Archivio Attivo Arte Contemporanea http://www.caldarelli.it

 

Ezio Gribaudo
logogrifi, totem e altre partiture

a cura di:
Martina Corgnati
Christian Marinotti Edizioni
Milano 1999
64 pp. 24x30 cm
ill b/n e col.
lingua: italiano
ISBN 88-8273-013-1

www.marinotti.com

In occasione del LXII Festival dei Due Mondi di Spoleto l'artista torinese Ezio Gribaudo ha tenuto una mostra personale dell'atmosfera assai evocativa delle Carceri del S. Uffizio (giugno-luglio 1999). Luogo segreto, inospitale dove - come ricorda Lamberto Gentili in catalogo - "le scritte e i disegni tracciati sui muri richiamano alla mente storie di dolore, di abbrutimento, di subordinazione. Uomini - colpevoli o innocenti poco importa - precipitati in quest'abisso hanno sentito il bisogno di esprimere il dolore, o il rimorso. […] Ma anche Gribaudo muove da tracce sottile da impronte misteriche, da logogrifi enigmatici che possono essere sciolti cercando tenacemente un senso compiuto nella propria interiorità, nel proprio intelletto, mentre uomini come noi, non lontani da noi fanno della guerra la soluzione ineluttabile, della violenza il prodomo di un mondo migliore". Enzo Gribaudo è nato a Torino nel 1929, città dove vive e lavora. E' ricercatore instancabile la cui espressione artistica spazia dalla pittura alla grafica e alla scultura. Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1953, presentandosi in personali e collettive in musei e gallerie in Italia e all'estero, e ottenendo riconoscimenti quali il premio della Quadriennale di Roma del 1965, il Primo Premio per l'incisione alla Biennale di Venezia del 1966, il Premio Biennale di San Paolo del Brasile del 1967. Sue opere si trovano in musei e collezioni di tutto il mondo, dove a dargli notorietà sono stati, principalmente, i suoi lavori sui "logogrifi". Lo stesso Gribaudo li definisce dei "ready-made, immnagini ritrovate in tipografia, vecchi clichés, flani, dai quali ricavo collages costruiti con una tecnica particolare". Da qui nascono incisioni a rilievo bianco su bianco che rappresentano il filo conduttore di una ricerca che si estende su una vasta area, che va dalle impronte su carta a quelle su polistirolo e su legno. […] "Il discorso (logos) di Ezio Gribaudo" - individua Martina Corgnati nel suo intervento in catalogo "potrebbe o dovrebbe essere incominciato in una vecchia tipografia: lì, lusingato dalle circostanze estremamente favorevoli, si risveglia in lui (ci troviamo poco dopo il 1960) l'atavico e non mai spento talento dell'esploratore di civiltà sepolte e di continenti alla deriva. La sua esplorazione investe contemporaneamente livelli molteplici e diversi: innanzitutto quello materiale. Il pittore che Gribaudo già era stato, e che sempre continuerà ad essere, avverte il richiamo prepotente di un'epoca che invoca all'arte nuove, concrete, forse più attuali presenze. […] Gribaudo scopre la carta, anzi le carte, tutto quell'incredibile patrimonio di carte che, per esempio, finiscono sotto le presse. In loro è depositata una memoria ed una sapienza che affonda le proprie radici all'indietro, sino agli alberi nel cui corpo hanno cominciato ad esistere, e che si protende in avanti, sino alla parola, che è il loro destino. […] Di ciò che generalmente si adopera senza pensare, Gribaudo preleva il negativo, l'impronta (della pagina appunto il flano) e procede poi "per via di levare", sottraendo gli inchiostri, il colore, il superfluo, sino a ritornare alla purezza illesa del bianco, scalfita soltanto dai giochi e dagli arabeschi dell'ombra insinuatasi in segreto fra i rilievi della superficie".. (R.M.C.)

 


Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a miccal@caldarelli.it
Entire contents are under copyright ©. All rights reserved. For information write us through E-mail miccal@caldarelli.it

TORNA ALL'INDICE