chiesa di San Francesco in Como,
Largo Spallino, dal 23 settembre al 28 ottobre 2000)
è stata ideata nel 1991 da Mimmo Totaro e Nazzarena Bortolaso
dell'Associazione culturale Arte&Arte, curata da Luciano Caramel,
promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune di Como, con il
patrocinio del Settore Cultura dell'amministrazione provinciale, della
Regione Lombardia, della Camera di Commercio di Como, della Fondazione
Setificio e del Politecnico di Milano, con il sostegno e il contributo
della Mantero Seta spa e della Fondazione Antonio Ratti.
Segue intervista all'ideatore di Miniartextil,
Mimmo Totaro, a cura di Michele Caldarelli e pubblicata dal quotidiano
"Corriere di Como" il 1 ottobre 2000.
D: Quali sono state le motivazioni
che, dieci anni fa, vi hanno spinto ad organizzare la prima rassegna
di Miniartextil?
R: Da sempre la textile-art mi ha interessato,
io stesso la pratico ed ho partecipato a numerose manifestazioni dove
ho conosciuto molte persone che lavoravano sulla mia stessa "lunghezza
d'onda". E' stato così che nel 1990, dopo aver partecipato
alla Biennale di Losanna, ho coinvolto anche Nazzarena Bortolaso nel
mio progetto cogliendo l'occasione per radunare i primi 30 artisti
e Miniartextil prese vita
D: Uno dei meriti di Miniartextil,
credo sia quello di aver costituito, senza interruzioni, punto di
riferimento annuale per gli artisti e gli amanti di questa espressione
artistica. Ci sono altre manifestazioni simili in Italia?
R: No, ne esistono alcune all'estero, come la
Biennale di Szombathelyi in Ungheria, la Triennale di Angers in Francia,
ma in Italia siamo gli unici a proporci puntualmente. Ci sono state
comunque alcune rassegne italiane di buona qualità anche se
solo a carattere occasionale, alle quali io stesso ho partecipato.
"Morbide trame" per esempio, ad Ascoli Piceno dove ho conosciuto Marisa
Bronzini e Roberto Zanello presenti quest'anno a Miniartextil.
D: Perchè l'organizzazione di Miniartextil, facendo
eccezione per le partecipazioni d'onore, richiede agli artisti di
presentare le opere nel formato massimo di cm. 20 x 20 x 20?
R: Occorre sapere che ci rifacciamo ad
una consuetudine ormai in uso a livello internazionale. Alla Triennale
di Angers richiedono addirittura il formato 12 x 12 x 12 e la ragione
di questo vincolo è da riferirsi a questioni di ordine pratico.
Mi ricordo che la Biennale di Losanna, dove ho partecipato nel 1981,
avevano invece richiesto un modellino di cm. 20 x 20 x 20 come idea
di progetto dell'intervento, che ogni artista intendeva presentare
a scala più ampia. Per contro noi, accanto alle opere "mini",
su nostro invito e per far capire che la textil-art viene esercitata
anche producendo opere di grande formato, presentiamo alcuni artisti
dando loro uno spazio più ampio. Abbiamo iniziato quattro anni
fa, con una "provocazione" proponendo in mostra cinque opere di Fausto
Melotti, dimostrando come anche artisti "in senso assoluto" del suo
calibro non abbiano disdegnato di utilizzare materiali o metodi "tessili".
D: Diversi artisti, a prima vista,
per realizzare i loro lavori usano materiali inconsueti. Quali sono
i parametri che utilizzate per decidere l'ammissione delle opere o
degli artisti stessi alla rassegna?
R: Il criterio di selezione favorisce ovviamente
gli autori che del "tessile" utilizzano i materiali ma anche quelli
che ne applicano le tecniche, intrecciando, filando o cucendo veramente
di tutto. Nessuna distinzione viene invece fatta in funzione dell'anzianità
artistica o della notorietà, tant'è che quest'anno abbiamo
eliminato dal catalogo le note biografiche.
D: In che modo è cresciuta
la manifestazione e quale è stato l'incremento delle presenze
degli artisti?
R: Ogni anno aumentano le partecipazioni, benché
alcuni artisti non siano presenti a tutte le edizioni, e l'organizzazione
di Miniartextil si e dilatata in modo tale che già da ora stiamo
preparandoci per il prossimo anno.
D: Quante nazionalità sono
rappresentate nell'attuale edizione e quali sono i contatti logistici
che avete con organizzazioni straniere?
R: Sono presenti autori di 32 differenti nazionalità
e questo, oltre alle conoscenze dirette, è dovuto anche alla
nostra consociazione con la European Textile Network di Hannover a
cui fanno capo tutte le organizzazioni del mondo, sia pubbliche che
private, operanti nel nostro campo.
D: Quanti sono gli "ospiti d'onore"
che partecipano con opere di grandi dimensioni e come vengono scelti?
R: Abbiamo iniziato con quattro e siamo arrivati
a nove, scegliendoli, oltre che con i parametri che applichiamo a
tutti, anche in funzione della nostra buona conoscenza della loro
produzione e della certezza della qualità del loro possibile
intervento negli spazi destinati. Una particolare attenzione è
sempre rivolta, in ogni caso, all'ospite principale che deve essere
un artista di grande calibro come quest'anno Josep Royo.
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