SOMNIUM (il sogno) di GIOVANNI KEPLERO 1609 (pagina a cura di Elcio Dirandi - pseud.)
In
questo breve racconto fantascientifico scritto nel 1609 e pubblicato
postumo nel 1634 l'autore sogna di un giovane islandese
(trasposizione letteraria di se stesso) che viene a sapere da un
demone di un'isola: Levania, ossia la Luna. Keplero intende, col
racconto, illustrare e sostenere il sistema eliocentrico copernicano
in contrapposizione alle teorie tolemaiche. Il Somnium si pone
come primo serio trattato sull'astronomia lunare. «Se mi si
obiettasse che i sensi dei miei lunari si ingannano, con pari diritto
potrei obiettare che sono i sensi terreni di noi terrestri a
ingannarsi, quando sono privi della ragione.» Il
racconto si svolge nel 1608, quando Keplero era ospite alla corte di
Rodolfo II a Praga. Aveva
già pubblicato il suo capolavoro, l'Astronomia nova, ma in
questa corte, forse influenzato dall’ambiente popolato da maghi,
astrologi e cultori di scienze occulte, tutti ospiti prescelti da
Rodolfo, gli punse vaghezza di scrivere un un racconto fantastico (o
quasi). Lo
inizia come dissertazione di uno studente nel difendere la dottrina
copernicana del movimento della Terra, sostenendo che un osservatore
posto sulla Luna avrebbe osservato i movimenti della terra in modo
altrettanto evidente dell'attività lunare vista dalla Terra. Nel
1610 una bozza del racconto iniziò a circolare privatamente ma il
caso volle che, caduta in mano di osteggiatori, fece si che la madre
di Keplero fosse arrestata sotto l’accusa di stregoneria. La madre
venne probabilmente idendificata con quella del protagonista,
descritta come strega e Il processo durò sei anni, durante i quali
Keplero assunse la difesa della madre. Anni
dopo Keplero, ampliando la narrazione aggiunse numerose note
illustrando i concetti scientifici ivi contenuti, fino a triplicare
con esse il testo che commentavano. 
Il
racconto inizia con Keplero che leggendo un libro si addormenta e
sogna. Le
peripezie di viaggio e le occasioni di conoscenza sono le più
svariate e fra queste ricordiamo come la maga, madre del protagonista
racconti dei demoni che può evocare (qui probabilmente sta la causa
dell’accusa di stregoneria di cui sopra): questi esseri possono
spostarsi in ogni luogo sulla Terra in un istante. Keplero
(nelle vesti del protagonista) evoca una demone e da questo apprende
che "cinquantamila miglia nell'etere giace l'isola di Levania",
la nostra Luna. Il demone afferma l’esistenza di una via tra
l'isola di Levania e la Terra e che, quando il passaggio è aperto, i
demoni possono trasferirvi gli umani in quattro ore. Segue la
descrizione di espedienti, fra scienza e magia, utilizzati per
superare il viaggio, così arduo per gli umani. La
descrizione di Levania si svolge in bilico fra osservazioni di natura
scientifica e invenzioni di pura fantasia, e si interrompe mentre
tratta delle creature che vi abitano... Keplero si sveglia dal sogno. 
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