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Speciale XLVIII Biennale di Venezia

 

LEE BUL
NOH SANG-KYOON

REPUBLIC OF KOREA
VENICE BIENNALE 1999

a cura di:
Misook So
ng
Published by
The Korean Culture
& Arts Foundation
Seoul 1999

lingua ingl/coreano
60 pp. 22 x 25 cm.
ill. b/n e col.

La scultrice Lee Bul (nata nel 1964 a Yongwol nella Corea del Sud) e il pittore Noh Sang-kyoon (nato nel 1958 a Nonsan, Corea del Sud), artisti giovani e di talento, assai diversi tra loro, sono stati scelti da Misook Song a rappresentare la Corea alla 48a Biennale di Venezia con due installazioni che analizzano il significato della cultura coreana giovanilee i suoi prodotti di massa. Lee Bul ha progettato due "Norae Bang" (letteralmente "camera per cantare) equivalenti alle postazioni per karaoke e una grande proiezione LCD, con immagini in movimento e le parole delle canzoni selezionate. Il pittore Noh Sang-kyoon invece ha ricoperto i muri dello spazio del padiglione con lustrini dai colori tenui e delicati completandolo con un Buddha "ready-made", a grandezza naturale e rivestito di lustrini dello stesso colore delle pareti. Pur diversi e originali nelle loro espressioni, i due artisti sono riusciti ad attivare un processo di partecipazione-interazione-riflessione attiva da parte dei visitatori. Senza di loro di fatti il karaoke non avrebbe potuto funzionare mentre la sequenza dei lustrini serviva a procurare un effetto di stordimento, smarrimento, come un senso di claustrofobia. Questo intervento ha voluto sottolineare il cambiamento che sta vivendo la società coreana di oggi , di come lo stesso sistema di potere, basato su un rigido patriarcato, spesso degenerato in autentica fallocrazia, negli ultimi anni abbia dovuto confrontarsi con nuovi attacchi e nuove sfide alla sua stabilità. Per questo gli artisti hanno voluto scambiarsi i ruoli: la composizione di Lee Bul, con il suo grande schermo pieno di immagini vigorose e movimentate, rappresentava lo yang, il principio attivo della vita, che in Oriente è tradizionalmente connesso con la natura maschile, mentre i delicati lustrini di Noh Sang-kyoon richiamavano la passività, la contemplazione della vita e la sensibilità, proprie dell'elemento femminile yin. Da un punto di vista estetico e storico artistico le opere vanno interpretate poi come la giustapposizione di due tendenze contrastanti, modernismo e post-modernismo, che coesistono felicemente nell'arte coreana contemporanea. (R.M.C.).


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