GRAU-GARRIGA
"Gravures 1999"
pointes sèches
Ville di Trélazé-France 1999
testi di:
Marc Goua
Claude-Henri Selles
Josep Grau-Garriga
66 pp. 21 x 30 cm.
lingua francese
40 ill. a col
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Il volume raccoglie la più
recente opera grafica dell'artista catalano Josep Grau-Garriga ed
è stato edito in occasione della mostra "I Viva Espana",
organizzata nell'estate del 1999 nell'ambito del Festival Estival
della città di Trélazé in Francia, che presentava
in mostra opere di Josep Grau-Garriga, Antoni Tàpies eJoan
Mirò. Josep Grau-Garriga è nato
il 18 febbraio 1929 a Sant Cugat del Vallès in provincia di
Barcellona ma da tempo risiede nella regione dell'Angiò in
Francia ed è proprio a questa terra che sono dedicate parte
delle opere grafiche proposte in questo volume. Si tratta difatto
di tutta una serie di opere inedite nelle
quali l’artista sperimenta nel contempo la figurazione e l’astrazione,
rappresentando, con un discorso narrativo molto personale, tutta una
sequenza di immagini mentali. Sono nate così opere molto ricche,
realizzate su supporti diversi, (zinco, rame, ecc) dalle tonalità
dominanti del nero, ispirate alla regione dell’Angiò ma anche
al tema della coscienza sociale e degli stati d’animo. Sono immagini
che testimoniano il suo grande impegno politico e umano e la sensibilità
dell’uomo Grau-Garriga che sa tradurre nelle opere i sentimenti umani,
l’odio, l’amore, la speranza ma soprattutto la drammaticità
dell’incomprensione e dell’intolleranza. Per Grau-Garriga l’arte incomincia
ad avere valore solo quando riesce ad esprime qualcosa in modo nuovo
e quando riesce a toccare profondamente l’animo umano. Il lavoro dell’artista
per essere tale deve essere anche di grande qualità e interpretare,
con giusto equilibrio, il concetto di novità con un modo personale
e originale di rappresentazione. Per far ciò l’artista deve
attingere alle nuove tendenze di altri paesi, senza però negare
il proprio passato, le proprie radici culturali, avendo poi un completo
dominio della tecnica con la quale può esprimersi con maggior
libertà.
Josep Grau Garriga nel 1998 è stato
ospite d’onore a Miniartextil rassegna internazionale d’arte tessile
che si tiene annualmente a Como ( Italia). L’ottava edizione del 1998
era intitolata "Fili di speranza" e l’artista catalano Grau-Garriga,
con le sue monumentali opere tessili, ne era stato, come ha voluto
rimarcare il Prof. Luciano Caramel nella sua presentazione alla rassegna,
"il vertice e il sigillo..... dando modo, con la sua presenza,
di toccare con mano la possibilità, ancora, e nonostante tutto,
di un’arte che senza rinunciare ad essere radicata nel presente, senza
nostalgie primitivistiche, senza manierismo, senza ripiegamenti su
stucchevoli ‘anacronismi’, si dia come atto concreto d’una formatività
propositiva, e come tale capace di coinvolgere il fruitore, di comunicare
quindi".
Proponiamo qui di seguito un’intervista rilasciata
dall’artista Grau-Garriga a Rosabianca Mascetti in occasione di Miniartextil
1998 (Como - Spazio Mantero 26 settembre-25 ottobre 1998) e pubblicata
da "Il Corriere" di Como il 6 ottobre 1998.
"Artista, pittore, scultore, disegnatore, Josep Grau-Garriga
è tutto questo ma non solo. La sua notorietà a livello
internazionale è legata soprattutto all’attività testile,
cioè quella che fa uso, in tutte le sue varianti, dei tessuti.
L’artista sperimentatore spagnolo da anni sostiene la necessità
di uno stretto rapporto tra artisti e industria tessile (industria
che tra l’altro accomuna Lombardia e Catalogna, sua terra d’origine).
Nella città natale di St. Cugat des Vallès è
allo studio il progetto di un centro di ricerca sul rapporto tra arte
tessile, produzione industriale e storia del gusto che farà
capo alla Fondazione Grau-Garriga.
R.M. Signor Garriga ritiene che l’arte tessile possa contribuire
alla produzione industriale?
J.G.G.: Ritengo che gli artisti siano importanti per l’industria,
il compito dell’artista è di anticipare i tempi, il gusto della
sua epoca influendo sulla moda negli anni a venire.
R.M.. Cosa ci può anticipare degli intenti della Fondazione
Grau Garriga, da Lei diretta?.
J.G.G.:. Abbiamo ottenuto l’appoggio della Comunità Europea
perché hanno individuato nel nostro programma una possibile
ripercussione fattiva sull’industria. La fondazione avrà funzione
di museo con in permanenza una rassegna di mie opere dagli inizi fino
ad oggi, per dare la possibilità di vederne tutta l’evoluzione,
ma ospiterà anche mostre temporanee.
R.M.:. Saranno previsti scambi di mostre, come ad esempio poter
portare alla vostra fondazione questa stessa rassegna di Miniartextil,
oltre a incontri tra artisti con apertura anche ai giovani?
J.G.G.: Sì certamente, avremo degli atelier a disposizione
degli artisti che operano nel campo dell’arte tessile. Ho intenzione
di invitare a turno quattro o cinque artisti massimo per lavorare
con me, artisti che abbiano già una preparazione tecnica ma
che io possa aiutare a perfezionarsi ma soprattutto a trovare velocemente
il loro cammino, un proprio codice personale.
R.M.: Come interpreta il rapporto tra arte e industria rispetto
all’utilizzo di materiali tecnologici in arte?
J.G.G.: Bisogna fare una precisazione. Gli atelier di design
nascono pensando all’industria, io parlo di espressione artistica,
di creazione artistica, quello che fa il poeta quando scrive, il filosofo,
l’artista pittore o scultore. Vi è l’artista, il creatore in
letteratura, in arti plastiche o non importa di quale medium culturale,
che apre il cammino, poi viene il disegnatore che trova applicazione
nell’industria. Ma se non c’è lo scopritore, se si crea una
cesura tra il creatore puro e il disegnatore, l’industria non riceve
influsso, l’industria si ripete, si ripete e entra in crisi. E’ molto
importante questo perché se a Como si producesse un tessuto
"Como", ma lo stesso vale per la mia regione la Catalogna,
un tessuto unico per le sue peculiarità, inimitabile.... in
quel caso l’industria non avrebbe arresto. Ora purtroppo si produce
la stessa cosa in tutto il mondo e la concorrenza dei paesi orientali
e dell’America Latina a basso costo è forte. Bisogna invece
creare qualche cosa di diverso o rinnovarsi in continuazione
R.M.:. Nei suoi lavori esposti a Miniartextil si nota l’impiego
di materiali di recupero.
J.G.G.: Sì utilizzo di tutto, l’importante è non
avere limiti, se si hanno limiti non si inventa, è per questo
che l’artista è così importante, perché l’artista
è ossessionato dalla libertà totale, ed è questo
il primo passo per la scoperta.
R.M.: Per lei il senso di libertà è fondamentale
e le sue opere lo dimostrano.
J.G.G.: Sì fondamentale, se non vi è libertà
non vi è evoluzione, se non ci fosse la libertà saremmo
ancora al tempo delle caverne a mangiare carne cruda".
(R.M.C.)
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