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Wifredo Lam
Cuba Italia. Un percorso

a cura di:
Luciano Caprile
testi di:
Daniel Abadie
Luciano Caprile
Enrico Baj
Lou Laurin Lam
Galleria Gruppo Credito
Valtellinese
Silvana Editoriale
Cinisello Balsamo
Milano 2002

230 pp . 21x28 cm
ill b/n e col.
lingua: italiano

Wifredo Lam (Cuba 1902-Parigi 1982) "il grande nomade della pittura moderna" - come lo ebbe a definire Enrico Baj – aveva una innata curiosità di vedere e di apprendere che lo sospinse ad attraversare, di continuo, gli oceani da un continente all'altro. Era anche profondamente legato all'Italia e in particolare alla città di Milano e ad Albissola, sulla riviera Ligure.
A questo suo amore per l'Italia dà il titolo la mostra "Wifredo Lam. Cuba Italia. Un percorso" organizzata dal Gruppo del Credito Valtellinese per celebrarne il centenario della nascita e il ventennale della morte; un progetto espositivo assai ampio e strutturato su tre sedi, con due sezioni allestite a Sondrio a Palazzo Sertoli e al Museo di Storia e Arte, Palazzo Sassi De' Lavizzari, e una a Milano presso la Galleria del Gruppo nel Refettorio delle Stelline
(15 novembre 2002 - 25 gennaio 2003).
Alla fine degli anni Cinquanta, Wifredo Lam decide di stabilirsi in Italia dove sviluppa intensi rapporti con artisti come Manzoni, Baj, Crippa e Fontana e dove si lega artisticamente in particolare a due luoghi: Milano, dove collabora con la stamperia Upilio, e Albissola, dove lavora a lungo con la Ceramiche San Giorgio. Ad Albissola, in particolare, si sentiva a suo agio e dalla casa popolata di sculture provenienti dall'Africa ricreava e sollecitava di continuo la memoria e lo spirito di quel mondo arcaico e tribale che lo aveva accompagnato per tutta la sua infanzia e che non l'aveva mai abbandonato durante tutte le sue peregrinazioni. "Da casa mia guardo il mare che mi ricorda Cuba". La natia Cuba, di fatto, restò sempre un punto fermo nei suoi pensieri, gesti e opere che traducono efficacemente la natura lussureggiante che lo circondava fin da bambino, il sangue misto che scorre nelle sue vene, dato da un padre cinese e da una madre afro-ispanica, lo studio per la religione cattolica e per quella Lucumi, o Santeria, indotta dalla sua madrina che era sacerdotessa, maga e guaritrice. Lam attingerà sempre ampiamente da tale serbatoio emozionale, intimo, legato profondamente alle sue radici; i suoi dipinti sono una esplorazione approfondita delle metamorfosi della cultura afro cubana e di quella occidentale, sono la proiezione in forma zoomorfa, antropomorfa e vegetale delle pulsioni che sgorgano dalle paure riposte nell'inconscio e che riaffiorano per confrontarsi con le ovvietà della vita quotidiana. "La pittura di Lam affascina e carpisce l’anima - puntualizza Luciano Caprile nel suo intervento in catalogo - la rende prigioniera delle immagini, dei messaggi nascosti, indecifrati, così lontani dalle percezioni addomesticate del nostro tempo".(R.M.C.)


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