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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo
Giovanna Gadda
"Tele e Strutture dipinte"
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"Giovanna Gadda, nostalgia del grande Impressionismo"

Nessun titolo rivela le intenzioni dell’artista: Giovanna Gadda (Milano 1930) si affida solo alla sensibile leggerezza dei suoi colori e alla severa rigidità delle strutture in acciaio satinato che reggono le tele. Come nell’ultimo Monet, gli effetti più morbidi e ineffabili dei pastelli, azzurri, rosa, gialli, compongono lievi arabeschi impreziositi da un decorativismo che richiama la grafica orientale di fine secolo. Su una base di colore mutevole (salmone o terra chiara) l’artista interviene con una serie di tratti: qui una piccola zona picchiettata; lì, sfrisata; accanto, un motivo zebrato. Nessuna figura è suggerita dall’insieme, eppure chi osserva con attenzione si accorge - almeno nelle opere più riuscite - che quella lavorazione minuta obbedisce a un rigoroso piano compositivo. Per esempio, nella piccola tela "Struttura dipinta 1996-97", le macchie, le linee con i vari tracciati finiscono col disegnare dei motivi perfettamente equilibrati. E’ la nostalgia del grande Impressionismo a dominare qui. In quest’area pittorica, fragile ed emotiva, si stabilisce una immediata godibilità degli accostamenti, tono su tono. Tutto è risolto e bruciato sulla superficie del quadro, come se l’effetto - troppo lieve per rimanere tenacemente nella memoria - richiedesse più sguardi. E ogni volta si ripetesse lo stesso senso di appagamento. E’ come ammirare la fioritura di un albero: rigogliosa, ma di breve durata. L’occhio si fissa su quell’esplosione di colore, senza sapere quando potrà rivederla. Il sistema "espositivo", invece, è ancora in via di elaborazione. L’artista milanese, amica e allieva di Manzù, per presentare questi suoi lavori recenti ha creato una struttura metallica in cui inserisce le tele. Il supporto non è lì solo per mostrare, ma serve anche a nascondere. Una tela scivola dietro un’altra, sicché l’osservatore la deve inseguire come farebbe con il sole al tramonto dietro le nuvole. E questo è affascinante. Più problematico il rapporto rigido fra il metallo squadrato e la morbida scioltezza della pittura.

Ermanno Krumm

"Corriere della Sera" 8 giugno 1997
in occasione della personale di Giovanna Gadda
alla Galleria Ada Zunino di Milano.

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