Archivio Attivo Arte
Contemporanea
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Galleria
d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico
documentativo
CHIACCHIERE
LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI
GIAMPIERO REVERBERI - COME LE NUVOLE di: dalla conferenza tenutasi per la prima puntata di questa mostra tematica in progress Argomento
e chiave di riflessione del convegno sono il mutamento e la metamorfosi,
come pure la dinamica sinergetica dei sistemi complessi, secondo più
scale e angolazioni di lettura... in riferimento al cosmo, alla natura
e all'uomo, in tutte le declinazioni disciplinari possibili, sia umanistiche
che scientifiche, sia puramente speculative che applicative. Per questa
occasione ho radunato un gruppo di studiosi per iniziare un'avventura
dai risvolti e sviluppi imprevedibili...
di una immagine paradigmatica, tratta dal Rosarium Philosophorum, un famoso testo alchemico del 1550: il vapore/nuvola che si sprigiona dal "mercurio" (prima materia) contenuto nella vasca, si trasforma e rifluisce a ciclo continuo nella vasca stessa in forma mutata e rinnovata. Dalla dissoluzione entropica estrema sorge il nuovo ordine... solve et coagula, recita l'imperativo dell'operazione alchemica seguendo i dettami delle leggi naturali dei tre regni: animale, vegetale e minerale. La trasformazione alchemica, riduttivamente interpretata, del piombo in oro è in effetti puramente simbolica e spirituale, mentre il vero senso sta nel concetto che l'alchimista (lui stesso natura) possa agire sulla prima materia (anch'essa natura) attraverso l'operare alchemico (ancora la natura) ottenendo l'oro filosofale (pure natura)... all'infinito, innescando un procedimento, contemporaneamente filosofico e materiale che insegue il disvelamento di qualcosa che è paradossalmente e contemporaneamente identico e altro da sé. Si tratta di una circuitazione reiterata all'infinito che nel simbolo dell'Ouroboros il serpente che si mangia la coda trova immagine di riferimento centrale. Dalla rappresentazione della reiterazione/trasmutazione per mezzo del "Fuoco di Ruota" un bassorilievo posto sulla Cattedrale di Amiens (altrimenti interpretato come illustrazione della visione di Ezechiele: una
entità mistica spazio-temporale) ricaviamo un'idea visiva della doppia natura della materia/spirito alchemica e della continuità indefinita della trasformazione, come pure una chiave di lettura che può proiettarci d'un balzo nella speculazione scientifica moderna (fisica quantistica) e nell'arte contemporanea argomentando sulla indetermitezza del rapporto spazio/tempo. Vorrei, in proposito, porre l'attenzione sul "Tribar", un disegno che venne pubblicato, assieme alla "Scala senza fine", dall'astrofisico Roger Penrose assieme al padre Lionel (illustre genetista, sul British Journal of Psycology nel 1958), ad illustrare attraverso una forzatura visiva della congruenza spaziale euclidea, l'intuizione di qualcosa che potesse essere/fluire transdimensionalmente nello spazio-tempo...
(da queste immagini si sarebbe sviluppata tutta la sperimentazione dell'artista olandese Enricus Cornelius Escher con le Figure Impossibili, fra le quali, parlando d'acqua, ricordo la "Cascata". Va detto, per amor di ricostruzione storica, che lo svedese Oscar Reutersvärd lo anticipò, disegnando già nel 1934 un altro "Tribar", ormai più che famoso e pubblicata anche su un francobollo delle Poste Svedesi. Una immagine, questa, che credo non fu frutto del caso e che avrebbe trovato sviluppo sempre più coerente nella sua ricerca artistica. Reutersvard, che era stato allievo di Legér, si considerava postcubista negli intendimenti della rappresentazione di una spazialità multipla concreta quanto ambigua. Ma la storia delle Figure Impossibili, (inseguo la mia nuvola di ricordi che si carica progressivamente di oscillazioni spazio-temporali - perdonate la mia ridondanza ma fa parte dell'argomento) va nuovamente a ritroso... Ancora quando conobbi Reutersvärd, negli anni '80, si occupava di arte antica e, nello specifico, stava studiando l'iconografia romanica cosi profusamente costellata di rappresentazioni di esseri a lettura multipla (come in questo capitello della Basilica di San Fedele a Como) che di quella spazialità furono certamente fonte di ispirazione assieme agli intrecci (come quello che lo stesso Reutersvärd indica in questa foto che lo ritrae su un ingresso della chiesa di Sant'Abbondio a Como) e alle decorazioni miniate di tanti testi medioevali.
