Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Labirinti
metafore della conoscenza
Biblioteca Comunale di Como
5 luglio - 26 agosto 2014

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Chiara Milani: Labirinti e conoscenza

La qualità labirintica della conoscenza è scritta nella natura: il circolo e la sfera rappresentano forme legate all'idea di perfezione che è insieme semplice e complessa. Sin dall'antichità si sapeva che la terra era rotonda e si argomentava di sfere celesti; mentre il cervello umano, contenuto nella rotondità della testa, è formato da labirintiche circonvoluzioni. Conoscenza e sapere, prodotti della mente umana, formano un labirinto, difficile da contenere anche nella biblioteca più grande del mondo, come avvertiva lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, che dedicò alcuni racconti e un libro al tema del labirinto: La Biblioteca di Babele. Una biblioteca infinita che è metafora di un possibile disegno divino rintracciabile - forse - nella progettazione dell'universo. I libri esposti cercano di mostrare la gran parte delle declinazioni che il tema del labirinto suggerisce e invita ad esplorare: il labirinto come motivo letterario, come figura in movimento e figura grafica, declinato nel tema del viaggio esplorativo, metafora della vita e della conoscenza; nella ritualità, nei giardini di piacere come luoghi di svago intellettuale o amoroso nell'arzigogolo calligrafico, nell'ordinamento matematico e geometrico fino ai giochi e al World Wide Web. WEB: la "ragnatela grande quanto il modo", labirintica rete delle reti che con Wikkipedia ha trovato la sua enciclopedia virtuale. Un'enciclopedia alla quale tutti posso contribuire, dove però la novità è il mezzo, non il metodo: la storia ha già conosciuto una forma di partecipazione collettiva con codice manoscritto, zibaldone di studio che, passando di mano in mano, veniva corretto, annotato e ampliato, diventando una labirintica opera collettiva. Nel Cinquecento, il nuovo metodo scientifico, elaborato a partire dalle scienze esatte - matematica e fisica - era basato sulla rigorosa osservazione, la raccolta di dati e la loro trasposizione nel linguaggio della matematica. Il rigore della metodologia scientifica si estese a tutti i campi del sapere: dalle scienza teoriche a quelle applicate, fino alle scienze umane. Il Seicento, si connotò come il secolo della descrizione e della classificazione del mondo e dell'universo, e della ricerca di un metodo per poter riordinare, presentare, ricordare e trasmettere la prodigiosa varietà del mondo che si manifestava agli occhi degli uomini, "riscoperta" nel secolo precedente. In questa complessità vi sono il modo fisico, la terra, l'universo, la natura e l'uomo come microcosmo e misura di tutte le cose, con il mistero del proprio corpo letto come una macchina meravigliosa e con la sua produzione culturale teorica e pratica, declinata in idee e attività pratiche. Un nuovo impulso ebbero archeologia e geologia che indagarono il tempo, e lo studio delle lingue antiche: tempo e spazio furono oggetto di indagine privilegiata in tutto il secolo. Navigazioni e viaggi avevano completato la scoperta della terra, descritto i costumi dei suoi abitanti e compreso quasi tutti i linguaggi. In questa mostra si possono ammirare alcune opere di Athanasius Kircher, che studiò, tra i primi, i geroglifici: nonostante la sua lettura simbolica e non semantica, riuscì a stabilire un legame corretto tra la lingua egizia antica e il copto, ponendo le basi per gli studi successivi. Questo sapere, nella sua magnifica esplosione in migliaia di diramazioni, solo dopo essere stato ricondotto a sistema da eruditi e divulgatori, poteva essere comunicato attraverso le pagine del libro a stampa, realizzato intorno al 1450 in Germania grazie all'invenzione dei caratteri mobili. Il connubio di scienza e erudizione con il nuovo e veloce mezzo di comunicazione, il libro a stampa, favorì la pubblicazione e la diffusione di migliaia di opere enciclopediche. Enciclopedie e labirinti Molti tra i libri esposti sono enciclopedie. Il termine enciclopedia deriva dal greco e significa: il sapere in circolo. Il tema della circolarità del sapere, si declina nello spazio e nel tempo e permette di organizzare un testo composito, esaustivo, quale è l'enciclopedia. In un solo libro, l'enciclopedia, si può raggruppare il sapere di un'epoca. Grazie alla rete di rinvii e rimandi, l'enciclopedia può essere considerata quasi un ipertesto: è possibile passare da un punto all'altro e organizzare un personale percorso di sapere. Può essere letta in modo sistematico, dalla prima all'ultima pagina, ma può anche essere consultata passando da un argomento all'altro, per trovare risposte a curiosità e domande. L'enciclopedia è un genere non nuovo nella storia, fin dal Medioevo. Anzi, si può dire che l'enciclopedia è un tipo di libro inventato dal Medioevo. Famosissimo fu l'Etymologiarum opus, trattato del vescovo spagnolo Isidoro di Siviglia: un'enciclopedia scritta intorno all'anno 600 e presto divenuta un molto nota in tutta Europa. Ricopiata e ritrascritta in moltissimi esemplari, era presente nelle più importanti biblioteche e diede origine a molte opere simili. Attraverso elenchi dei nomi di ogni cosa - le etimologie - Isidoro fornisce spiegazioni sul significato e la storia delle parole che cita, e costruisce un sistema di sapere grazie ai collegamenti che il lettore è invitato a considerare. La stampa a caratteri mobili, velocizzando come mai prima nella storia il processo di riproduzione di testi, diede nuovo impulso al genere enciclopedico e all'imponente lavoro di divulgazione al quale molte menti brillanti dedicarono la vita intera, cercando di non perdere sé stesse nei labirinti della conoscenza.

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