Hermann Hesse
Pittore
a cura di:
Volker Michels
H.Hesse Editionsarchiv, Offenbach
testi di:
Franco Cerfogli
Federico Spiess
Heiner Hesse
Hermann Hesse
Volker Michels
Ferruccio Masini
Ambrogio Pellegrini
Ed. Gabriele Mazzotta
Milano 1999
174 pp. 17x24 cm.
ill. b/n e col.
testo in italiano
ISBN 88-202-1191-2
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Il volume è
stato edito in occasione della mostra itinerante, realizzata in collaborazione
con il Museo Hermann Hesse di Montagnola - Ticino, che dalla Svizzera
ha coinvolto anche l'Italia, con i comuni di Sestola nell'Appennino
Modenese e Cernobbio - Como (settembre-novembre 2000) nel celebrare
Hermann Hesse (1877-1962) uno dei maestri della cultura europea del
Novecento.
Mentre i suoi scritti sono universalmente noti, non altrettanto avviene
per la sua vasta produzione di opere pittoriche, iniziata in un momento
di profonda crisi esistenziale. Un'esperienza
creativa ma anche di vita che lo porterà a dire: "Un
giorno scoprii una gioia tutta nuova. Incominciai già quarantenne,
tutt'a un tratto, a dipingere. Non che mi ritenessi un pittore, o
che lo volessi diventare. Ma dipingere è meraviglioso, rende
lieti e più pazienti. Non si hanno le dita nere dopo, come
nello scrivere, ma rosse e blu". Dopo il suo trasferimento
nel 1919 a Montagnola, Hesse niziò a dedicare una buona metà
del suo tempo lavorativo alla pittura tanto che nacquero, da allora,
centinaia di acquarelli, vennero pubblicati libri con prime illustrazioni
di sua mano, edite tirature, organizzate mostre in gallerie e musei.
Un'attività che in quale caso gli procurava delle entrate che
destinava alla libreria per i prigionieri di guerra tedeschi, da lui
diretta a Berna, per la stampa di buoni libri in formato tascabile
per i prigionieri tedeschi in terra nemica e, ovviamente, per la sua
famiglia. Furono comunque anni difficili, si sentiva fragile, aveva
bisogno di recuperare le forze. In pittura era assolutamente autodidatta,
ma una volta acquisita la capacità manuale necessaria, il dipingere
e lo scrivere si compenetrarono, crebbero insieme; penna e pennello
divennero una consuetudine quotidiana. Prese a sperimentare le tecniche
più diverse sino a trovare, nel più spontaneo acquarello,
la forma espressiva che meglio gli si confaceva. Ben presto divenne
sicuro anche nel senso della composizione e dell'equilibrio, ma soprattutto
nella ricerca della tavolozza cromatica perché, sosteneva,
"il colore è vita, è superficie, è la
pelle più tenera, più sottile, più sensibile
delle cose".
Il volume racchiude un'ampia
documentazione fotografica dell'epoca, oltre a testimonianze e memorie
che ripercorrono il mondo poetico di Hesse e ne svelano anche la vita
più intima, gli aspetti più semplici, più familiari
di un grande scrittore che, in pittura, ha saputo rendere infinitamente
preziose anche le più piccole cose.
Ricordiamo che a Montagnola-
Ticino nel Complesso Casa Camuzzi dove Hesse abitò e scrisse
L'ultima estate di Klingsor, Siddharta, Narciso e Boccadoro, Il
lupo della steppa, è stato costituito nel 1997 il Museo
Hermann Hesse che conserva preziose testimonianze degli ultimi 43
anni di vita del poeta e pittore, vissuto a Montagnola sino alla morte,
avvenuta nel 1962. (R.M.C.)
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