Da questi
prodromi allo studio delle figure impossibili e dall'ampio ventaglio
di immagini a doppia/ambigua lettura che possiamo ricavare dall'arte
geometrica antica (ad esempio la tassellazione musiva dell'Alhambra)
e dalla classificazione sistematica operata dalla topologia e dalla
teoria della percezione visiva provengono gli elementi base di molta
complessità geometrica: il modulo di Thiery, la scala Schroeder, il
cubo di Necker e via dicendo, o in modo più ludico, tutta la casistica
percettiva delle immagini/caricature a doppia lettura. Un'arte che con
nuvole di punti, segmenti e superfici ha trovato in personaggi come
Victor Vasarely o Franco Grignani l'espressione più compiuta. Il rapporto/commistione
spazio-tempo ha connotato i principi fondamentali di molti artisti e
di molte correnti come ad esempio il Surrealismo, il Cubismo, il Futurismo
o lo Spazialismo. Andando ad esplorare la visione onirica o gli assunti
della speculazione scientifica... mentre: sincronicità, simultaneità,
iperspazialità, dinamicità, entropia o il suo contrario sinentropico,
vennero assunti come riferimenti guida di sviluppo del linguaggio artistico.
In questi tentativi di teorizzazione visiva e superamento dell'innafferrabilità
del rapporto spazio/tempo potremmo individuare un concetto di nuvole
(spaziotemporali, diciamo: di primo livello) che attraversano/interferiscono
con altre nuvole (di secondo livello) per n-volte/dimensioni all'infinito...
concretizzando visivamente un multiverso infinito... una sorta di caos
autogenerante.
Di natura affine a questo configurarsi sono concettualmente tutte le sperimentazioni e produzioni artistiche che si rifanno alle proprietà della visione prospettica, quali le anamorfosi di cui riporto alcuni esempi artistici antichi e moderni.
Eccoci nuovamente in un universo fatto di niente... penetrando la materia o proiettandoci nell'immensità del cosmo incontriamo principi simili di contrapposizione/coesistenza praticado un eterno andirivieni concettuale/operativo, simile a quello alchemico di cui avevamo accennato più sopra e il cui imperativo era : "solve et coagula" nel rispetto di una natura macro/micro cosmica caratterizzata dal "così sotto come sopra". Così ci indica, con altri termini e intenti speculativi più oggettivi di quelli artistici, la fisica della materia, così appare il nascere/morire delle stelle nelle nebulose, così l'universo intero sospinto dall'energia oscura descritto dagli astrofisici, così in modo più semplice, ma per noi più vitale nell'immediato, il circuito dell'acqua sulla terra... sempre più preziosa e della quale dovremmo avere maggior cura e rispetto.
A questo punto, come osservatore "indisciplinato" (privo di disciplina) mi trovo perso anche nella nuvola/nebbia più casalinga come il personaggio di Amarcord smarritosi appena fuori dal cancello di casa. Torno, come da bambino, a godere di quel movimento/mutazione lento delle nuvole che il vento sospinge a configurare forme riconoscibili, familiari. Torno anche a riformulare con tutta la carica mitopoietica dell'osservatore antico, la possibile presenza degli Dei fra le nuvole o su queste assisi. Torno, infine, a godere in semplicità di paesaggi con nuvole di cui la storia della pittura è costellata o, in ultima istanza delle nuvole dipinte di Giampiero Reverberi che hanno costituito il cielo colorato di questo convegno. PER LEGGERE UNA DOCUMENTAZIONE COMPLETA SU COME LE NUVOLE |