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Ugo La Pietra

frantumazione dei territori
nazionalismo e pulizia etnica
europa unita
transgenic
i

testi di:
Gillo Dorfles
Riccardo Barletta

Ed.Galleria Borgogna
Milano 1999
32 pp. 21 x 30 cm.
testo italiano
36 ill. b/n e col.

I temi del nazionalismo, della pulizia etnica, della frantumazione dei territori, dell’Europa unita, dei cibi transgenetici sono temi di grande attualità in un fine secolo così ricco di drammaticità. Ugo La Pietra li tratta in modo antiretorico, con composta ironia, con sentimento di profonda partecipazione di un momento storico in cui i confini dei territori sono incerti, tanto quanto l’identità di chi li abita. Sono nate così opere grafiche, dipinti, oggetti d’arredo, ( presentate in mostra alla Galleria Arte Borgogna di Milano dal 16 giugno al 10 luglio 1999) che "tradiscono" il vasto e ricco bagaglio di attività di La Pietra, architetto, cineasta, designer, arredatore, pittore. Gillo Dorfles, nel suo intervento critico in catalogo, sottolinea come tutte queste attività ideative siano complementari nei lavori di La Pietra, tanto da far sì che: "sia sempre possibile avvertirne la presenza di alcune componenti, che vanno dal semplice edonismo figurativo ai sempre frequenti riferimenti ambientali, fino ad un’impostazione che rivela la sua continua partecipazione alla conoscenza e critica della disciplina architettonica".
"E’ sempre più chiara la frantumazione per ragioni etniche, culturali, economiche, filosofiche...; siamo tanti e sempre più divers", - motiva La Pietra nella sua autopresentazione ai lavori - "e la diversità non è più privilegio, non è più emarginazione, ma è diritto. diritto a sviluppare ed esaltare le proprie convinzioni e le proprie appartenenze senza prevaricazioni." Una ricerca questa ricca di implicazioni sociologiche, "un bisturi iconico e impietoso con cui incide il presente" come lo ha voluto definire Riccardo Barletta "...quasi un diario, in cui però non riproduce la realtà, ma la fa solo intravvedere dal pertugio di una porta stretta e difficile..... ma questo artista rabdomante del non essere, tramite la sua matita, la sua penna, il suo pennello, questo doloroso passaggio può farcelo vedere. Bastono pochi tocchi, ben assestati" perché la sua è un’arte che sa penetrare e poi raffigurare il presente, perché non è un’arte cieca.(ro.ma)


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