COLLECTION
DE L'ART BRUT
LAUSANNE
Collection de l'Art Brut
11 Avenue des Bergières
CH - 1004 Lausanne
testi di:
Jean Dubuffet
Michel Thévoz
60 pp. 18x24 cm
ill. b/n e col.
lingua:ingl/franc/ted.
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Con il termine di Art Brut
si identifica un'arte praticata da coloro che, per una ragione o per
un'altra, sono sfuggiti al condizionamente culturale e al conformismo
sociale. Individui solitari, disadattati, ricoverati di ospedali psichiatrici,
detenuti, emarginati di tutti i tipi chei hanno prodotto per se stessi,
al di fuori della tradizione e delle mode, al di fuori del sistema
delle arti, delle scuole, gallerie, musei ecc, opere altamente originali
per contenuti e tecniche. Bisogna fare un distinguo tra l'art brut
e quella che viene definita arte naïf perché gli
artisti naïf, anche se operano "ingenuamente" si inseriscono
nei canali della grande pittura di stile accademico, mentre chi pratica
l'art brut inventa proprie tecniche, utilizza materiali insoliti,
crea a proprio uso e consumo come in una sorta di teatro privato e
senza preoccuparsi del giudizio altrui. "L'art Brut ha in
sé tutti gli elementi che richiede un'opera d'arte - sosteneva
Jean Dubuffet - una bruciante tensione mentale, invenzione senza
freni, libertà totale. Pazzi? Certamente. Potreste concepire
un'arte che non fosse un poco folle? Nietzsche diceva: Noi vogliamo
dell'arte che danzi".
La creazione artistica, quando è particolarmente febbrile
e immaginativa, può provocare una rottura con la collettività
e uno stato di alta tensione mentale tale da portare alla follia.
Ma ciò che comunemente viene chiamata demenza potrebbe anche
essere lla continuazione e lo sviluppo di certi meccanismi che sono
latenti nell'uomo "normale". E' per questo che i lavori
di artisti come Aloïse, Filippo Bentivegna,
Carlo, Jules Doudin, Gaston Duf, Auguste Forestier, Clément Fraisse,
Madge Gill, Laure, Augustin Lesage, Raphaël Lonné, Pascal Maisonneuve,
Heinrich Anton Müller, Francis Palanc, Le prisonnier de Bâle,
Guillaume Pujolle, Emile Ratier, Jeanne Tripier, Scottie Wilson, Adolf
Wölfli, sono la testimonianza di una forza inventiva che forse
è comune a tutti gli uomini ma che viene controllata dai condizionamenti
sociali e dall'educazione ricevuta; per dirla come Freud "ci
invitano a un viaggio nell'inconscio dal quale è impossibile
ritornare indenni". La Collezione dell'Art Brut prese il
via nel 1945 dalla ricerca fatta da Jean Dubuffet di opere al di fuori
dei circuiti culturali e delle tendenze di moda: Collezione che nel
tempo divenne sempre più corposa granzie anche all'attività
della Compagnie de l'Art Brut, fondata dallo stesso Dubuffet assieme
a André Breton, Jean Paulhan e Michel Tapié. Dopo essere
stata ospitata in Francia e negli Stati Uniti, dal 1975 la Collezione
ha sede stabile a Losanna nel Castello di Beaulieu, completamente
restaurato su progetto degli architetti Bernard Vouga e Jean de Martini
che hanno realizzato degli interni completamente dipinti di nero,
senza finestre, adatti a creare un'atmosfera alienante e nel contempo
intima, per questa singolare raccolta. .(R.M.)
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