Archivio Attivo Arte Contemporanea
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17 aprile - 3 maggio 2015

Marcello Diotallevi
SEMIOTICAMENTE
“lettere al mittente” e libri d’artista
 a cura di Michele Caldarelli

SEMIOTICAMENTE
di: Michele Caldarelli

Con questa rassegna che prende lo spunto dai lavori di Marcello Diotallevi, uno dei più noti mail-artisti Italiani si è voluto, con ampia modalità documentativa e di commento, sottolineare ancora una volta la vocazione a camera delle meraviglie (Wunderkammer) dello spazio espositivo in funzione dalla primavera del 2014 nella parte centrale dell’ammezzato del Museo di Villa Carlotta.
In mostra, con l’esposizione di libri, documenti, opere d’arte e reperti naturali, si sono voluti mettere a colloquio i semi
 quali elementi primari, principio di vita, fondamento di tutto ciò che esiste in natura e, mutatis mutandis, alla base del linguaggio, di ogni forma di comunicazione e, non da ultimo, dell’espressione artistica.
Di Marcello Diotallevi è documentata, oltre alla vasta produzione di libri d’artista, l’esperienza di mail-art delle Lettere al mittente,  destinate, quali semi affidati all’aleatorietà del vento, a germogliare in terra incognita. Una storia di lettere illeggibili che hanno intrapreso un tortuoso viaggio, testimoniato da disperanti ricerche postali e che riflette, con un racconto immaginifico, la quotidianità dell’uomo e della natura nell’esercizio della sopravvivenza.
Con attenzione alla ricerca storica ma anche trasversalmente, con argomentazioni di curiosa attinenza sono inoltre proposti al pubblico: dai carmi figurati ai semi nei giochi di carte, dalle lingue inventate alla simbologia alchemica, dai temi mitologici in botanica agli enigmi e giochi labirintici nella scrittura, dal mito di Babele a quello di Internet.
L'intento è quello di immergere il visitatore nell'atmosfera dello “studiolo” rinascimentale all'interno del quale è possibile trovare l'inatteso, lo sconosciuto e il noto, per provocare una sorta di “brain storming” in compagnia dell'autore ospite, del suo pensiero, per tramite delle opere, dei documenti e dei reperti.
La scrittura di Marcello Diotallevi, caratterizzata da una sorta di “egolalia” che ne amplifica la natura autoreferenziale, risulta alla fine ben chiara nel timbro, nell'intonazione praticata entro lo spettro visibile dei segni. Le sue “lettere al mittente” intendono in effetti, scardinando in modo ludico i canoni della comunicazione verbale e calligrafica, veicolare sonorità armoniche tracciate su un pentagramma di totale invenzione. Figlio naturale, direi, della Poesia Visiva, nell'aleatorietà del “Colpo di dadi” di Mallarmé, e della scienza delle soluzioni immaginarie quale ci mostra la Patafisica del dottor Faustroll nelle gesta dei personaggi di Jarry, Marcello Diotallevi disattende con metodo certosino quei canoni della cultura artistica che lo vorrebbero legato ad un ruolo che da sempre gli sta stretto. Conscio del fatto che la “verità” assoluta sia inattingibile quanto incomunicabile, getta simbolicamente le parole al vento, nella fattispecie di fiabe/aquiloni, idealmente e imprevedibilmente sospinte dai mutamenti climatici, oppure inoltra queste “lettere al mittente” in balìa delle bizzarrie postali, occultando strategicamente l'indirizzo di destinazione. I suoi sono gesti “oracolari” volti a provocare una risposta dell'assoluto, parole e pensieri volteggianti secondo una logica oscura come le foglie nell'antro della sibilla, in attesa di un vaticinio. Ogni lettera è latrice di un “codice sorgente” intellettuale, di un genoma che la rende simile ad un seme in attesa di un terreno fertile che ne accolga la germinazione. Desideroso di investigare “per via Postale” le infinite pieghe del destino si inventa le “lettere autografiche” inserendo nelle buste della carta carbone che, durante il fortunoso viaggio delle lettere, ne registra la vulnerabilità fisica nella fattispecie di disordinati segni sovrapposti all'infinito. Ci mostra, contestualmente quanto simbolicamente un generarsi e auto modificarsi fisico del corpo lettera, sostanza del messaggio, in modo del tutto simile a quanto avviene in natura nell'evoluzione delle specie.
Ci sottolinea inoltre, simbolicamente e con conseguente ovvietà, il modificarsi della lingua nel tempo, le interferenze linguistiche e l'intrecciarsi contaminante delle informazioni attraverso i media e Internet per eccellenza, memoria virtuale quanto attualizzata del mito di Babele.
Mescolare i “semi”, come innestando specie arboree, diventa infine per Marcello Diotallevi gioco assoluto nello sforzo estremo di sfidare consumati cartomanti e accaniti giocatori di poker, proponendo “Intersemi” un mazzo di carte ingiocabili, amplificazione estrema della aleatorietà predittiva e della possibilità combinatoria. Il senso labirintico, come metafora della conoscenza, che Borges ha estensivamente introdotto nella letteratura moderna, lo ritroviamo in tutta la sua potenza nell'aleatorietà e circolarità del lavoro di Diotallevi... con in più una forte dose di ironia che apre la strada ad un volo persistente che esorcizzi il fallimento di Icaro.

VISITA LA MOSTRA

per ulteriori informazioni (sulla villa e il parco) www.villacarlotta.it
Via Regina 2 – Tremezzo (CO) tel. 0344-40405


per conoscere maggiormente il lavoro dell'artista consultare l'archivio


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