Alberto Magnelli
1888-1971
una retrospettiva
a cura di:
Daniel Abadie
Matteo Bianchi
testi di:
Luigi Cavallo
Maurizio Fagiolo dell'Arco
Elena Pontiggia
Piero Dorazio
Valerio Adami
Edizioni Pagine d'Arte
Bellinzona 2001
150 pp .19x25 cm
ill b/n e col.
lingua: italiano
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Il volume documenta la grande
mostra antologica dedicata ad Alberto Magnelli (Firenze 1888-Meudon
1971) che il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona ha organizzato (dal
28 luglio al 14 ottobre 2001) per ricordare, a trent'anni dalla morte,
la figura del maestro fiorentino.
Magnelli ha rivestito un ruolo importante nel panorama delle avanguardie
storiche internazionali, ma ciò nonostante ha sempre improntato la
propria arte sulla sua "fiorentinità", cioè a quel suo essere fedele
alla tradizione artistica toscana, a Giotto, a Masaccio e ad Andrea
del Castagno. Ma soprattutto si sentiva debitore verso Piero della
Francesca e la sua "divina proporzione" perché - come ebbe a dire
- "mi aveva rivelato la composizione in una superficie, facendomi
comprendere il gioco degli spazi pieni e degli spazi vuoti". Tutta
la pittura di Magnelli nasce proprio dallo scontro di pieno e di vuoto,
di ombra e di luce, di organico e di mentale, di ritmo e di suono,
e trae ritmo dalla musica, dal corpo che nel movimento della danza
prende nuove forme.
Era un uomo che viveva intensamente il proprio tempo e ne coglieva
i fermenti senza mai cadere nella trappola delle classificazioni e
dell'appartenenza a questa o quella scuola o movimento, riuscendo
a comporre un proprio, personale e autonomo linguaggio espressivo.
La mostra di Bellinzona, a cura di Daniel Abadie e Matteo Bianchi,
si proponeva di illustrare, attraverso una sessantina di opere tra
dipinti, collages, ardesie, disegni e sculture, tutto l'itinerario
di ricerca di Magnelli partendo dalle prime semplificazioni della
figura fino alla vera e propria astrazione che ne ha caratterizzato
i lavori degli ultimi anni di vita.(R.M.C.)
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