Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

CHIACCHIERE LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI

 

CAMILLE FLAMMARION  (1775 - 1861)

"IN CIELO E SULLA TERRA"
- le grandi maree al Monte San Michele -

traduzione dal francese di
G.V.Callegari


Casa Editrice Sonzogno 


(pagina a cura di Michele Caldarelli e Daniele Pasquali)

Chi dubitasse ancora dell'influenza attrattiva della Luna sulla Terra, colui che non avesse ancora assistito ai movimenti grandiosi del mare, obbedendo con docilità alle leggi direttrici dell'Universo, quegli non potrà mai avere sotto gli occhi uno spettacolo più eloquente, più imponente, di quello dell'invasionedella baia di Monte San Michele, il giorno d'una grande marea d'equinozio. In nessun luogo vien data meglio una lezione dalla natura; in nessuna parte l'esperimento di fisica vien fatto su più vasta scala. Immaginatevi questa isola meravigliosa, isolata in mezzo a una pianura sabbiosa, tanto estesa che sembra sconfinata. A perdita di vista, dal lato di terra come dal lato di mare, le sabbie si succedono alle sabbie, i greti perpetuano i greti; neppur un'oasi, nè una fattoria,nè una campagna vengono a temperare con un fiore, con un sorriso il severo e silenzioso deserto che ci circonda.
Assisi sulle rocce dorate dal sole calante, o ritti sui bastioni dell'antica fortezza, viaggiatori, pellegrini, contemplatori, artisti disseminati in gruppi, attendono l'arrivo del mare.
Lo si distingue lontano, verso l'orizzonte di settentrione e se ne trovano le recenti vestigia nei laghi che le ultime acque discendenti hanno lasciato sul greto flagellato. Dieci ore fa soltanto, tutta quell'immensa pianura era inondata sotto i flutiti muggenti d'un mare corrucciato. In quel momento, la bassa marea la lascia allo scoperto e i pescatori o i curiosi possono attraversarla a piedi in ogni senso.
Questa mattina, l'alta marea è arrivata alle sette. Poiché la luna ritarda tre quarti d'ora ogni dì sul sole, alle sette e ventitré minuti il mare raggiungerà la sua massima altezza. Sembra che l'intervallo di dodici ore e ventitré minuti che separa due alte maree dovrebbe dividersi egualmente tra il movimento dell'alta e della bassa marea e che questa avrebbe dovuto aver luogo oggi verso la una e dodici. Ora non avvienequesto. Alle due, alle tre, il mare s'abbassa sempre. Sono le quattro ed esso non si solleva ancora.
Alle cinque esso non si solleva maggiormente, e il fiume di Couesnon, che da tempo immemorabile separa la Normandia dalla Bretagna, continua tranquillamente il suo corso verso il mare ancor lontano.
Tuttavia, un rumor sordo si fa sentire al largo. Dapprima è come un semplice sussurro di fogliami, leggero, intermittente, ondulante con la brezza. E prestando meglio l'orecchio, si nota ch'esso permane e si presentisce in esso il segnale precursore dell'inondazione. Guai al pescatore, guai al viaggiatore che fiducioso rimanesse sopra uno di quegli isolotti di sabbia già asciugati dal sole! Più d'uno ha così pagato con la vita l'imprudenza di essersi lasciato sorprendere dal mare invadente.
Arriva il flutto. il rumore del mare, più intenso, più forte, più generale, lascia percepire l'urto dei marosi tra loro, l'urto delle onde. All'orizzonte, in direzione del nord, si distingueuna linea bianca che sembra avvolgersi come un serpente.
Quella linea si divide, si taglia, si ricongiunge, si rinserra, si divide nuovamente. Ed eccone un'altra a occidente che sembra avvicinarsi a noi. Ed eccone un'altra a oriente che pare allontanarsi. Ma quale rumore e quale vastità! Ove guardare? Ove fuggire, se fossimo là? La massa delle acque giunge come una liquida muraglia, ondulante ma formidabile.
Tutto quanto l'Oceano è dietro a quella muraglia, esso la spinge. Ah, noi distinguiamo ora la forma del fenomeno, perchè dominiamo sin da lontano la vasta liquida pianura.
Non è una linea bianca, non è una muraglia, non è un torrente, è un immenso velo d'acqua, luccicante, che scorre come un lago di mercurio, calmo, tranquillo, dolce, ma forte, potente, irresistibile.
Il vento soffiava da terra, stamane, un vento di sudovest, violento, mobile, capriccioso, pieno di collere; sembrava che volesse lottare con l'onda, ritardare la sua marcia, impedire il suo dominio. Nulla v'è di più leggero, più sottile, più inafferrabile, più invisibile del vento! Nulla di più dolce, più fluttuante, più mobile, più sfuggente dell'onda! Ebbene! nè il fuoco, nè la polvere, nè di ferro, nè il bronzo, nè il vulcano, nè il tuono giungerebbero in tutti i loro sforzi riuniti al risultato prodotto da questa semplice rivalità del vento contro la marea. Sollevati dalla tempesta, eccitati dagli ostacoli, i flutti si lanciarono dal largo, gli uni sopra gli altri, gli uni contro gli altri, furiosi, sperduti come folli di collera,balzanti sulle rocce, ritornanti su sé stessi, precipitantisi sui ripari, sui bastioni, sulle torri, e il Monte San Michele fu tutto quanto avvolto dall'uragano del mare. Nessuna barca vi potè resistere. Non lungi, sotto le dighe di Saint-Malo, un battello da pesca, che non aveva potuto far ritorno in tempo, fu gettato sulle scogliere tra cui dorme Chateaubriand, e i due marinai che lo montavano furono annegati nella tempesta.
