Ermete Trismegisto
Corpo Ermetico
e Asclepio
a cura di:
Bianca M. Tordini Portogalli
Ed. SE, Milano -1997
160 pp. 22,5 x 13 cm.
ISBN 88-7710-369-8
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Ermete Trismegisto (il “grandissimo”),
denominazione greca della divinità egizia Thoth, lo scriba degli dèi,
è, secondo la tradizione, l’autore di questi affascinanti trattati
filosofico-religiosi, molti dei quali sono scritti in forma di discorso
e di dialogo. Composti in periodo ellenistico e di paternità incerta,
essi rivestono uno straordinario interesse per il loro carattere sapienziale,
espresso in uno stile enigmatico, volutamente oscuro.
Gli scritti non costituiscono un’opera unitaria e non possono considerarsi
come alcuni studiosi hanno ipotizzato la Sacra Scrittura di una setta
o di una confraternita religiosa, perché rifuggono dall’indicare un
rituale misterico per i fedeli, ed espongono dottrine spesso opposte
e contraddittorie, evidentemente di diversa origine e provenienza.
Nel carattere composito e frammentario, nella varietà di temi e di
elementi, si può ritrovare un costante atteggiamento di pensiero che
costituisce l’aspetto unitario di tale complesso di scritti: la conoscenza
intesa come rivelazione, la filosofia come scienza della rivelazione,
che, per riferire le parole di Ermete, “consiste nel solo desiderio
di conoscere più profondamente la divinità mediante una contemplazione
incessante e una santa devozione”. L’esigenza di conoscere Dio, di
contemplarlo quasi fondendosi e identificandosi con lui, costituisce,
insieme a una pietà religiosa sempre presente, lo sfondo comune della
tematica ermetica.
In
copertina: Astuccio con tavoletta della Divina Adoratrice di Amon,
Chepeoupet, figlia di Piankhi. XXV dinastia. Bronzo niellato d’oro
e d’argento
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