IL SETTIMO ANGELO
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Impresa
non certo facile quella di Marialuisa de Romans, che si è confrontata
con il tema dell'Apocalisse di San Giovanni, in una serie di grandi
tele, presentate nel marzo del 1998, nel Palazzo Vescovile di Narni
(Terni). L'Apocalisse vista come speranza e annuncio di speranza,
in un intreccio di simboli, di morte e di eternità, di tenebre
e luce, di male e di bene, di demoniaco e di divino. Opere
intessute di una ricerca spasmodica di dare colore alla luce, ardua
impresa, perché - come ammette l'artista stessa - "la
luce non è un colore, la luce è luce, sostanza spirituale,
immateriata così come è dello Spirito che soffia
dove vuole e le sue vie sono misteriose e imprevedibili".
Dall'aggregarsi e disgregarsi dei colori che Marialuisa de Romans
stende sulla tela, sembra levarsi un'atmosfera densa, fatta di mille
luci, bianche, verdi, rosse, cianotiche, dalle quali escono mostri
inquietanti ma anche scene di pace, angeli, la figura del Cristo,
dal volto diafano, "sorgente di acqua viva" in una cascata
di luce salvifica.
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