Archivio Attivo Arte
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documentativo
CHIACCHIERE
LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI
"RINASCITA SULLA LUNA " 2018 ed. Montag di VINICIO DOLFI
(Autopresentazione di Vinicio Dolfi)
Ispirazione: L'aspirazione
a scrivere un romanzo di fantascienza mi è venuta da questo
desiderio di viaggiare, di esplorare, di andare su altri pianeti. Non
potendo andarci di persona (perchè non ho fatto l'astronauta) l'ho
fatto con la fantasia. E, quindi, per mio puro divertimento. Così è
stato in particolare per il primo libro che ho scritto, "Viaggio
nell'Empireo", senza il quale non sarei riuscito a scrivere
"Rinascita sulla Luna". Per molti aspetti, "Rinascita
sulla Luna" deriva direttamente da questo mio lungo testo
precedente, rispetto al quale è 4 volte più corto. Ho scritto
"Viaggio nell'Empireo", rimasto inedito, spinto dalla
volontà di fare un viaggio attraverso l'Universo e di descrivere
quello che si vede durante il percorso: per questo è così lungo.
Per la trama e i personaggi, mi sono ispirato a tre romanzi classici
di avventura: uno è "Ventimila leghe sotto i mari" di
Jules Verne, un' altro è il "Moby Dick" di Hermann
Melville e l'altro è "Viaggi di Gulliver" di Jonathan
Swift. Questi tre romanzi hanno molto in comune e i personaggi
principali di tutti e tre, Nemo, Achab e Gulliver sono molto simili
tra loro. Tutti sono molto solitari, hanno problemi con il mondo, si
estraniano da esso e si trovano a fare viaggi avventurosi in un mondo
alieno. Quindi ho fuso questi tre personaggi in uno solo, il capitano
Aliquis, il quale intraprende un viaggio al di fuori dal mondo, con
il quale è in rotta di collisione. Questo romanzo è rimasto in un
cassetto. Sette anni dopo, in seguito alla notizia di una nuova
scoperta che riguardava la Luna, mi è venuta l'idea di un'altra
storia da ambientare lassù, sul nostro unico satellite naturale. Per
farlo ho attinto dal romanzo inedito (alcuni personaggi sono gli
stessi) e da alcune mie letture; in particolare, due romazi di Isaac
Asimov: "Fondazione e Terra" e, soprattutto, "Neanche
gli dei". Il primo, che in realtà mi è servito anche per il
primo romanzo, mi è stato utile per descrivere i viaggi nello spazio
da un pianeta all'altro e da una stella all'altra; il secondo per
descrivere i paesaggi lunari. Entrambi mi hanno suggerito come
impostare i dialoghi. Asimov è speciale, un vero maestro, perchè
lui, oltre ad essere stato uno scrittore di fantascienza, era anche
uno scienziato, era un chimico. Per questo sapeva unire il
razionalismo alla fantasia. E' leggendo Asimov che ho imparato a
costruire i dialoghi. Lo spirito che informa "Rinascita sulla
Luna" l'ho attinto alla filosofia cosmista di origine russa, che
non conoscevo all'epoca in cui scrissi "Viaggio nell' Empireo",
anche se pure in quell'opera certi temi cosmisti sono riconoscibili;
infatti mi sono reso conto di condividere certi pensieri ancora prima
di conoscere la filosofia che li esprimeva. Ho conosciuto il pensiero
cosmista per caso, sentendolo nominare di sfuggita al telegiornale e
ho deciso di approfondirlo.
