Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

CHIACCHIERE LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI

 

"IL POEMA DEI LUNATICI"
e altri libri

 di

ERMANNO CAVAZZONI


Il caso, o la luna favorevole, ma forse ancor più la provvida segnalazione di mia moglie, mi hanno fatto scovare su una bancarella di libri usati "Il Poema dei Lunatici" di Ermanno Cavazzoni. Stavo allora organizzando un convegno dedicato alla Luna in occasione del 50° anniversario del primo allunaggio (presso il Palazzo del Broletto di Como nel mese di luglio del 2019) e andavo scovando notizie in merito e ovunque.
Sono sincero, allora non conoscevo il libro, né l'autore, e
l'ho acquistato solo per curiosità indotta perchè, ogni tanto, se non sempre, le mogli sono fonte di buoni consigli. Lo dimostra il fatto che ascoltandola (come Luna in ciel) ho conosciuto un autore che ha catturato il mio interesse tanto che, nel tempo, sto acquistando tutti i libri scritti da lui.
Il poema dei Lunatici è il libro che forse ha dato il maggior successo a Cavazzoni, non foss'altro per aver ispirato Federico Fellini per la sceneggiatura del suo ultimo film "La voce della Luna" ma gli altri sono forse ancora più interessanti.
La lettura trasversale che Cavazzoni fa della letteratura, e della storia del pensiero, ripescando aneddoti, curiosità e racconti fra l'inusitato e il seriamente mitografico, si è rivelata per me una fonte di informazione storica e amenità, nel contempo, che mi ha fatto sdoganare la leggibilità di autori come l'Ariosto piuttosto che Jacopo da Varagine
o Teofilo Folengo, e molti altri che Cavazzoni cita ad ogni piè sospinto e dei quali redige puntuale bibliografia, per esempio in appendice alla "Storia naturale dei giganti".

Li sto leggendo tutti, in parallelo, secondo l'estro della sera, per accompagnare e nutrire di spunti i sogni notturi.

Michele Caldarelli

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Riporto qui di seguito le immagini di copertina, dei volumi da me posseduti,  accompagnandovi i commenti dei risvolti di copertina auguradomi e augurando all'autore che in molti si appassionino alla sua scrittura: una prosa del tutto particolare, che a volte pare incerta proponendo al lettore tutta la freschezza dei racconti dei suoi ispiratori lunatici.

IL POEMA DEI LUNATICI

ed. CDE spa su licenza della Bollati Boringhieri Editore s.p.a. - 1990


Fin dalle prime pagine del libro ci si ritrova subito in un'atmosfera squisitamente "felliniana": Il poema dei lunatici, infatti, racconta i vagabondaggi di un tale Savini, un "ricercatore di balle": bottiglie nel fondo dei pozzi, esserini che abitano nelle tubature dell'acqua, anellidi che vivono in simbiosi coi dubbi mentali, madonne che appaiono in cima ai campanili...
Bislacco compagno di questo bislacco personaggio è un certo Gonella che si dichiara prefetto a riposo ma "facente funzione" in segreto. Insieme, i due si mettono a esplorare le magagne nascoste, gli apolidi di frontiera, gente nascosta e dedita all'ossessione... ossia esseri a dir poco "strani" che popolano paesi che forse sono "finti" o forse no... È naturale, che in questa strampalata avventura i due incontrino personaggi altrettanto strampalati, come Nestore che, abbandonato dalla moglie, si fa consolare dai suoi elettrodomestici; il becchino Pigafetta, che svela che negli scarichi della città c'è l'inferno; oppure una signorina-uccello o donna-gallina di cui il Savini s'innamora perdutamente...
// poema dei lunatici è un libro difficile da riassumere senza rovinarne l'incanto. "Vi consiglierei di leggerlo, è un libro insolito, inquietante, misterioso, vi divertirà e vi metterà qualche dubbio". (Federico Fellini)

GLI EREMITI DEL DESERTO

ed: Quodlibet Compagnia Extra - 2016


Questo libro racconta le vite, in parte leggendarie, di eremiti e santi anacoreti vissuti tra il in e il iv secolo d.C, nei deserti di Egitto, Palestina e Siria. Stavano in grotte o piccole capanne di foglie di palma, ma soprattutto fra le rovine dei templi pagani; bastava una polla d'acqua, una pianta di datteri, o un po' di pane, di erba o di lenticchie. In media vivevano fino a 100 anni (Antonio fino a 105, Paolo a 113). E lì arrivavano le tentazioni demoniache, che erano fantasiose apparizioni, inconsistenti: applausi, vagiti, fracasso di carri su un acciottolato, oro, voci di femmine, animali, suoni di cornamusa, che dovevano distrarre il monaco, come un teatrino allucinatorio o una sorta di tv demoniaca, piena delle sciocchezze del mondo. Simeone, per non avere disturbi, stava in cima a una colonna di 18 metri, e da lì guariva paralitici e storpi. Altri stavano in una tomba, in una gabbia, in una cassa, oppure esposti alle intemperie, in una sorta di gara ginnica di resistenza. Furono storie molto diffuse in Oriente e Occidente, ancora leggibili con stupore (e forse una piccola dose d'invidia).