Questa sera una leggera brezza scivola civettuola attraverso la trasparente atmosfera, e il mare calmo s'avanza come un velo di mercurio riflettente il dolce chiarore del cielo, marezzato di rosa e di porpora, orlato d'argento. Ma il flutto non ha minor potenza. Esso obbliga a risalire verso la sua sorgente il Couesnon, che discendeva tranquillamente la pendenza del greto. Esso avanza da ogni parte e inesorabilmente.
La baia di sabbia, poco prima scoperta, non misura meno di 250 kmq. il flutto avanza con la rapidità d'un cavallo al galoppo. Sono le sei, e il sole va calando in purpurei bagliori di gloria. In un'ora il mare avrà raggiunto il fondo della baia. Alle otto, il vasto deserto sarà ricoperto d'uno strato d'acqua dello spessore di dieci metri. Progressivamente avanza il primo strato d'acqua, sicuro della sua forza, qui respingendo le acque del fiume, più lungi stendendosi come una macchia d'olio su tutte le depressioni del lido. Non ha più d'un piede di spessore. Eccone un secondo, che si stende sul primo, lo spinge, lo domina, impedendo ogni esitazione, ogni oblio, ogni ritardo nell'obbedienza alle leggi naturali. Ecco che si stendono gli uni sugli altri, spingendo da ogni parte la mobile riva lungo i greti in vasi, fondendosi poi in onde, in marosi, e tosto (in meno di un'ora) il mare fluttuante si spande sull'immensa baia, circondando interamente l'isola meravigliosa che sembra un palazzo di granito scolpito da un Titano, dominante lo spazio da più di centocinquanta metri sul livello delle onde.
Questo fenomeno differisce essenzialmente da quello del "mascaret", che, d'altra parte, è pur esso fantastico, quando lo si osservi nei giorni delle grandi maree d'equinozio a Caudebece a Villequier. Là, il fiume Senna, che risale con impetuosità verso la sorgente, fa pensare a un immenso esercito di bianchi cavalli giungenti in linee serrate, la criniera al vento, e precipitantisi con violenza, tutto rovesciando al loro passaggio. Qui, al Monte San Michele, al contrario, l'invasione del mare operata su una vasta scala è meno fragorosa, meno brusca, meno meravigliosa, meno formidabile; ma pur essendo più calma, è in realtà più forte, più vasta, più inesorabilee ci dà l'impressione d'una potenza ancor più prodigiosa. L'isola granitica di Monte San Michele, incoronata dalla splendida, meravigliosa abbazia che tutti conoscono, è unica sul nostro pianeta, e, per la sua posizione in mezzo all'immensa baia che essa domina, offre allo spettatore, all'artista, al naturalista, allo scienziato, al poeta, una curiosità insieme naturale e storica senza pari. Già da più secoli, essa forma l'ammirazione di tutti coloro che l'hanno contemplata. Ma essa ha già vissuto assai per il medio valore intellettuale dell'umanità terrestre, e in particolare per il sentimento estetico dei Francesi del secolo XIX.
L'isola è diventata penisola. Una diga parte dalla riva di Pontmarson-Moidray e giunge allo stesso bastione. Un'altra diga è incominciata in direzione d'Avranches. Si spera diconquistare sul mare qualche centinaio d'ettari di terreno che si potrà in seguito poi coltivare, e se si riuscisse, il XX secolo che s'avvicina a grandi passi, avrà l'insigne onore di vedere sparire l'isola di Monte San Michele invasa a sud-est da pascoli di prati salati, da campi di colori diversi e forse anche da fruttifere officine e da belle case di campagna. Si stanno certamente demolendo i bastioni per far posto a una stazione, ed espropriando le vecchie case della via troppo stretta degli antichi cavalieri per costruire un corso a guisa delle strade geometriche di New York. Quando si pensa, che proprio questa anticaglia di Monte San Michele a nulla serve e che v'è attorno tanto terreno perduto, si comprende che «ciò non può durare» , e che è tempo di mettere questo valore negativo in azioni di banca e di dividere queste sabbie mobili i n lotti bene accreditati...
Ah! La prossima marea, quanto sarebbe dunque divinamente ispirata, se spazzasse d'un sol colpo questa diga di ponti e di strade costruita con i milioni che i nostri deputati hanno ciecamente votato! O Luna brillante e pura che sulla pianura argentea intersecata dalla linea oscura fa' scivolare i tuoi magici raggi, degnati di sentir l'oltraggio degli uomini che non comprendono nè cielo nè terra, e con un fenomeno d'attrazione di cui la patria del buon gusto ti sarà eternamente riconoscente, concentra i tuoi sforzi, tendi, o Diana, il tuo arco verso quella spiaggia a due specchi, lancia le tue rapide frecce sui difensori del ponte degli asini, e dolcemente, misteriosamente, divinamente, immergi gli ingegneri nei flutti amari; gonfia le onde, ammucchia i marosi, chiama in tuo soccorso i venti; soffiate, rovesciate l'empia diga, e spandete attorno alla montagna celeste quel magico specchio in cui si riflettano uno dei più grandiosi spettacoli della natura e uno dei più arditi capolavori dell'umanità.


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