Konrad Lorenz
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Nell’era della bomba all’idrogeno il problema dell’aggressività dell’uomo è il più importante che la scienza possa affrontare, poiché da esso dipende la sopravvivenza stessa dell’umanità. Sappiamo che secondo Marx l’aggressività è un prodotto delle contraddizioni di classe e che perciò è annullabile soltanto in una società comunista. Freud, invece, pur riconoscendo che la divisione in classi è una delle massime cause di pulsioni aggressive, postula anzitutto una componente istintuale, l’istinto di morte, contrapposto all’eros, l’istinto di vita. In questo saggio fondamentale, certo il più audace e discusso dello scienziato tedesco, Konrad Lorenz afferma che l’aggressività è sì un istinto, ma “un istinto come ogni altro”; non opposto, perciò, all’istinto di conservazione, ma anzi, in condizioni normali, al servizio di esso. Con un ampio esame basato sui suoi studi sul comportamento degli animali, quindi, giunge ad attribuire le tragiche conseguenze dell’aggressività umana, non a pulsioni insondabili, ma al troppo rapido mutamento delle condizioni esistenziali degli uomini a cui, proprio per mancanza di tempo, l’evoluzione non ha potuto contrapporre adeguati “meccanismi inibitori”. Konrad Lorenz si è laureato in zoologia all’università di Vienna e lavora attualmente all’istituto Max Planck di Seewiesen nella Germania Occidentale. I suoi studi sul comportamento innato degli animali superiori sono stati la base della scienza ora nota come “etologia”. Nel 1973 gli è stato assegnato il Nobel per la fisiologia. Tra le sue opere ricordiamo L’anello di Re Salomone (1949), E l’uomo incontrò il cane (1950), Il cosiddetto male (1963). |