GUIDA AGLI ANIMALI FANTASTICI

ed.Guanda - 2011


In questa ci sono i prodigiosi esseri che circolavano liberamente nel mondo antico, ippocentauri, manticore, remore, sirene, ircocervi, e che oggi non circolano più, né lo potrebbero, con tutte le regole autostradali, la coltivazione industriale delle campane, la deforestazione, gli antiparassitari, il traffico marittimo e altro ancora. Ma in mezzo a loro, altrettanto fantastici, ci sono gli animali che sono rimasti e si incontrano comunemente, il pollo, ad esempio, con il suo sguardo sospettoso e un po' sprezzante, o le formiche, sempre di corsa e preoccupate per la crisi economica, o le api, socialiste imperterrite fin dalla nascita, o la mucca che rumina e riflette. Che idee avranno su di noi? Sulla vita e sulla morte? Ne sapranno qualcosa o faranno finta di niente? Questi esseri molto prossimi, nostri parenti stretti, però anche distanti come gli extraterrestri, li si può stare a guardare per ore in un prato, o veder traversare come apparizioni una strada, o passare in cielo mentre migrano in Africa: esseri meravigliosi e misteriosi quanto le specie fantastiche e inesistenti.
E da ultimo c'è l'animale forse più fantastico di tutti, senza piume, a due gambe, spettatore del grande spettacolo dell'universo. «Quell'animale che guarda in cielo e dice: cosa sono quei lumini sospesi? E risponde: le stelle. Perché nessun altro animale le ha mai notate, nel corso di tanti milioni di anni e di tante notti stellate che sono passate su questo pianeta.» L'animale chiamato uomo.

STORIA NATURALE DEI GIGANTI

ed. Guanda - 2007


Uno studioso dei giganti, dei loro usi, costumi, etnologia, cibo, linguaggio e attività sessuale (molto approssimativa, per la verità: i giganti rapiscono in genere belle ragazze di sedici anni, ma non hanno mai avuto idee chiare sull'uso, le guardano davanti e dietro, qualcosa intuiscono che potrebbero fare, ma non sanno che cosa in specifico; e ciò infatti li ha portati rapidamente all'estinzione, questa loro incompetenza sessuale; tanto che oggi i giganti non ci sono più, nessuno li nomina, neanche come argomento poetico, scomparsi, come sono scomparsi i mammuth e presto scompariranno anche i panda)... dunque, mentre lo studioso scrive il suo trattato, è assalito dalla concupiscenza carnale, cosa frequente in chi studia, dalla passione per una giovanissima signorina, e poi dal tarlo furioso della gelosia per i liberi amori e amorucoli che lei gli racconta e su cui lo studioso rimugina maniacalmente, mentre rimugina anche sopra i giganti.
Gli studiosi sono sempre stati famosi per l'accanimento e la maniacalità sentimentale. Finché lo prende la voglia di essere extraterrestre, e di punire il genere umano: in particolare quei soggetti che abbiano avuto contatti venerei, o sguardi, o altro, con la signorina suddetta. Nella gente è sempre esistita molta voglia di extraterrestri, a ristabilire la giustizia; e la voglia continua anche oggi. Vedremo come finirà; se per caso invece ci estingueremo, noi con le nostre illusioni, come si sono già estinti i giganti.


NOTE BIOGRAFICHE

Riporto biografia stilata dallo stesso Ermanno Cavazzoni,
non esaustiva perche' risale al 2007, ma curiosa e avvincente per lo stile.

Ho passato molto tempo a scrivere libri, in casa mia a Bologna e in case dove venivo ospitato. Anche in paesi stranieri, e in capitali. Per il tempo che ci ho dedicato dovrei essere miliardario; e invece su per giù sono come un cittadino della fascia media di reddito; o medio bassa, visto la ricchezza generale che c'è. Ma non sono pentito.
Ho scritto //
poema dei lunatici, tanto tempo fa, grazie al quale ho avuto la grande fortuna di lavorare con Federico Fellini e passare un anno a chiacchierare con lui, 1988-89. Ho scritto Le tentazioni di Girolamo (ma non è questo il suo vero titolo), poi Vite brevi di idioti, Cirenaica, e Gli scrittori inutili. Tutti più o meno libri di narrativa e di storie.
Ho lavorato con vari musicisti (ai testi), cosa che mi piace immensamente; ho lavorato a sc
eneggiature, testi teatrali, traduzioni, introduzioni (anche a Ludovico Ariosto e Luigi Pulci). Poi cos'altro? Ho inventato con altri amici (Gianni Celati, Ugo Cornia, Daniele Benati, Maurizio Salabelle, ecc., tutte persone che stimo profondamente e consiglio di leggere) la rivista «Il Semplice»; è stata una bella epoca, due anni è durata, 1995-97, e conoscendo che tipi siamo è già moltissimo. Perché, sia io che loro, siamo tipi poco costanti, che si esaltano per un po', poi si deprimono. Ma so che non è un caso raro, si chiama ciclotimia.
Che altro? Posso dire che sono vivente. Che sto molto solo; a volte per la verità mi piacerebbe avere più compagnia. Apprezzo le Alpi. Invece il mare lo evito; dev'essere una tortura cui ha deciso di sottoporsi la gente a partire dalla metà del xx secolo. Anch'io mi ci sottoponevo da giovane, poi mi sono ravveduto, e adesso sconsiglio vivamente il mare, le spiagge estive, le ustioni, il ferragosto.
Leggo volentieri in pubblico, e ogni tanto lo faccio. E sono membro dell'Op.Le.Po. (Opificio di Letteratura Potenziale), società dedita ai giochi verbali, per la quale ho scritto
Morti fortunati (2001), // romanzo equivoco (2004) e Manghiscoli (2006).


per chiacchierare con la luna scrivere o inviare materiali a
miccal@caldarelli.it

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