Come è nato il libro: Dalle riflessioni sulla crisi del mondo, dal cosmismo e dalle nuove scoperte che riguardano la Luna, mi è venuta l'idea di questo libro. La crisi umana: Oggi pare di
essere di fronte ad una crisi devastante del mondo attuale; crisi che
investe tutto, l'economia, la società, la politica, la cultura,
l'ambiente naturale. Il cambiamento climatico è sempre più
evidente. Di fronte a noi abbiamo un possibile esito catastrofico
della nostra civiltà; esito di cui si è parlato più volte (uno
degli ultimi a parlarne, poco prima di morire, fu il celebre fisico
Stephen Hakwing) ma di fronte al quale sembra che non si faccia
granchè; il recente movimento Friday for Future è nato proprio per
questo. Immagino, nel libro, che si arrivi alla catastrofe estrema,
all'autoannientamento dell'umanità e alla fine di ogni forma di vita
sulla Terra. Ovviamente spero che ciò non accada nella realtà ma
questo mi serve per far rinascere l'umanità su un altro mondo, un
altro mondo dove i superstiti costruiranno una società diversa che
poi si irradierà nel Cosmo trasformando creativamente l'Universo
stesso secondo i principi, appunto, del cosmismo. Questo approccio mi
consente di riflettere sulla storia dell'umanità, per riflettere sui
motivi del suo fallimento e sul perchè dell'attuale, purtroppo
reale, crisi umana. Ho deciso di privilegiare, in questa riflessione,
la storia delle filosofie che nelle varie epoche hanno cercato di
spiegare la struttura dell'Universo e il posto dell'uomo in esso;
perchè penso che il modo in cui l'uomo considera l'Universo sia
rivelatore, sia un riflesso di come è organizzata la stessa società
umana. Io credo che non ci siano dubbi sul fatto che l'attuale
situazione ambientale e sociale sia una conseguenza
dell'atteggiamento "predatorio" che oggi domina l'uomo,
predatorio sia verso la natura che verso se stesso. Questa concezione
non è sempre stata uguale, ma si è espressa in vari modi nelle
diverse epoche e nelle diverse civiltà, pur mantenendo il filo
comune di una mentalità "padronale" di alcuni uomini sugli
altri e sulla natura. Questo problema c'è sempre stato e tale
mentalità si è riflessa, a mio avviso, anche nel modo in cui è
organizzata la scienza. Come ha scritto Manuela Di Dio nella
recensione sul mio libro pubblicata su Globalscience, rivista online
dell'Agenzia Spaziale Italiana, il 28 Maggio 2018, il mio libro
costituisce un pretesto per una incursione nella storia
dell'astronomia e delle concezioni dell'Universo dall'antichità ad
oggi; parlo delle filosofie, delle scienze e delle utopie che si sono
succedute che, come ha scritto Manuela Di Dio, sono state tanto
consistenti quanto incapaci di fornire risposte e soluzioni
esistenziali ad una umanità incapace di salvaguardarsi. Questo
perchè, in tutta la storia umana, il potere è sempre stato
sostanzialmente in mano di pochi che lo hanno usato a proprio
esclusivo vantaggio, piegando ai propri egoistici fini qualsiasi
filosofia e qualsiasi scienza. In linea con il pensiero cosmista
sostengo che è l'egoismo la principale causa della crisi del mondo e
del pericolo di estinzione che stiamo correndo. Una nuova società sulla Luna: E, sempre in linea con il cosmismo, affermo che la soluzione sta nel collettivismo. Un collettivismo "attivo" in cui ognuno di noi si unisce agli altri e contribuisce alla felicità di tutti. Come ha scritto Manuela Di Dio, "gli individui che raggiunsero la Luna capirono di essere parte di un tutto organico e lottarono per la coesione e la felicità". Adopero quindi la Luna come "mondo alternativo" dove un gruppo di supertstiti, fuggiti dalla Terra ormai moribonda, riesce a crearsi un nuovo ambiente vitale e fonda una nuova società con fondamenti opposti a quella che è esistita sulla Terra. Per far questo, prendo spunto da un rivoluzionario russo di inizio Novecento, Aleksandr Bogdanov, che, influenzato dal cosmismo scrisse nel 1908 un romanzo di fantascienza, "Stella Rossa", nel quale immaginava una società ugualitaria su Marte. (Romanzo che pure non ho letto, ma di cui ho avuto ampie descrizioni. E' stato ristampato di recente dalla casa editrice Alcatraz). Tuttavia, un altro punto di riferimento importante per me è stato un altro libro che invece ho letto: "I reietti dell'altro pianeta" della scrittrice americana Ursula Le Guin, scomparsa lo scorso anno. Grande scrittrice di fantascienza utopica, la Le Guin immagina due pianeti di un altro sistema solare che sono ognuno la luna dell'altro, Urras e Anarres. Su Anarres un gruppo di rivoluzionari fuggitivi ha creato una specie di comunismo anarchico che ha permesso loro di colonizzare un pianeta arido e semi-ostile. Urras è invece il pianeta del capitalismo e la storia parla della dialettica tra questi due mondi. Io ho preso un pò dell'uno e dell'altro di questi due romanzi per descrivere, sulla Luna, una società dove non ci sono condizionamenti nello scegliere il proprio percorso formativo e il proprio lavoro, dove cioè vige la più assoluta libertà; ma proprio per questo ognuno conosce le connessioni che lo legano agli altri e a tutto l'insieme. Ognuno contribuisce al'Insieme per quello che è capace di fare e riceve in base ai suoi bisogni. Immagino ovviamente una società altamente tecnologica ma allo stesso tempo autogestita, dove tutti hanno coscienza del funzionamento dell'Insieme e tendono a conservarlo. Immagino che questo porti i Lunariti a grandi traguardi sul piano scientifco e che arrivino a espandersi nell'Universo fino a realizzare le finalità del cosmismo. Perchè la Luna: L'idea di
usare la Luna, il corpo celeste più vicino e ovviamente molto
importante per noi come mondo alternativo, come sede di utopie, meta
di viaggi fantastici, il, si è affacciata molte volte nella storia.
