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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo
Giovanna Gadda
"Tele e Strutture dipinte"
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"Gadda: acciaio, colori e poetica geometria"

L’artista milanese Giovanna Gadda (durante la prima mostra dedicata alle "Strutture dipinte" presentata alla galleria di Ada Zunino a Milano nel 1997) si è distinta non soltanto per le sue qualità, ma anche per il modo con cui ha saputo creare opere originali ed eleganti nelle quali colore e acciaio fanno un tutt’uno d’insolita intelligenza ed efficacia, senza ricorrere a stranezze o sperimentazioni derivanti da pseudoteorie, stralunate idee e tantomeno da aride o addomesticate ideologie. (....) Alla domanda del perché di quella sua soluzione, di quel matrimonio tra pittura e acciaio, l’artista risponde di esserci arrivata per caso ed in quanto le piaceva "il contrasto di una materia fredda con una pittura leggera"; e anche perché l’acciaio le "appariva magnifico come contorno esatto e funzionale". Poi però: "Per sincerità, devo precisare che la scoperta di questo materiale, e il suo ricordo, risale alla mia infanzia. Mio padre lavorava infatti alle Acciaierie Lombarde Falck, sicché io da bambina potei ammirare più e più volte, naturalmente con grande meraviglia, le varie fasi delle lavorazioni, dall’inizio alla fine. E forse proprio da questo fatto è nata, tanti anni dopo, l’idea di ricorrere all’acciaio per completare le mie opere, per dare una maggiore evidenza ai miei dipinti, per creare una pittura-scultura mediante un "oggetto" che potesse essere spostato facilmente nella stanza, o portato in un’altra, ottenendo a piacere da esso, in quanto rotante, aspetti diversi. Ripensandoci, anche perché è evidente, in quelle mie soluzioni c’è il ricordo di certe architetture e ambientazioni di tipo giapponese; e c’è anche la lezione di Mondrian". Certo, qualche richiamo c’è, o può esserci: dato che da zero non partono nemmeno i geni; tuttavia Giovanna Gadda si distingue, afferma la sua autonomia raggiungendo quell’incanto grazie al quale la creazione o l’invenzione ci appare come naturale, così come una macchina perfetta che non denuncia né sforzo né richiede concentrazione snervante. Per fare un paragone: è come un fiore che sboccia tranquillo, una ruota che gira senza stridore, o la luna che se ne va pacificamente a dormire: anche se poi la sua realtà e la sua struttura possono portare a considerazioni su tempo-spazio ed approfondimenti simili. Insomma variano il grido di sorpresa di Vedova, potremmo dire: ma guarda cosa è riuscita a fare questa "poetessa del colore" con i suoi dipinti incorniciati d’acciaio, le sue combinazioni di quadrati e rettangoli, con questi suoi "alberi" geometrici realizzati con fantasia e rigore, con semplicità e geometrico mistero.(...)

Enzo Fabiani
in "Pianeta inossidabili" settembre 1997

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