E' un fatto naturale, visto che è dalla Luna che si è originato il
concetto della pluralità dei mondi; furono gli antichi greci, nel VI
secolo avanti Cristo, per quello che sappiamo, a ipotizzare per primi
che la Luna fosse un altro mondo come la Terra. E se c'era un altro
mondo, ce ne potevano essere anche altri. Il concetto di pluralità
dei mondi è molto importante perchè, se si immaginano altri mondi,
è possibile immginare che siano diversi dal nostro. Si possono
ipotizzare altre forme di vita, altre civiltà, altri usi, alri
costumi, altre società. Il concetto di "Utopia", così
importante nella nostra storia, non sarebbe stato possibile senza
immaginare altri e diversi mondi. Se ci sono altri mondi che si
basano su regole diverse, se i loro abitanti hanno una società
diversa, ecco che è possibile immaginare un mondo diverso anche qui,
sulla Terra. Sarebbe stato possibile elaborare progetti di
cambiamento del nostro mondo se non si fosse ipotizzata la
possibilità dell'esistenza di mondi diversi? Forse si, ma in misura
molto più lenta. Ed è probabilmente per questo che l'idea della
pluralità dei mondi è stata, nella storia, molto contrastata.
L'ambiente dei Lunariti: i lavatube: Io ho deciso di scrivere questo libro dopo aver saputo di una nuova scoperta che potrebbe rendere più facile creare insediamenti abitati sulla Luna. Ciò è avvenuto nella Primavera del 2017, quando ho saputo della scoperta, fatta dalla sonda della NASA Grail, ora non più operativa, dei tunnel di lava nel sottosuolo lunare, i cosiddetti "lavatube". Si tratta di strutture create dalla lava nel primo periodo della storia lunare, tra i 4,1 e i 3,8 miliardi di anni fa, quando la Luna era ancora vulcanicamente attiva a causa del Grande Bombardamento Tardivo, una vera e propria sassaiola che sconvolse il nostro giovane Sistema Solare e di cui sulla Luna, a differenza che sulla Terra, ci sono ancora le tracce. I tubi di lava sono creati appunto dalla lava, dai flussi di lava. Si formano quando la parte esterna, "il tetto", si raffredda, mentre la lava sotto continua a scorrere. Quando il flusso di lava si esaurisce, il tubo rimane vuoto. Sulla Terra i tunnel di lava sono presenti alle Hawaii, sull'Etna, nell'isola di Reunion e in Australia. Ma sulla Luna, a causa della bassa gravità, sono molto più grandi. I più grandi possono arrivare ad una larghezza di 5 chilometri e un altezza quasi di altrettanto. E possono raggiungere lunghezze di centinaia di chilometri. Ecco quindi che, rispetto a quanto avviene sulla superficie lunare, offrono un ambiente protetto. La superficie lunare è esposta senza protezione alcuna ai raggi cosmici e alle radiazioni solari, che sono così forti da erodere le rocce. Ci sono forti escursioni termiche tra il giorno e la notte: si passa da 120-130 gradi di giorno a 150 gradi sotto zero di notte. C'è anche un continuo flusso di micrometeoriti e non esiste protezione alcuna contro la caduta di meteoriti di qualsiasi dimensione, nemmeno i più piccoli. Dentro i tunnel di lava non c'è niente di tutto questo. Offrono un ambiente protetto dalle radiazioni e dalle meteoriti, anche di quelle di dimensioni ragguardevoli. Non vi sono sbalzi termici; la temperatura vi si mantiene costante; sembra sui 20 gradi sotto zero. Essendo ambienti chiusi, possono, teoricamente, essere sigillati e pressurizzati. E anche illuminati e riscaldati con taluni accorgimenti. Sono stati fatti alcuni progetti in questo senso, in particolare dalla Purdue University, nello stato americano dell'Indiana. La Luna, il sottosuolo lunare, è quindi, anche se a costo di sforzi enormi, di un lavoro enorme, potenzialmente abitabile; "terraformabile" come si dice con un termine inventato nel XX secolo. Contemporaneamente, altre missioni hanno anche scoperto che la Luna contiene, nel sottosuolo e nei crateri in ombra situati nelle zone polari, più acqua di quello che si pensava in precedenza. La Luna torna quindi ad essere interessante, sia per la scienza che per la fantascienza.
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